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Cronologia delle
interpellanze parlamentari
e
risposte
sul riconoscimento
della CFS,
tabellazione, sviluppo
ricerca, invalidità della malattia e
Articoli pubblicati su giornali Nazionali.
INTERPELLANZE PARLAMENTARI
Anno 1998
Anno 2003-2004
Anno 2005
CONGRESSI NAZIONALI ed ESTERI
Congresso
EULAR di Vienna, riassunto della Dott.ssa Carlo Stella dell'
Università di Pavia
Assemblea ordinaria soci
Associazione CFS di Pavia
RASSEGNA STAMPA
12 maggio

Interpellanze
ANNO 1998
Legislatura: XIII Ramo: Camera
Tipo Atto: INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA Numero
atto: 4/14866
Data presentazione: 15-01-1998 Seduta di
presentazione: 297
Presentato dall'On.VALPIANA Tiziana RIF.COM. -
Argomento
ASSISTENZA SANITARIA
CONTRIBUTI PUBBLICI
MALATTIE
RICERCA SCIENTIFICA E TECNOLOGICA
RISPOSTA DEL GOVERNO 16-12-1998
ITER CONCLUSO 11-01-1999
RISPOSTA PUBBL. NELL'ALL. B SEDUTA 0460)
PUBBLICATA IN ALLEGATO AI RESOCONTI DELLA SEDUTA
Partecipanti
Cognome Nome Gruppo Rappr. Governo Data
RISPOSTA GOVERNO BINDI Rosy SANITA' (MIN.) 16-12-1998
Testo dell'Atto
Al Ministro della sanità. - Per sapere - premesso che:
in Italia centomila persone sono malati di Cfs (sindrome da
fatica cronica);
da tempo gli ammalati di Cfs richiedono il riconoscimento
della loro patologia e soprattutto dello status di ammalati;
in tale contesto il malato di Cfs non viene curato, perde
il diritto al rispetto da parte di molti medici che ignorano
volontariamente la malattia come invalidante e viene
abbandonato
a se stesso;
l'unica vera cura è il riposo che non guarisce la malattia
ma consente una vita più decente, ma senza il riconoscimento
della Cfs come malattia invalidante, per gli ammalati la
vita si
presenta assai difficile: si perde il lavoro e la mancanza
di
sostegno economico non permette loro un minimo di assistenza
e di
aiuto;
in altri paesi, ad esempio Inghilterra e USA, sono stati:
a) stanziati fondi per la ricerca; riconosciute le
associazioni dei malati di Cfs. Inoltre i malati godono di
un
assegno mensile e del supporto di psicologi;
in Italia sono pochi i centri che si interessano di Cfs e
si trovano tutti nel centro nord -:
se il Ministro della sanità intenda riconoscere la Cfs come
malattia;
se non ritenga necessario finanziare in maniera adeguata la
ricerca e riconoscere le associazioni dei malati di Cfs.
(4-14866)
On. Tiziana Valpiana Partito di Rifondazione Comunista
Risposta del Governo
La C.F.S. (sindrome da fatica cronica) non e
un'entità nosologica distinta, ma l'insieme di patologie e
sintomi che possono ricordare quadri ed eziologie post-
infettive, immunologiche "in senso lato" o psichiatriche.
La sindrome risulta pertanto di difficile inquadramento
diagnostico e sono possibili errori di interpretazione.
Ciò posto, si comunica quanto segue:
Non è nota la prevalenza di C.F.S. in Italia.
Uno studio sentinella effettuato nel 1992 dall'Istituto
Superiore di Sanità in collaborazione con diversi centri
chimici
italiani ha permesso di identificare 94 casi su circa 300
soggetti afferenti alle strutture coinvolte a causa di una
sensazione soggettiva di fatica della durata superiore a sei
mesi.
Da tempo i malati chiedono il riconoscimento, ma tuttora
sono
rilevanti, come prima accennato, le difficoltà di
inquadramento
diagnostico e la possibile molteplicità eziologica.
I malati sono assistiti, ma in realtà non esistono ancora
terapie per le quali ci sia evidenza di sperimentata
efficacia,
se si eccettua il riposo.
Ai centri clinici, riportati nell'interrogazione in esame,
va
aggiunto il centro dell'Ospedale Negrar di Verona.
Il problema del riconoscimento della sindrome di fatica
cronica (C.F.S.) come malattia è avvertita da questa
Amministrazione con particolare sensibilità.
Infatti con decreto ministeriale 26 ottobre 1995 è stato
costituito presso il Ministero della Sanità il Comitato per
le
patologie del Sistema Nervoso Centrale.
Detto Comitato, presieduto dal Prof. Giorgio Racagni, sarà
quanto prima interessato per lo studio dei problemi connessi
alla
sindrome da fatica cronica.
Il Ministro della sanità: Rosy Bindi.
NB: Il Prof. Giorgio Racagni, a nome del Comitato che
presiedeva, espresse la seguente valutazio: il Comitanto non
è in grado di esprimere pareri sulla CFS, poichè
detta patologia non è
riconducibile a problemi di tipo mentale, ma
probabilmente ha una genesi virale.
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Simile il testo dell'interrogazione ed identica la risposta:
Martedi 15 settembre 1998
XII COMMISSIONE PERMANENTE (Affari sociali)
SVOLGIMENTO DI INTERROGAZIONI
5-04661 On. b]A. GIORGETTI[/b]: Sulla sindrome da fatica
(11.6.98).
Il sottosegretario Bruno VISERTA COSTANTINI rispondendo alla
interrogazione 5-04661, fa presente che la CFS
(sindrome da fatica cronica) non e` un'entita` nosologica
distinta, ma l'insieme di
patologie e sintomi che possono ricordare quadri ed
eziologie post-infettive, immunologiche Ç in senso lato È o
psichiatriche.
La sindrome risulta pertanto di difficile inquadramento
diagnostico e sono
possibili errori di interpretazione.
Non e` nota la prevalenza di CFS in Italia. Uno studio,
sentinella effettuato nel
1992 dall'Istituto superiore di sanita`in collaborazione con
diversi centri clinici
italiani ha permesso di identificare 94 casi su circa 300
soggetti afferenti alle strutture coinvolte a causa di una
sensazione soggettiva di fatica della durata superiore a sei
mesi.
Da tempo i malati chiedono il riconoscimento, ma tuttora
sono rilevanti, come
prima accennato, le difficolta` di inquadramento diagnostico
e la possibile molteplicita` eziologica.
I malati sono assistiti, ma in realta` non esistono ancora
terapie per le quali ci sia evidenza di sperimentata
efficacia, se si accettua il riposo.
Ai centri clinici, riportati nell'interrogazione, va
aggiunto il centro dellÕOspedale Negrar di Verona.
Il problema del riconoscimento della sindrome di fatica
cronica (CFS) come
malattia e` avvertita dal Ministero della sanita` con
particolare sensibilita`.
Infatti con decreto del 26 ottobre 1995 e` stato costituito
presso il Ministero della
sanita` il Comitato per le patologie del sistema nervoso
centrale.
Tale comitato, presieduto dal professor Giorgio Racagni,
sara` quanto prima interessato per lo studio dei problemi
connessi alla sindrome da fatica cronica.
Alberto GIORGETTI (gruppo alleanza nazionale) si dichiara
soddisfatto dei chiarimenti forniti dal Governo ed auspica
un
rafforzamento dell'impegno del Ministero della sanita` per
un approfondimento delle problematiche legate alla sindrome,
nonostante le difficolta` di diagnosi.
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ANNO 2003-2004
Interrogazione a risposta scritta 4-06135 presentata lunedì
28 aprile 2003 nella seduta n.300, dall'on. PIERO RUZZANTE
dell'Ulivo -DS
RUZZANTE e MOTTA. - Al Ministro della salute, al Ministro
del lavoro e delle politiche sociali. - Per sapere -
premesso che:
la sindrome da stanchezza cronica (CFS, o chronic fatigue
sindrome) è una patologia (con decorso solitamente cronico)
caratterizzata da stanchezza cronica e debilitante che
riduce di oltre il 50 per cento le capacità lavorative o di
studio senza una causa nota; può manifestarsi con dolori
muscolari, articolari, febbricola, mal di gola e con
disturbi neuropsicologici, quali difficoltà nella
concentrazione, perdita della memoria, vertigini, disturbi
del sonno o della vista;
in Italia circa 200 mila persone sono costrette a dover
convivere con questa patologia cronica fortemente
debilitante, con significative conseguenze sia sul piano
economico (per le ingenti spese mediche e farmacologiche)
che sul piano lavorativo (per la pratica impossibilità a
svolgere un'attività lavorativa);
il ministero della salute non ha ancora riconosciuto tale
patologia, che l'istituto superiore di sanità non ha ancora
provveduto ad inserire nell'elenco delle malattie rare,
mentre, dal lato previdenziale, non è attualmente prevista
una pensione d'invalidità per i soggetti affetti da tale
sindrome -:
se il Ministro della salute non intenda provvedere al
riconoscimento di tale malattia, oramai ampiamente nota,
quanto a capacità debilitante, alla letteratura
medico-scientifica;
se il Ministro della salute non intenda porre in essere
tutti gli strumenti necessari affinché l'istituto superiore
di sanità provveda ad inserire la CFS nell'elenco delle
malattie rare;
se il Ministro del lavoro e delle politiche sociali, vista
l'oggettiva impossibilità a svolgere una normale attività
lavorativa per i soggetti affetti da tale patologia, non
intenda provvedere all'inserimento di tale patologia cronica
tra quelle considerate invalidanti e che hanno diritto ad
una pensione;
se il Governo, data la grave situazione economica in cui
versano diversi soggetti affetti da questa patologia
(praticamente costretti a lasciare il lavoro,
nell'impossibilità in molti casi di pagarsi le cure), non
intenda adottare iniziative normative volte ad istituire un
apposito fondo che sia in grado, sin da subito, di aiutare
quanti quotidianamente sono costretti a lottare con questa
malattia rara che il nostro Stato non riconosce.
(4-06135)
Risposta del Ministro Sirchia
Roma, 29 MAR. 2OO4
MINISTERO DELLA SALUTE
Ufficio legislativo
Ufficio Rapporti Parlamento
N° 100/1550/3963
OGGETTO : Interrogazione parlamentare n.4/06135
AII’On.le Piero Ruzzante Camera dei Deputati
.p.c.:
Alla Presidenza del Consiglio dei
Ministri
Dipartimento Rapporti Parlamento
Ufficio III interrogazioni
Alla Camera dei Deputati
Segreteria Generale
Schedario Elettronico
Roma
Risposta
Il Ministero della salute risponde all’interrogazione
parlamentare in esame, entro i limiti della propria
competenza istituzionale.
La sindrome da stanchezza cronica (“CFS” o Chronic Fatigue
Syndrome) è una patologia definita nel 1994 da una
commissione di studio internazionale nominata dai Centers
for Disease Control (“CDC”) di Atlanta, USA.
I relativi criteri sono stati pubblicati neII’articolo
scientifico The chronic fatigue syndrome: a comprehensive
approach to its definition and study. Fukuda K, Straus SE,
Hickie I, Sbarpe MC, Dobbins JG, Komaroff A ed altri, ANN.
INT. MED. 121:953-9, 1994
Si tratta di una condizione ad eziopatogenesi non nota, per
la quale sono state formulate, al momento, soltanto delle
ipotesi.
In alcuni casi, infezioni virali o batteriche pregresse
potrebbero agire come fattore causale, inducendo una
risposta immunitaria abnorme, ma vi è anche il sospetto di
una eziologia su base vascolare che interessa il distretto
cerebrale, oppure di disturbi del metabolismo in grado di
innescare la patogenesi.
La patologia è difficilmente inquadrabile dal punto di vista
nosografico, sebbene la diagnosi di CFS venga formulata con
metodo differenziale, escludendo la presenza, cioè, di altre
malattie che producono gli stessi sintomi (ipotiroidismo,
epatite B o C cronica, tumori, depressione maggiore,
schizofrenia, demenza, anoressia nervosa, abuso di sostanze
alcoliche ed obesità).
In particolare, i criteri stabiliti per la diagnosi sono
basati sulla presenza di una condizione di stanchezza
cronica persistente per almeno sei mesi, tendente ad
aumentare in seguito a piccoli sforzi, unita a quattro o più
dei seguenti sintomi, anche questi presenti per almeno sei
mesi: disturbi della memoria e della concentrazione;
faringite; dolori delle linfoghiandole cervicali e
ascellari; dolori muscolari e delle articolazioni senza
infiammazione delle stesse; cefalea; debolezza post
esercizio fisico che perdura almeno 24 ore.
In molti pazienti la malattia può perdurare per diversi
anni, rendendo talvolta necessario l’intervento
farmacologico (immunomodulatori come timopentina,
acetilcarnitina, creatinina e magnesio; antivirali come
amantina e acyclovir o immunoglobuline ad alte dosi); in
altri tende a migliorare nel tempo spontaneamente.
Per quanto riguarda la richiesta di inserimento della “CFS”
negli elenchi delle malattie di cui al decreto ministeriale
28 maggio 1999, n.329 ‘Regolamento recante norme di
individuazione delle malattie croniche e invalidanti ai
sensi dell’articolo 5, comma 1, lettera a), del decreto
legislativo 29 aprile 1998, n.124”, occorre considerare, da
un lato, la difficoltà di univoca definizione dei casi, non
correlata a segni clinici oggettivi, né desumibile da esami
strumentali e di laboratorio, dall’altro, la difficoltà di
definire il fabbisogno delle prestazioni necessarie ed
appropriate per il trattamento e il monitoraggio della
malattie e per la prevenzione degli ulteriori aggravamenti.
Il decreto ministeriale 18 maggio 2001, n.279, recante
“Regolamento di istituzione della rete nazionale delle
malattie rare e di esenzione dalla partecipazione al costo
delle relative prestazioni sanitarie, ai sensi dell’articolo
5, comma 1, lettera "b" del decreto legislativo 29 aprile
1998, n.124”, individua specifiche forme di tutela per i
soggetti affetti da malattie metaboliche ereditarie,
ricomprese nell’elenco di malattie rare di cui all’allegato
1 del medesimo decreto.
Infatti, il Regolamento dispone, all’articolo 6, che ai
soggetti affetti da una di tali malattie vengano erogate, in
regime di esenzione, tutte le prestazioni appropriate ed
efficaci ai fini del trattamento e del monitoraggio della
malattia rara accertata, nonché per la prevenzione degli
ulteriori aggravamenti.
L’articolo 8 del Regolamento prevede l’aggiornamento, con
cadenza almeno triennale, dei contenuti dello stesso.
Inoltre, in base alla normativa europea, ai fini
dell’inquadramento di una patologia nell’ambito della
categoria delle malattie rare, una malattia viene definita
rara quando la sua prevalenza non è superiore alla misura
sopra riportata (5/10.000 casi - Regolamento 141/2000 del
Parlamento europeo e del Consiglio).
Purtroppo, un serio ostacolo relativo all’eventuale
inserimento della “CFS” nell’elenco delle malattie rare è
costituito dal fatto che la stima di prevalenza -dello 0,42%
- riferita alla sindrome in esame da uno studio effettuato
negli Stati Uniti su più di 28.000 individui (Jason LA,
Richman JA, Rademaker AW, Jordan KM, Plioplys AV, Taylor RR,
Mc Cready W, Huang CF, Plioplys S, “A community-based study
of chronic fatigue syndrome” ARCH. INTERN. MED. 159:
2129-2137, 1999), supera la soglia, di 5 casi ogni 10.000
abitanti nella popolazione europea, la quale definisce le
malattie rare nell’Unione Europea.
Tuttavia, una volta consolidati presso la Comunità
scientifica gli orientamenti diagnostici e, soprattutto,
terapeutici riguardo alla “CFS” (l’Istituto Superiore di
Sanità sta raccogliendo i casi rilevati nel Registro
Nazionale Malattie Rare), il Ministero della salute potrà
valutare, nell’ambito dei lavori della Commissione nazionale
per la definizione e l’aggiornamento dei livelli essenziali
di assistenza, la possibilità di assicurare a tale patologia
adeguate forme di assistenza.
Per il Ministro
Il Sottosegretario di Stato
(On.le Antonio Guidi)
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Roma, 18 maggio 2004
INTERROGAZIONE CON RISPOSTA URGENTE IN COMMISSIONE AFFARI
SOCIALI
presentata dall'On. Luigi Olivieri
al Ministro della Salute prof. Girolamo Sirchia
al Ministro del Lavoro e delle Politiche sociali on. Roberto
Maroni
in Italia sono in costante aumento i casi di Sindrome da
stanchezza cronica (Cfs – chronic fatigue
sindrome), una patologia – con decorso solitamente cronico –
caratterizzata da stanchezza cronica e
debilitante che riduce di oltre il 50% le capacità
lavorative o di studio, senza una causa nota;
essa può manifestarsi con dolori muscolari, articolari,
febbricola, mal di gola e disturbi neuropsicologici
quali difficoltà nella concentrazione, perdita della
memoria, vertigini, disturbi del sonno e della vista;
in Italia sono circa 200 mila le persone che sono costrette
a convivere con questa patologia con
significative conseguenze sia sul piano economico – per le
ingenti spese mediche e farmacologiche - che
su quello lavorativo – per la pratica impossibilità di
svolgere un’attività lavorativa - ;
a tutt’oggi il Ministro della Sanità non ha ancora
riconosciuto tale patologia, l’Istituto Superiore di Sanità
non ha ancora provveduto ad inserire la “Cfs” nell’elenco
delle malattie rare, mentre dal punto di vista
previdenziale non è prevista nessuna pensione d’invalidità
per i soggetti affetti da tale sindrome;
Tutto ciò premesso interroga i Ministri competenti per
chiedere:
se il Ministro della salute e quello del lavoro e delle
politiche sociali sono a conoscenza del problema che,
oggi colpisce oltre 200 mila italiani ma che – purtroppo –
il dato è destinato a crescere in futuro;
se il Ministro della salute non intenda provvedere al
riconoscimento di tale malattia, ormai ampiamente
nota – quanto a capacità debilitante – alla letteratura
medico-scientifica;
se il Ministro della salute non intenda porre in essere
tutti gli strumenti necessari affinché l’Istituto
superiore di Sanità provveda ad inserire la “Cfs”
nell’elenco delle malattie rare;
se il Ministro del lavoro e delle politiche sociali, vista
l’oggettiva impossibilità a svolgere una normale
attività lavorativa da parte dei soggetti affetti da tale
patologia, non intenda provvedere all’inserimento di
tale patologia cronica tra quelle considerate invalidanti e
che danno diritto ad una pensione;
se il Governo, data la grave situazione economica in cui
versano i diversi soggetti affetti da questa
patologia – che devono lasciare il lavoro e sono
impossibilitati a pagarsi le cure mediche – non intenda
adottare iniziative normative volte ad istituire un apposito
fondo che sia in grado, sin da subito, di aiutare
quanti quotidianamente sono costretti a lottare con questa
malattia rara che il nostro sistema sanitario e
previdenziale non riconoscono.
On. Luigi Olivieri
NB: al momento è introvabile la risposta
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ANNO 2005
3 novembre 2005
INTERROGAZIONE DELL'ON. RUZZANTE presentata giovedì
3 novembre 2005 nella seduta n.699 e in attesa di
risposta
INTERROGAZIONE A RISPOSTA ORALE
Al Ministro della Salute, per sapere - premesso che:
_ la sindrome da stanchezza cronica, meglio conosciuta come
CFS (Chronic Fatigue Sindrome), è una patologia
caratterizzata da stanchezza cronica e debilitante, che
riduce fortemente (di almeno il 50%) le capacità lavorative,
di studio e le attività quotidiane in genere, interessa
attualmente più di 200 mila persone solo nel nostro Paese,
con forti ripercussioni sia sul piano economico (i malati
devono sostenere integralmente il costo dei farmaci), che
sul piano lavorativo;
_ in Italia questa sindrome, diversamente da quanto accade
in altri Paesi (gode infatti di riconoscimento da parte
della comunità medico-scientifica e assistenziale negli
Stati Uniti, Gran Bretagna e Australia, mentre in Francia e
in Spagna sono state istituite associazioni di malati di CFS
con sostegno medico-scientifico di alto livello) non è
attualmente riconosciuta, l'Istituto Superiore di Sanità non
l'ha inserita nell'elenco delle Malattie Rare mentre, sul
versante previdenziale, non esiste alcuna protezione per
quei lavoratori affetti da questa malattia;
_ nella risposta fornita il 19 aprile 2004 dal
Sottosegretario Antonio Guidi ad un precedente atto di
sindacato ispettivo presentato dal sottoscritto ancora il 28
aprile 2003, si legge che, una volta consolidati presso la
Comunità scientifica gli orientamenti diagnostici e
terapeutici, “il Ministero della salute potrà valutare,
nell'ambito dei lavori della Commissione nazionale per la
definizione e l'aggiornamento dei livelli essenziali di
assistenza, la possibilità di assicurare a tale patologia
adeguate forme di assistenza”;
_ come ricordato sopra, la sindrome in oggetto gode oramai
di riconoscimento da parte della Comunità medico-scientifica
statunitense, britannica e australiana e in questi paesi
sono state pubblicate delle linee giuda per il
riconoscimento della sintomatologia, per il supporto nella
diagnosi da parte dei medici e per la tutela dell'individuo
affetto da CFS, con lo stanziamento, in particolare in
Inghilterra, di ingenti fondi per l'ampliamento dei centri
di riferimento per la ricerca su questa sindrome:
Se Il Ministro voglia provvedere, mantenendo gli impegni
assunti nella risposta del Sottosegretario Guidi, al
riconoscimento di questa malattia invalidante attraverso la
codifica e tabellazione della CFS.
Se il Ministro non intenda provvedere all'inserimento della
CFS tra le malattie croniche ed invalidanti.
Se il Ministro, visto anche l'impegno in questa direzione da
parte dei più importanti Governi europei, non intenda
stanziare dei fondi per l'avvio di nuove ricerche sulla CFS,
cercando al contempo di stimolare studi multidisciplinari
vista la natura multisistemica della patologia.
Se il Ministro intenda avviare una informazione capillare
della Comunità medico-scientifica, attraverso gli Ordini dei
Medici o altri canali del Sistema Sanitario Nazionale, sulla
esistenza della CFS (già inclusa tra le patologie dal
Clinical Evidence del 2002) e sulla relativa diagnostica.
On. Piero Ruzzante
Democratici di Sinistra-l'Ulivo
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INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA DEL SENATORE CREMA
26
ottobre 2005 Sen. Crema
Interrogazione
Al Ministro della Salute
Al Ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali
Premesso:
- che la CFS (Sindrome da Affaticamento Cronico) o ME (Encefalomielite
Mialgica) è una grave ed invalidante patologia fisica, che
costringe chi ne è affetto ad una vita più simile a quella
di un vegetale che di un essere umano e all'isolamento
sociale, rubando loro la possibilità di costruire il proprio
futuro, costringendo ad abbandonare studi e passioni a cui
ci si era precedentemente dedicati e, a volte, abbandonando
anche il proprio lavoro, a causa delle grandi sofferenze
fisiche e conseguentemente anche psichiche;
- che in Italia tale patologia non è stata ancora
riconosciuta, anche se viene studiata da almeno quindici
anni da alcune strutture pubbliche, mentre invece i
cittadini britannici affetti da tale malattia già dal
gennaio 2002 hanno ottenuto il riconoscimento ufficiale e
nel 2004 il Governo inglese ha stanziato diverse migliaia di
sterline per l'apertura dei centri di diagnosi e cura per i
malati di CFS.
Tutto ciò premesso l'interrogante chiede ai Ministri in
indirizzo se non intendono adottare iniziative normative per
migliorare la vita delle persone che convivono con questa
patologia cronica, promuovendo un'informazione capillare da
parte della comunità medico scientifica, attraverso i canali
del Sistema Sanitario Nazionale sull'esistenza della CFS
(peraltro già inclusa tra le patologie del Clinical Evidence
del 2002) e sulla relativa diagnostica;codificando la CFS
anche in Italia ed inserendola fra le patologie croniche ed
invalidanti con diritto ad una pensione, data
l'impossibilità di svolgere una normale attività lavorativa
da parte di chi ne è affetto.
Si chiede risposta scritta
Roma 26 ottobre 2005 Sen. Crema
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16.11.2005
l'interrogazione a risposta scritta dell'On.
Tiziana
Valpiana su "Iniziative del Governo a favore del
riconoscimento delle Sindromi
CFS, FMS e MCS" , presentata in data
16.11.2005 e in attesa di risposta
VALPIANA. - Al Ministro della salute. - Per sapere -
premesso che:
la Sindrome da Affaticamento Cronico (CFS), la sindrome
fibromialgica (FMS) e la sindrome da multisensibilità
chimica (MCS) sono patologie gravi e invalidanti che
colpiscono, a volte contemporaneamente, lo stesso soggetto;
la CFS è conosciuta già da molti anni e si registrano casi
in tutto il mondo tanto che l'Organizzazione Mondiale della
Sanità cataloga questa patologia già da tempo (codice Icd
G93.3);
queste patologie, caratterizzate da stanchezza cronica e
debilitante, che riduce fortemente (di almeno il 50 per
cento le capacità lavorative, di studio e le attività
quotidiane in genere, interesserebbero attualmente nel
nostro Paese più di 400 mila persone, con forti
ripercussioni sia sul piano economico (i malati devono
sostenere integralmente il costo dei farmaci), sia sul piano
lavorativo;
in Italia esistono solo 3 centri, che sulla base degli
indici del Centers for Disease Control (CDC) di Atlanta e in
seguito a scrupolosi esami clinici, rilasciano diagnosi di
CFS a chi ne è affetto e presso il Dipartimento di Genetica
e Microbiologia dell'Università di Pavia sono state avviate
ricerche sul DNA di un gruppo di pazienti affetti da CFS: la
patologia è quasi completamente sconosciuta ai medici di
base, che molto spesso indirizzano i pazienti che ne sono
affetti da neurologi o psichiatri o li «curano» con
antidepressivi;
a seguito dell'interrogazione Valpiana 4/14866 del 15
gennaio 1998, l'allora Ministro della Sanità Rosy Bindi,
dichiarò che, al fine di pervenire ad una soluzione, avrebbe
interessato il Comitato per le patologie del Sistema Nervoso
Centrale, costituito con decreto ministeriale 26 ottobre
1995 presso il Ministero della Sanità, ma in seguito il
Comitato stesso si pronunciò incompetente non rilevando per
la CFS cause attinenti al sistema nervoso centrale;
mentre in Italia questa sindrome non è ancora riconosciuta e
l'Istituto Superiore di Sanità non l'ha inserita nell'elenco
delle Malattie Rare e sul versante previdenziale non esiste
alcuna protezione per quei lavoratori che ne sono affetti, i
malati di CFS britannici hanno ottenuto il riconoscimento
ufficiale dal gennaio del 2002 e nel 2004 il governo inglese
ha stanziato diverse migliaia di sterline per l'apertura di
centri di diagnosi e cura per i malati di CFS -:
se il ministro intenda riconoscere le sindromi CFS, FMS e
MCS con relativa codifica e tabellazione;
se il ministro intenda inserire la CFS, FMS e MCS fra le
patologie croniche e invalidanti;
se intenda promuovere presso la comunità medico-scientifica
una informazione capillare sull'esistenza della CFS (già
inclusa tra le patologie del Clinical Evidence del 2002) e
sulla relativa diagnostica;
se il Ministro intenda stanziare fondi per l'avvio di nuove
ricerche sulla CFS, cercando al contempo di stimolare studi
multidisciplinari vista la natura multisistemica della
patologia;
se intenda adottare iniziative normative per migliorare la
vita delle persone che convivono con questa patologia;
se intenda attivarsi in sede di Conferenza Stato-Regioni
affinché siano promosse iniziative di programmazione volte
ad istituire centri regionali per la diagnosi e la cura,
stante che le condizioni fisiche di un malato di CFS non
consentono lunghi spostamenti.
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Atto
Camera 14 giugno 2005
Interrogazione a risposta in Commissione 5-04414
presentata da ALESSIO BUTTI martedì 14 giugno 2005
nella seduta n.637
BUTTI. - Al Ministro della salute. - Per sapere - premesso
che:
l'Associazione di Malati di CFS ONLUS si occupa dei malati
italiani di Chronic Fatigue Syndrome (CFS o Myalgic
Encephalomielitis in Gran Bretagna e paesi collegati).
Questa sindrome è caratterizzata da una stanchezza
fortemente debilitante che riduce le attività lavorative,
scolastiche, quotidiane e/o sociali di almeno il 50 per
cento con l'esclusione di altre patologie che ne potrebbero
essere la causa (oncologiche, infettive, endocrine,
reumatologiche eccetera) e che si accompagna a sintomi
inclusi nei criteri minori (Fukuda et al 1994, Reeves et al
2003);
questa patologia è gravemente invalidante sia per la
stanchezza cronica da cui sono affetti i pazienti, sia per i
disturbi neurologici, multisitemici e infiammatori cronici
che l'accompagnano;
non ci sono ancora esami di laboratorio diagnostici per la
patologia (tuttavia la diagnosi di numerose altre patologie
si basano su un esame anamnestico-clinico del malato) e non
ci sono attualmente cure efficaci se non terapie
sperimentali non controllate a volte anche di «medicina
alternativa» con benefici dubbi e con notevole impegno
economico da parte dei pazienti;
questa sindrome gode di riconoscimento da parte della
comunità medico-scientifica e assistenziale negli Stati
Uniti, Gran Bretagna e Australia (BMJ 2004;329;928-9). A
questo proposito sono stati pubblicati da questi Paesi delle
linee guida per aiutare nel riconoscimento della
sintomatologia, nella diagnosi da parte dei medici, nonché
per la tutela dell'invalidità e sono stati prospettati ampi
finanziamenti da parte del governo Britannico per
l'ampliamento di centri di riferimento e per la ricerca
(rif. CMO Report). Sono state istituite associazioni di
malati di CFS con sostegno medico-scientifico di alto
livello in Francia e in Spagna (http://asso.nordnet.fr/cfs-spid/http://www.acsfcem.org).
Tutto ciò benché l'incidenza e la prevalenza della patologia
siano attualmente sconosciute in Europa;
la prevalenza citata dal Ministero della salute in risposta
all'interrogazione parlamentare n. 4/06135 dell'onorevole
Ruzzante pari allo 0,4 per cento della popolazione riguarda
la popolazione americana, popolazione eterogenea e molto
diversa da quella italiana. Resta pertanto una questione
aperta se la patologia sia una patologia rara e vada
tutelata come tale (a tutt'oggi sono meno di 1000 i pazienti
con diagnosi definitiva di CFS da parte dei Centri di
Riferimento Nazionali) diffusa e che quindi necessiti di un
particolare impegno da parte del Sistema sanitario
nazionale;
i pazienti affetti da questa sindrome risentono di grande
disagio e isolamento socio assistenziale per più ragioni che
desideriamo elencare;
la sindrome non è conosciuta da parte della comunità medica
italiana, soprattutto dai medici di medicina generale, primo
contatto del malato con il mondo sanitario. Ne risulta che
il paziente percepisce una reale sottovalutazione
dell'entità della sua patologia e spesso riceve una diagnosi
del tutto errata di natura psichiatrica con conseguente
prescrizione di farmaci inappropriati (antidepressivi,
ansiolitici);
la definizione stessa della sindrome prevede una notevole
diminuzione delle capacità lavorative dei pazienti che
realmente stentano a portare avanti un'attività di lavoro e
si rivolgono all'A.S.L. locale per un sussidio d'invalidità.
Vengono accolti con incredulità e scetticismo. Quando viene
accordata un'invalidità questa si basa su diagnosi
alternative o concomitanti rispetto alla Chronic Fatigue
Sindrome. Tuttavia essendo l'entità dell'invalidità
riconosciuta dall'ASL solitamente modesta, il paziente si
vede costretto a lavorare comunque in situazioni temporanee
e precarie con grave disagio e peggioramento della sua
sintomatologia -:
se non sia il caso di concedere il riconoscimento ufficiale
e la tabellazione della sindrome da parte del Sistema
sanitario nazionale con un aggiornamento dell'Italia all'ICD
10, nella quale la sindrome è inclusa;
se non sia il caso di procedere ad una diffusione capillare
delle notizie relative all'esistenza della patologia
(inclusa tra le patologie nell'opuscolo sull'Evidence-based
Medicine pubblicato e diffuso nel 2002) nella comunità
medico-scientifica attraverso gli ordini dei medici e altri
canali d'informazione del Sistema sanitario nazionale
(Aziende sanitarie locali) e di come diagnosticarla;
se non sia il caso di concedere il patrocinio a simposi o
conferenze sul tema. (5-04414)

Congressi
e convegni
La Dott.ssa Nicoletta Carlo Stella,
è stata mandata, dall' Associazione di Pavia, al
congresso EULAR di Vienna, al suo ritorno a rilasciato
questo sunto del congresso, visto che mancano ancora le
pubblicazioni.
Associazione Malati di CFS ONLUS
via Marangoni, 35 – 27100 Pavia
Cari soci,
mi sembra giusto inviarVi un breve racconto del congresso
EULAR di Vienna- è il congresso europeo di Reumatologia dove
secondo la Evidence-based medicine sarebbe classificata la
CFS. Due aspetti sonno stati importanti: da un lato le
relazioni sulla CFS e disturbi del sonno nell'infiammazione,
dall'altra il mio "poster" il riassunto del lavoro sulle
citochine che non è ancora stato accettato dalla rivista
alla quale l'ho mandata; pertanto non posso divulgare i
dettagli ma l'idea generale sì.
Allora per quanto riguarda le relazioni, nell'aula ci
saranno state una sessantina di medici e ricercatori: ha
parlato il Prof. Valesini di Roma e ha parlato bene
includendo i criteri di classificazione di Fukuda che voi
tutti conoscete e le problematiche dovuta alle limitazioni
di questi criteri (cioè spesso i sintomi sono soggettivi e
quindi ci vorrebbero delle specie di questionari per
renderli più obiettivi a scopo statistico per poi meglio
discriminare chi è più o meno grave, chi potrebbe progredire
più o meno velocemente etc.; oppure non includono tutti i
sintomi lamentati dai pazienti). Ha parlato delle allergie
che spesso sono molto frequenti in questi pazienti e dei
suoi studi sulla beta-endorfina che è una proteina del
cervello che potrebbe fare da nesso tra il sistema
immunitario e quello neurologico. Ha anche parlato dell'asse
ipotalamo-ipofisi-surrene e della secrezione di
cortisolo-che non è significativamente aumentata nei
pazienti rispetto ai controlli. Ha infine accennato alla
fibromialgia come malattia spesso concomitante ma distinta
dalla CFS.
Poi ha parlato un Professore tedesco di Monaco di Baviera,
primario della Psichiatria (non arrabbiatevi!) ma ha parlato
molto bene perché la prima cosa che ha detto è stato di
distinguere tra sonnolenza, stanchezza e depressione
specificando che sono tre situazioni ben distinte;
addirittura si distingue la depressione dalle altre due
perché i livelli di cortisolo sono aumentati nei pazienti
depressi cosa che non succede nei pazienti con stanchezza.
Ha poi spiegato che spesso i disturbi del sonno che si
verificano sono causati da uno stato infiammatorio dovuto ad
alcune citochine pro-infiammatorie circolanti e questo lo ha
verificato con delle prove sperimentali molto sofisticate
inducendo uno stato infiammatorio in soggetti sani e
misurando i livelli di queste citochine che si verificano
essere aumentati durante il sonno dopo questo stimolo.
Il mio riassunto invece è stato ben accolto soprattutto da
ricercatori e reumatologici del nord Europa- scandinavi,
olandesi, e inglesi. Abbiamo discusso i diversi aspetti e in
parole povere quello che ho trovato sarebbe una
predisposizione genetica molto significativa rispetto ai
controlli a produrre alcune citochine pro-infiammatorie che
spesso inducono anche la stanchezza che voi vivete. Ora i
dati sono solo su ottanta pazienti-ce ne vorrebbero di più e
parrebbe che il Prof. Valesini sia disposto a inviare del
sangue dai suoi pazienti. Inoltre bisognerebbe verificare se
c'è questa stessa predispozione di questi stessi geni in
altre popolazioni dove c'è la CFS e questo si può fare
proprio andando ai convegni e cercando di trovare altri
ricercatori che studino la stessa malattia. Infine un agente
della stampa americana si è molto interessato allo studio-
speriamo che lo diffonda anche in America!
Vi saluto tutti cordialmente,
dott. Nicoletta Carlo-Stella
Potete scaricare il file in formato PDF (si legge con
Acrobat Reader) qui:
CONVEGNO EULAR
Assemblea
Ordinaria
ASSOCIAZIONE MALATI DI CFS ONLUS
via Luigi
Marangoni, 35 – 27100 Pavia
Pavia,
11
novembre
2005
A
tutti
gli
Associati
Loro
indirizzi
Oggetto:
Convocazione Assemblea
Ordinaria
Gli Associati dell'Associazione Malati di
CFS Onlus sono convocati in Assemblea Ordinaria per il
giorno
sabato 10 dicembre 2005
alle ore 10,00 in prima convocazione e
alle ore 11,00 in seconda convocazione presso la sala
Sant'Ambrogio Istituto Salesiano. via Copernico,9.- Milano (
ingresso a sinistra di fianco alla chiesa, parcheggiare nei
pressi perché non c'è parcheggio interno ) per discutere e
deliberare seguente
Ordine del giorno
1. Introduzione del Presidente
-
Relazione del Consiglio Direttivo
-
Preventivo 2006
-
Deleghe a coordinatori regionali
-
Dibattito
-
Vane ed eventuali
Ai sensi dell'art. 14 dello Statuto, per
la valida costituzione dell'Assemblea in prima convocazione
dovranno essere presenti in proprio o per delega, la meta
degli Associati. Trascorsa un'ora da quella fissata per la
prima convocazione, l'Assemblea sari valida qualunque sia it
numero degli Associati presenti o rappresentati per delega.
Rammento che, ai sensi degli articoli 14
e 15 dello Statuto, ogni Associato in regola con il
pagamento del contributo associativo ha diritto ad un voto.
Gli Associati assenti hanno la facoltà di farsi
rappresentare da un altro Associato mediante delega. Ogni
Associato non pots essere portatore di piu di due deleghe.
Nell'auspicio di poter contare su un'ampia
partecipazione porgo, anche a nome del Consiglio Direttivo,
i miei piu cordiali saluti.
Lorenzo Lorusso
Associazione Malati di CFS ONLUS - Sede Legale via Luigi
Marangoni, 35 - 27100 Pavia • Cod. Fiscale 96046780183 • N.
iscriz. Sez. Prov. Registro Regionale n.24653 del 22.7.2004
• c.c. postale Banco Posta Impresa n. 56294259
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