Da Orphanet:
L'ipersonnia idiopatica è un disturbo del sonno classificato in due forme: ipersonnia idiopatica con aumento della durata del sonno e ipersonnia idiopatica senza aumento della durata del sonno. La prevalenza non è nota, anche se è stata stimata, per la prima forma, tra 1/10.000 e 1/25.000 e, in una seconda, tra 1/11.000 e 1/100.000. Entrambe le malattie esordiscono prima dei 25 anni e interessano i due sessi in egual misura. L'ipersonnia idiopatica con aumento della durata del sonno è caratterizzata da sonno notturno protratto (oltre 10 ore) di buona qualità, eccessiva sonnolenza diurna più o meno costante, con episodi di sonno protratto, non riposante, e difficoltà a svegliarsi, con inerzia o ubriachezza da sonno. L'ipersonnia idiopatica senza aumento della durata del sonno è caratterizzata da sonnolenza diurna eccessiva isolata, che si protrae per oltre 3 mesi, con sonnellini diurni involontari più o meno riposanti. Il sonno notturno è normale o leggermente protratto, ma dura meno di 10 ore e la qualità del risveglio è spesso normale. L'ipersonnia idiopatica non si associa mai a cataplessia. L'eziologia non è nota. La malattia non è legata a nessun particolare marcatore HLA o alla diminuzione dei livelli di orexina/ipocretina. La diagnosi è complicata e deve escludere tutte le altre cause di sonnolenza ed essere in grado di riconoscere l'eccesso di sonno. La diagnosi finale si basa sulla polisonnografia con test ripetuti di latenza del sonno (MSLT). Questi test rivelano una buona qualità del sonno e una latenza del sonno media inferiore a 8 minuti, con al massimo un episodio di sonno paradossale. In caso di ipersonnia idiopatica con aumento della durata del sonno, dopo il MSLT, può essere effettuata una registrazione di 24-36h, che mostra un sonno notturno superiore a 10 ore, con un breve sonno diurno superiore a un'ora. Gli esami clinici (che comprendono più o meno un diario del sonno o actimetria) escludono la sindrome da carenza di sonno cronica. Le registrazioni del sonno escludono la narcolessia, i disturbi del ritmo e il sonno notturno frammentato da eventi respiratori o motori. L'esame psicologico esclude l'origine neurologica dell'ipersonnia. I test neuroradiologici effettuati di rado hanno escluso lesioni cerebrali. Il trattamento si basa sui farmaci stimolanti come il modafinil, che rappresenta il trattamento di prima scelta, con il miglior rapporto rischio-beneficio. Altri farmaci stimolanti sono il metilfenidato e le anfetamine. Anche se efficaci per la sonnolenza diurna, questi farmaci hanno poco effetto sull'ubriachezza da sonno osservata nell'ipersonnia idiopatica con aumento della durata del sonno. La malattia ha un impatto sociale e professionale negativo. La sua evoluzione è spesso stabile e sono stati descritti alcuni miglioramenti spontanei.
Ho fatto una ricerca sul forum e, anche se alcuni riferiscono il sintomo ipersonnia, non ho trovato riferimenti specifici all'ipersonnia idiopatica. Secondo me andrebbe presa in considerazione come diagnosi differenziale. Certo se uno dorme 15 ore al giorno magari il medico di famiglia avrà già pensato a fare delle analisi in questa direzione, però il fatto che ne esista anche una forma con una durata del sonno più "normale" (fino a 10 ore) potrebbe passare inosservato, soprattutto in Italia dove questo disturbo è pressoché sconosciuto.
Alcuni sintomi di questo disordine sono in comune con la ME/CFS e parlo soprattutto di disturbi della sfera cognitiva come annebbiamento mentale, sonnolenza, scarsa concentrazione, difficoltà mnemoniche. Riguardo all'attività fisica molti riportano un peggioramento dei sintomi a breve termine, altri (pochi) un giovamento.
In alcuni la malattia è esordita dopo un'infezione, o altro (ho letto di un militare che ne è stato colpito dopo aver fatto un vaccino contro l'antrace). La mia piccola esperienza nei riguardi di questo disordine l'ho avuta leggendo l'unico forum esistente a riguardo: http://www.livingwit...nia.com/forums/
Sono rimasto sorpreso dal fatto che le descrizioni che facevano dei loro sintomi riguardo alla malattia, fossero molto simili alle mie, calzavano a pennello e, soprattutto, erano anche simili a molte descrizioni che ho letto qui. L'altra sorpresa è che lì non si facesse mai riferimento alla ME/CFS, come qui non si fa riferimento all'ipersonnia idiopatica.
Un'altra cosa in comune con la ME/CFS è che sono entrambe delle diagnosi-cestino. L'ipersonnia idiopatica viene diagnosticata una volta esclusi i disturbi psichiatrici e tutti gli altri disturbi del sonno (tramite polisonnografia). L'unico esame su cui si basa la diagnosi specifica è quello che misura la velocità di addormentamento, ma nelle forme meno gravi anche questo esame può essere poco alterato e poco indicativo.
Fino a poco tempo fa non esistevano cure efficaci contro questo disturbo, i farmaci utilizzati erano tutti stati realizzati per altre malattie ed utilizzati off-label (Modafinil, Anfetamine, stimolanti di vario tipo) e non erano molto efficaci, e perdevano anche la loro modesta efficacia nel lungo termine, costringendo i pazienti a cambiare periodicamente farmaco. "Come dare gas su un'auto col freno a mano inserito" è la similitudine che mi è sembrata più esplicativa.
Di recente è stata fatta una scoperta: nel liquido cerebrospinale di un sottogruppo di questi pazienti c'è una presenza massiccia di una sorta di sonnifero naturale. E' una molecola simile al GABA. Il GABA è un neurotrasmettitore naturalmente presente nell'organismo che agisce sugli stessi recettori delle benzodiazepine. In sperimentazione c'è un farmaco normalmente utilizzato nei casi di intossicazione da benzodiazepina, che inibisce la loro azione. E' stato pensato potesse funzionare anche contro questa benzodiazepina "naturale" e infatti in alcuni casi è stata una cura molto efficace, risvegliando alcuni pazienti dal torpore che li ha investiti per anni. Purtroppo è un farmaco di complicata somministrazione (serve un impianto sottocutaneo che lo somministri continuativamente a basse dosi) e pochi sistemi sanitari al mondo sono attrezzati per dei trattamenti (a quanto ne so solo l'Australia e forse il Canada). Inoltre dopo qualche mese (periodo nel quale si recupera tutta la propria energia e lucidità), il trattamento inizia a perdere di efficacia e va sospeso per qualche tempo per poi essere nuovamente ripreso e ottenere la stessa efficacia iniziale, però comunque meglio che niente.
Qui la notizia. Qua lo studio.
Spero che possa essere utile a qualcuno
Edited by TroppoStancoPer, 14 December 2014 - 11:18:17.