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Come un romanzo

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8 risposte a questa discussione

#1 Lev

Lev

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Inviato 30 ottobre 2014 - 20:43:20

Inserisco anche qui la presentazione che ho scritto per il forum Lyme Italia, perché penso che questa visuale sintetica sulla mia storia possa essere utile a chiunque frequanti questo forum. Buona lettura!

 

***

 

Quante volte ho raccontato la mia storia? Innumerevoli volte, al cospetto di medici di ogni specialità, davanti a conoscenti curiosi e confidandomi con pazienti sofferenti delle più diverse patologie. In ogni occasione la storia diventava un po' più lunga, e il lieto fine più lontano.

 

Le storie narrate -secondo la celeberrima 'Morfologia della Fiaba' di Vladimir Propp- hanno una struttura ricorrente: l'eroe -dopo un evento negativo iniziale- deve affrontare una serie di peripezie e di avventure che metteranno a repentaglio la sua vita; in questo percorso cresce e matura, e in fine raggiunge il suo scopo. E tutti 'vissero felici e contenti'.

 

La mia storia ha la stessa struttura paradigmatica descritta da Propp. Il lieto fine tuttavia si deve ancora mettere a fuoco pienamente e non so quanto dovrò lottare per realizzarlo. Su di esso però ho messo una seria ipoteca, grazie a una Polymerase Chain Reaction a cui mi sono sottoposto in una assolata giornata di agosto, davanti ai riverberi del Golfo di Trieste. Ma andiamo per ordine.

 

Mi sono ammalato 15 anni fa, ma forse anche prima. Quindici anni fa! Avevo appena conseguito con il massimo dei voti la maturità scientifica, in condizioni drammatiche. Durante quell'anno scolastico infatti morì mia madre, per un cancro al cervello; e poco meno di due anni prima era morto mio padre, per un altro carcinoma. Ma io avevo una concentrazione feroce e -diciamolo- ero un vero secchione, con una volontà tenace.

 

Nell'autunno successivo cominciai ad accusare problemi di concentrazione: il cervello, che avevo considerato il mio migliore alleato, aveva perso colpi e io avevo smarrito le mie capacità, di cui tanto andavo fiero. Nei successivi 4 anni i sintomi hanno avuto una presentazione ciclica, con periodi di remissione; ed è comparsa la fatica, tenace e invincibile. Io ebbi modo di superare il concorso per entrare come studente alla Scuola Normale di Pisa (posto che poi dovetti abbandonare, per i miei problemi di salute) e in seguito di completare il biennio di Ingegneria, con il massimo di voti.

 

Poi, nell'inverno del 2002, dopo un periodo di un anno di benessere, ho avuto un crollo che si è dimostrato tragico e permanente. Ebbi una mononucleosi da Epstein-Barr Virus, e da allora non mi sono più ripreso. Dalla primavera dello stesso anno ho fatto più di cento visite mediche, esami e ricoveri, collezionando diagnosi cliniche che vanno da patologie psichiatriche (depressione maggiore, disturbo bipolare) alla famigerata Sindrome da Fatica Cronica, diagnosticatami dallo stesso Tirelli, oltre che da altri medici. Le cure sono state di conseguenza: dagli antidepressivi al cortisone. Nel frattempo io ho passato anni a letto (tutta la mia giovinezza) e ho perduto le mie capacità, passando lunghissimi periodi senza neanche poter leggere. Per farvi capire: una volta ho impiegato cinque anni per leggere un libro!

 

Ero dunque in grossi guai, e tantissime volte ho pensato che non avrei mai trovato una cura, che sarebbe stato meglio morire. La disabilità, nei giovani, è una tragedia; specialmente se non si riesce ad avere chiarezza sulla diagnosi, se non si trovano trattamenti e se non si ha una famiglia alle spalle. Io ne ho vissute di tutti i colori in questi ultimi 12 anni, e ne avrei tante da raccontare. Dai ricoveri psichiatrici, all'avventura nel mondo della CFS/ME. Quanti medici, quanti pazienti ho incrociato. Quanta arroganza da parte dei primi, e quanta disperazione -per contro- nei secondi.

 

In tutto questo ebbi il cancro -nel 2011- che di fatto è stato il minore dei problemi, e si è risolto abbastanza felicemente. Sono un sopravvissuto al cancro!

 

Ero molto solo, davvero solo: la solitudine è stata la vera assidua compagna della mia vita, la mia compagna fedele negli anni vissuti sul divano e nelle sere in cui cercavo di evadere, naufragando poi irrimediabilmente sulle panchine del mio quartiere. E in questa solitudine ho maturato -molto lentamente- la consapevolezza che dovevo studiare in prima persona la mia patologia. Studiare in fondo è sempre stato il mio forte. Ma come fare, se non potevo leggere né pensare lucidamente?

 

E' probabile che negli anni il mio cervello abbia sviluppato degli adattamenti alla patologia, inventando nuove capacità, usando strutture diverse per sopperire a quelle compromesse dalla malattia. Comunque sia -perduto nel mare delle neuroscienze- cominciai a sviluppare un interesse per le patologie secondarie del cervello, cioè quelle condizioni che affliggono la mente, ma hanno una origine in altri distretti del corpo, oppure in fattori ambientali, come inquinanti o agenti patogeni.

 

Per farla breve, queste ricerche stentate e faticose mi fecero approdare alla CFS o Encefalomielite Mialgica, che poi mi è stata diagnosticata da diversi medici specializzati in questa elusiva e misteriosa condizione. Ma la cosa più importante è stata che questa svolta mi ha portato a conoscere, dapprima in modo telematico e poi personalmente, individui con sintomi simili ai miei. In particolare con una di esse ho stretto un sodalizio, una specie di contratto di collaborazione, il cui fine era niente di meno che quello di trovare una cura per entrambi. Questo nel marzo del 2013, circa un anno e mezzo fa. Entra così in scena un nuovo personaggio, che avrà un ruolo fondamentale in questa narrazione. Il suo nome per noi sarà Nalini, perché è questo il nome con cui l'ho conosciuta (è una lei) nel forum di CFS Italia.

 

Trovare la cura: un progetto ambizioso per due disabili con diagnosi di CFS, patologia incurabile. Ma noi eravamo molto motivati e un po' folli; inoltre non avevamo davvero nulla da perdere. Entrambi con conoscenze quantomeno esigue di biologia, sapevamo ben poco di immunologia, endocrinologia, neurologia... Ma quello che soprattutto non sapevamo -almeno in principio- era che più che trovare la cura, il nostro compito sarebbe stato quello di trovare la diagnosi.

 

Il mondo della CFS è caratterizzato soprattutto da un generalizzato pessimismo: il ruolo delle associazioni dei pazienti e dei medici sembra essere prevalentemente quello di convincerti della incurabilità della patologia e della sua cronicità. Non ci sono cure, non si sa quale ne sia l'origine! Questa è la frase che ti senti ripetere da tutti, e se la metti in discussione vieni ridicolizzato. Quando dissi alla psicologa clinica dello staff CFS del CRO di Aviano, che avrei trovato la cura, lei rispose: "Quando la trovi faccelo sapere, perché anche noi saremmo interessati a conoscerla!". Era vagamente canzonatorio il suo tono, sicuramente. Ma notai anche che le sue parole nascevano da una legittima e autentica curiosità. Non ricordo bene cosa le risposi, ma so di averle fatto notare che probabilmente nella ricerca della cura per la CFS, il problema è mal posto, nel senso che più che cercare una teoria generale si devono fare investigazioni sui singoli casi, perché ognuno potrebbe avere una eziologia diversa per la propria CFS.

 

In effetti ciò che abbiamo fatto io e Nalini, oltre a provare i numerosi trattamenti (a vote bizzarri) proposti da medici e pazienti per la stanchezza cronica, è stato porci delle domande sulla eziologia dei nostri sintomi. Mi sono presto reso conto allora che queste domande non avrebbero avuto risposta nelle discussioni con i pazienti, nei forum o nei colloqui con i medici; no, le risposte le avrei trovate nei libri e nella letteratura esistente sulla CFS. Così ho ricominciato a studiare, ma non da solo questa volta. Il colloquio con Nalini è stato continuo e costruttivo. Io studiavo Immunologia e Microbiologia Clinica sui libri introduttivi per studenti di medicina, lei cercava nel web, accumulando dati ed esperienze dalle fonti più disparate.

 

Abbiamo escluso patologie endocrine e neurologiche che non erano state considerate; ci siamo interessati anche alla nuova patologia vascolare scoperta dal Prof Zamboni, detta brevemente CCSVI. Scoprimmo infatti che questa patologia, da alcuni collegata alla sclerosi multipla, aveva in realtà come manifestazioni principali la stanchezza cronica e lo scadimento intellettivo. Io tra l'altro ho accertato di essere portatore di una forma leggera di insufficienza venosa, la quale però non giustifica la gravità dei miei sintomi.
Nalini -dal canto suo- ha scoperto di essere portatrice di una rara patologia del collagene -di origine genetica: la sindrome di Ehlers Danlos. Anche questa patologia però non poteva da sola giustificare tutti il suo spaventoso quadro.

 

Ricordo come fosse ora l'entusiasmo nello scorrere uno studio giapponese che l'inverno scorso rivelò al mondo la presenza di tracce di infiammazione encefalica nei pazienti CFS: era uno studio strumentale, con dati numerici e immagini cerebrali ottenute con l'uso di un particolare mezzo radioattivo, in grado di concentrarsi nei tessuti sede di infiammazione. Quel giorno -per la prima volta dopo più di due lustri- ebbi la sensazione di vedere in volto il mostro che tanto male mi aveva fatto; di penetrare -almeno un po'- il mistero che ha distrutto la mia vita, inghiottendola.

 

Dunque infiammazione del cervello (encefalomielite appunto), soprattutto del tronco e di alcune zone corticali. Da qui la compromissione delle facoltà cognitive, la perdita di memoria, i disturbi dell'umore; nonché lo sbilanciamento subclinico dell'asse ipotalamo-ipofisi-surrene. Ecco anche la causa della disautonomia, con improvvisi crolli pressori e la drammatica intolleranza ortostatica. Questi dati soddisfacevano non poco il mio intelletto, ma non rispondevano alla domanda ultima, ovvero quella sull'origine; sulla singolarità -direbbero gli astrofisici- che ha generato la costellazione di sintomi drammatici che costituivano il mio universo da così tanto tempo.
Detto in altri termini: la neuro infiammazione origina i sintomi, d'accordo; ma cosa origina la neuro infiammazione?

 

Intanto studiavo faticosamente un bel volume sul sistema immunitario, dal titolo accattivante 'How the immune system works'. Sintetico eppure esaustivo, con tanti schemi riassuntivi, come piace a me. Ero in una selva, nel mezzo della mia vita; ma davanti a me non trovai la Lupa o la Lince di dantesca memoria, quanto piuttosto popolazioni di cellule B intente nella sintesi di instancabili anticorpi e temibili cellule T, capaci di disporre di spaventose armi chimiche che farebbero indietreggiare qualunque esercito umano.

 

Mi sentivo ammirato di fronte alla complessità di questo sistema di sistemi di controllo, così articolato da poter difficilmente essere descritto dalle equazioni normalmente usate in ingegneria per la modellizzaazione di sistemi automatici. Mi sentivo però anche molto piccolo, incapace di averne una visione globale che potesse essermi di qualche utilità nella mi ricerca.

 

Comunque, mentre penetravo a stento nella foresta del nostro sistema immunitario e mi imbattevo nella sua fauna immaginifica di cellule e mediatori, qualcosa dentro di me maturava. Da un lato mi rendevo conto che le armi chimiche delle cellule T -tanto delle T killer quanto delle T helper- potevano certo essere la causa del mio stato, con la complicità degli anticorpi; dall'altro mi chiedevo se fosse lecito ammettere che la guerra che il sistema immunitario combatteva in me e Nalini fosse senza nemico.

 

Autoimmunità, di questo si parla nel mondo della CFS, almeno in Italia; è la spiegazione invocata per spiegare l'inspiegabile, ciò che non si riesce a misurare o capire. Mi ci imbattei presto nei miei studi e acquisii la conoscenza di alcuni meccanismi autoimmuni. Mi curai anche con cortisone, con qualche temporaneo miglioramento. Ma la domanda era: prima di invocare un meccanismo autoimmunitario, non sarebbe logico escludere la presenza di infezioni croniche che causino la reattività del sistema stesso?

 

Domanda legittima, non trovate? A me sembrò ovvia, e anche a Nalini. Così passai allo studio di un volume introduttivo di Microbiologia Umana e stilai con Nalini una lista dei principali indiziati come fattori eziologici della neuro infiammazione cronica. Preparammo un lungo elenco, basandoci anche sulla lettura di una raccolta di pubblicazioni, curata dal prof De Meirleir, il libro 'Chronic Fatigue Syndrome, clinical reviews and clinical advances'. Davanti alla nostra lente di ingrandimento di investigatori passarono così in rassegna i volti poco rassicuranti dei componenti del genere Mycoplasma -una nota banda di malfattori che tuttavia pare ignota alla medicina italiana; passarono poi in fila serrata i principali virus erpetici, cronici colonizzatori di tessuti umani; e poi la infinita teoria di parassiti e zoonosi. Nalini era instancabile nel cercare ospedali in Italia che potessero eseguire le analisi necessarie e in effetti scoprì che quasi tutte gli esami richiesti erano disponibili presso l'Ospedale Lazzaro Spallanzani di Roma. Iniziò allora una lotta di persuasione nei confronti dei nostri medici di base, al fine di ottenere le prescrizioni.

 

'Queste analisi non sono giustificate', così sentenziò un celebre esperto italiano di CFS a cui era stato sottoposto il nostro algoritmo di diagnosi differenziale. E poco dopo sapemmo che si era sbagliato di grosso. Ma non furono solo le analisi dello Spallanzani a fornirci la diagnosi reale, bensì quelle fatte in un laboratorio a più di 600 chilometri di distanza da Roma.

 

Zoonosi, le citavo prima. Sono malattie infettive trasmesse all'uomo dal contatto con animali. Un gruppo di zoonosi ben noto è quello delle Tick Born Disease, ovvero delle malattie trasmesse dalla zecca. Ehrlichia, Anaplasma, Rickettsia, Babesia e Borrelia, sono i principali generi di batteri inoculati da zecche infette, a cui va aggiunto un virus temibile, il TBE. Io e Nalini ci eravamo resi conto che le malattie appartenenti a questo gruppo erano in grado di condurre ad una sindrome indistinguibile in molti casi dalla CFS; eppure la loro ricerca raramente è contemplata nel percorso diagnostico per CFS, almeno in Italia. Così avevamo cercato un centro valido per diagnosticare o escludere la Malattia di Lyme, nome col quale spesso si intende l'intero gruppo delle infezioni trasmesse da zecche. Andammo perciò a Trieste -mentre eravamo ancora in attesa degli esiti dello Spallanzani- e scoprimmo una cosa interessante: scoprimmo quella che sembra essere la verità.

 

La Polymerase Chain Reaction fu scoperte da un chimico stravagante, Kary Mullis, di cui ho potuto leggere anche la divertente autobiografia, sulla cui copertina lo si vede mentre abbraccia una tavola da surf. Ma quando lessi il suo libro, non avrei mai immaginato che in qualche modo quello scienziato mi avrebbe tanti anni dopo salvato la vita. In effetti però, grazie alla tecnica messa da lui a punto, nel mio sangue periferico è stato possibile rintracciare il materiale genetico della Borrelia, e questo ha portato alla diagnosi di borreliosi cronica. Ma la coincidenza straordinaria (o forse no?) è stata che anche Nalini è risultata positiva allo stesso esame.

 

Per questo ora mi sto sottoponendo a terapie antibiotiche, con risultati fin qui incoraggianti. E per questo motivo ho scritto qui. Ho scritto una specie di racconto, seguendo l'ispirazione del momento e spero di non aver violato lo spirito di questo forum. In futuro sarò più breve e tecnico. Infatti, se sono qui è per ottimizzare il mio trattamento attraverso lo scambio di informazioni con voi tutti, nella speranza di procedere più velocemente verso il tanto sospirato 'e vissero tutti felici e contenti'.



#2 manga neko

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Inviato 30 ottobre 2014 - 22:53:37

Lev siamo amici e conosco molto bene la tua storia, ma rileggerla qui scritta così bene mi ha riportato alla mente i primi MP che ci siamo scambiati e l'amicizia che tra noi è nata. Il confronto con te e Nalini è stato per me vitale.
Grazie di cuore di tutto.... mio compagno di battaglie.
Anche di aver scritto questo bellissimo racconto.
Con affetto Manga Neko

#3 Visitatore_Filippo.D._*

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Inviato 31 ottobre 2014 - 00:55:54

Ti faccio i complimenti per la tenacia; la ricerca svolta; il racconto; e ti ringrazio per la preziosa testimonianza.
Domanda: chi come me non ha mai avuto febbre; mai un linfonodo ingrossato; negativissimo borrellia ....può avere lyme? Solo Trieste fa esami validi per lyme?

#4 gabry

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Inviato 31 ottobre 2014 - 07:02:19

lev è un racconto molto accurato che può aiutare a cercare la via della diagnosi a molti di noi!!!!!!  



#5 Piera.F

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Inviato 31 ottobre 2014 - 09:38:06

 Lev...grazie per aver condiviso. Incoraggiante è vedere che alcuni di voi stanno meglio e hanno trovato forse la giusta diagnosi e quindi la giusta cura. 

Ed è un aiuto per noi tutti..che siamo ancora nella ricerca. 



#6 vivolenta

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Inviato 02 novembre 2014 - 08:35:31

Ben scritto , ben detto, chiaro sintetico pulito , una testimonianza preziosa che rattrista per il menefreghismo con cui i malati siano trattati. Un percorso che condivido , uguale uguale . Maledetta sia l' indifferenza della classe medica. Resta ben poco da dire, hai detto tutto e molto bene tu. Grazie


Meglio cinghiale che pecora

#7 Falco

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Inviato 02 novembre 2014 - 11:04:54

Complimenti per l'intelligenza e la perseveranza....dimostrate.
e naturalmente grazie per la condivisione, preziosa per
tutti noi

#8 Lordz

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Inviato 02 novembre 2014 - 16:07:50

Forza.


Messaggio modificato da Lordz, 02 novembre 2014 - 16:08:27


#9 maurete

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Inviato 16 novembre 2014 - 01:57:30

Lev leggere la tua storia mi ha riportato all'esordio di tutto, anche io circa nel 2002 e con il famoso epstein barr virus,conseguenza di una mononucleosi o forse di un vaccino antinfluenzale , stesso percorso tuo, non ho avuto la tua brutta malattia e sono contento che sei riuscito a superarla. Comunque ora sono alla frutta lottando contro questa borrelia, lyme o come diavolo si chiami....e sto aspettando il dessert xche di certo ne usciremo tutti vincitori e tra qualche anno ci ricorderemo dei brutti momenti passati che ci sono serviti x accrescere la nostra energia interiore. L implosione diventera esplosione e come una supernova si creeranno nuove stelle che brilleranno più forti di prima....un abbraccio a tutti....a presto





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