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L’Aoup in prima linea in Italia con le nuove frontiere di diagnosi e terapia sulla fibromialgia.


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13 risposte a questa discussione

#1 Zac

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Inviato 16 aprile 2014 - 23:13:11

Fonte: http://www.gonews.it...a-fibromialgia/

 

16 aprile 2014 12:35

 

bazzichi_laura.jpg

 

Laura Bazzichi

 

L’Aoup in prima linea in Italia con le nuove frontiere di diagnosi e terapia sulla fibromialgia 16 aprile 2014 12:35Sanità Pisa Laura Bazzichi C’è anche lo zampino dell’Aoup nelle nuove linee guida nazionali, presentate a Roma nel marzo scorso, sulle più recenti e validate acquisizioni scientifiche sulla Chronic Fatigue Syndrome, comunemente conosciuta come sindrome da stanchezza cronica, che colpisce particolarmente le donne ed è difficile da diagnosticare. La reumatologa Laura Bazzichi, infatti, responsabile dell’Ambulatorio di fibromialgia e fatica cronica dell’Unità operativa di Reumatologia dell’Aoup (direttore, Prof. Stefano Bombardieri) è fra gli autori di alcuni capitoli del documento, promosso da Age.na.s-Agenzia nazionale per i servizi sanitari regionali, nell’ambito di un più vasto progetto strategico del Ministero della Salute sulla medicina di genere e l’appropriatezza delle cure. L’idea era di costituire una task force di esperti nazionali, per elaborare un documento che puntualizzasse gli aspetti salienti della patologia con un’ottica di genere e con l’autorevolezza di un’ampia ricerca bibliografica e multidisciplinare. E la Dr.ssa Bazzichi ha portato nelle linee guida il bagaglio di esperienze maturato a Pisa dove, da anni, esiste il Geff-Gruppo esperti fibromialgia e fatica cronica, cui afferiscono numerosi specialisti dell’Aoup, che svolge attività assistenziale all’interno dell’Ambulatorio dedicato nella Reumatologia del Santa Chiara. A lei si affiancano infatti psichiatri, psicologi, biologi, farmacisti, nutrizionisti e, a rotazione, si aggiungono fisiatri, gastroenterologi, infettivologi e neurologi. L’attività viene svolta il giovedì in regime di day service: al mattino, il paziente affetto da fibromialgia o sindrome della fatica cronica esegue un percorso assistenziale che prevede una serie di esami prestabiliti; nel pomeriggio, viene valutato in contemporanea da tutti gli esperti del gruppo. L’organizzazione prevede al mattino cinque day service e 15 visite ambulatoriali multidisciplinari pomeridiane; vengono seguiti oltre 2000 pazienti con fibromialgia e oltre 200 con fatica cronica Uno dei problemi principali della sindrome da fatica cronica è la difficoltà nel riconoscerla, dal momento che il sintomo predominante è la stanchezza. Ecco perché, non di rado, lo scetticismo provoca ritardi diagnostici, con gravi disagi per i pazienti, che lamentano per anni un pessimo livello della qualità della vita. Nota anche come encefalomielite mialgica, è una patologia che si manifesta generalmente in soggetti adulti tra i 20 ed i 40 anni (nella maggior parte dei casi donne) ed ha un andamento ciclico. Chi ne è affetto lamenta, oltre alla stanchezza disabilitante, che riduce di oltre il 50% le proprie attività, anche dolori delle ghiandole linfonodali cervicali e ascellari, faringite, febbricola, dolori muscolari e articolari, cefalea, problemi di concentrazione e memoria, disturbi del sonno. La fatica che caratterizza la malattia non solo non si allevia con il riposo ma si aggrava in seguito allo svolgimento di attività fisiche e/o intellettuali. Con l’avanzare della malattia si possono associare disturbi dell’umore di tipo reattivo. Quanto alla diagnosi, si può dire che la prognosi, alla fine, si ottiene per esclusione di altre forme patologiche, compresi i disturbi psichiatrici correnti, ed è generalmente confermata se il paziente presenta almeno 4 dei sintomi sopra correlati per almeno 6 mesi. Le terapie attualmente somministrate prevedono, quanto a farmaci, antidepressivi, cortisonici, antivirali, integratori, immunostimolanti e/o immunosoppressori, associati a terapia cognitivo-comportamentale e ad una moderata attività fisica (di Emanuela del Mauro).

Leggi questo articolo su: http://www.gonews.it...a-fibromialgia/
 


Zac
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#2 Brisen

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Inviato 17 aprile 2014 - 08:17:08

Le terapie attualmente somministrate prevedono, quanto a farmaci, antidepressivi, cortisonici, antivirali, integratori, immunostimolanti e/o immunosoppressori, associati a terapia cognitivo-comportamentale e ad una moderata attività fisica.

Mi verrebbe da dare una rispostaccia, ma ogni tanto devo stare zitta, anche perché ormai ti possono denunciare per diffamazione pure se non fai i nomi.... Però, nn è normale, ci rendiamo conto? Continuo a non capire cosa c'entri la terapia cognitivo comportamentale, continuo a non capire la prescrizione di antidepressivi, e sinceramente considero antivirali e cortisone delle terapie davvero antiche.... Ma queste sono solo le mie opinioni. Comunque è assurdo che con tanto candore dicano queste baggianate!!!
Più che altro è molto preoccupante se l'attività fisica la prescrivono anche ai malati di CFS oltre che ai malati di Fibro

Messaggio modificato da Brisen, 17 aprile 2014 - 08:18:44


#3 invisibile

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Inviato 17 aprile 2014 - 15:00:39

Anche stavolta le obiezioni di Brisen sono le stesse che vengono in mente a me: questa è disinformazione pura. Questa gente ci sta danneggiando moltissimo.

#4 Piera.F

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Inviato 18 aprile 2014 - 09:07:12

leggo quanto scritto e rimango basita!!!!

Ma mi chiedo...io sono stata a Pisa e non ho visto nulla di quanto sopra esposto. Ho fatto dei prelievi e alcuni test..ho visto la psichiatra e fine della fiera. 

Biologi, nutrizionisti, farmacisti, fisiatri, gastroenterologi, infettivologi e neurologi???????!!!!!! A rotazione...???? Si viene valutati da tutti gli esperti del gruppo????!!!!!!  :o  :blink: 

Boh....io ho fatto una prima visita privata dalla dottoressa...mi ha aperto un day service...ho fatto alcuni esami...ho fatto visita conclusiva sempre dalla dottoressa, dove venivo rimandata da altri specialisti per verificare i valori sballati. Mi sono stati prescritti questi farmaci: flexiban, ddm chinone, gabapentin e attività fisica quando riuscivo. E tanti saluti.



#5 Zac

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Inviato 18 aprile 2014 - 15:37:09

Non vorrei fare l'avvocato del diavolo, di solito sono dall'altra parte della barricata, ma vorrei dire la mia sull'articolo.

Per prima cosa è scritto da un giornalista, normalmente da una persona che non conosce ne il malato ne la malattia, e questo vale per quasi tutti gli articoli.

 

La terapia comportamentale spesso aiuta, non è una terapia, dovrebbe fare da supporto a tutte le malattie croniche, invalidanti, eventi traumatici anche non direttamente fisici ecc., per cognitivo comportamentale intendo quella che dura un mese al massimo.

 

Gli antidepressivi si usano in reumatologia per la fibromialgia, ovviamente si parla di quelli che agiscono sui recettori del dolore, non hanno nulla a che fare con la depressione anche se appartengono a quella categoria.

 

L'attività fisica... va valutata caso per caso, non tutti sono allettati o addivanati e è logico che se non ti muovi stai male, ci si dimentica quasi sempre, come nelle scandalose linee guida agenas, di citare la gravità della malattia CFS ed ME, ci sono delle scale di valutazione consolidate nel tempo, cosi come nella FM, e i trattamenti cambiano da caso a caso e dal grado di severità dei sintomi.


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#6 Piera.F

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Inviato 18 aprile 2014 - 16:12:38

zac..io sono perfettamente d'accordo con te. La terapia comportamentale..la psicoterapia, aiutano e tanto anche. Soprattutto per chi non riesce a far fronte psicologicamente alla malattia e per malattia intendo tutte le malattie... E ci sta pure la depressione reattiva ad una malattia che ti toglie tutto..e quindi è opportuno e saggio curare l'aspetto psicologico. 

Per l'attività fisica..io credo che ogni persona non stia volontariamente seduta o a letto..altrimenti non staremmo qui a parlare. 

Io quando mi sento leggermente meglio seguo il mio istinto che è certamente quello di "fare"..perchè appunto è quello che mi viene spontaneo e naturale. Anzi..non appena mi sento un po' meglio mi viene proprio voglia di fare..e magari tutte le volte credo che finalmente sia arrivata la volta buona..che ho girato pagina, fino al crollo successivo dove mi rendo conto che non ho girato nulla..che è ancora tutto li...

Poi è vero che ogni caso va valutato a se...



#7 vivolenta

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Inviato 21 aprile 2014 - 09:41:47

so di risultare forse noiosa ma si presentano queste patologie sempre come malattie con le quali tutto sommato si puo convivere , purtroppo si parla sempre troppo poco o mai di chi ha le forme gravi, di chi ha dolori che neppure la morfina riesce a calmare e di cui nessuno si occupa .


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#8 Brisen

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Inviato 23 aprile 2014 - 09:55:47

La terapia comportamentale aiuta chiunque abbia una malattia ma non è che a mia madre che ha il diabete le hanno detto di fare psicoterapia per stare meglio!
Per quanto riguarda gli antidepressivi, trovatemi una persona che li assume per la fibro e sta realmente meglio, non ha effetti collaterali, e può smetterli quando vuole. Non credo ci sia ma se c'è tanto di cappello agli antidepressivi! :)

#9 Zac

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Inviato 23 aprile 2014 - 13:26:08

Brisen, GUARITA è una parola grossa, conosco persone che non hanno ricevuto il minimo aiuto dagli antidepressivi "particolari" per la fibromialgia, altri si e sono in terapia nell'ambulatorio reumatologico per la fibromialgia della ASL della mia città, alcuni li assumono regolarmente e altri saltuariamente.

 

Se un evento è traumatico la terapia comportamentale può essere un buon supporto, in alcune ASL nei reparti oncologici è prassi, in altre ASL no, costa anche quella e ci vuole personale in gamba.


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#10 Brisen

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Inviato 24 aprile 2014 - 07:40:11

Non ho scritto la parola GUARITA Zac, ho scritto REALMENTE MEGLIO, sono due cose molto diverse ;)
Comunque, se mi parli di tumori è un'altra cosa.... La psicoterapia è sicuramente utile quando si ha a che fare con una malattia che mette in serio rischio la vita. Ma la fibromialgia non è una malattia mortale e la ME/CFS lo è solo in pochissimi casi, quindi è molto diverso.

Messaggio modificato da Brisen, 24 aprile 2014 - 07:41:10


#11 manga neko

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Inviato 30 aprile 2014 - 15:57:57

Perfetto ZAC.
Aggiungo che l'attività fisica a me cfssina a Pisa è stata vietata (nero su bianco)
Ricordiamoci che nell'articolo non si parla solo di CFS ma anche di FM.

#12 lupin3

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Inviato 30 aprile 2014 - 17:45:04

a mio avviso antidepressivi e terapia comportamentale possono servire ad evitare che uno si ammazzi volontariamente.perchè forse non sarà una malattia mortale,ma se devo passare il resto della mia vita a guardare gli altri bhè mi serve un motivo valido per andare avanti.

 

questo oltre ai vari problemi economici che la malattia pone.

 

per cui direi che un supporto emotivo è straconsigliato



#13 Zac

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Inviato 01 maggio 2014 - 13:43:44

 La psicoterapia è sicuramente utile quando si ha a che fare con una malattia che mette in serio rischio la vita. Ma la fibromialgia non è una malattia mortale e la ME/CFS lo è solo in pochissimi casi, quindi è molto diverso.

Spesso non si muore direttamente per una malattia, e poi.. ti sembra vita vivere al 10-20%?

Sono in tanti a non sapere e a non voler sapere come stanno certi malati, e nemmeno certi sani con difficoltà.


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#14 Brisen

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Inviato 03 maggio 2014 - 16:05:35

La terapia comportamentale aiuta chiunque abbia una malattia ma non è che a mia madre che ha il diabete le hanno detto di fare psicoterapia per stare meglio!


Mi sembra di aver già detto che la psicoterapia puo esere utile per ogni malattia se la persona malata è incapace di affrontare il trauma. Ma ovviamente non cura niente di fisico, aiuta solo ad accettare le cose.




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