Posted 07 March 2006 - 11:39:55
In questa occasione, vorrei fare alcuni riflessioni.
Tutto il mondo occidentale è stato costruito su ritmi economici. L'uomo è stato messo da parte e, con l'introduzione delle macchine nelle industrie, ha dovuto imparare ad andare veloce quanto la macchina, a correre sempre di più, non certo per un proprio vantaggio, ma per quello dei padroni....chi non ricorda il grande Charlie Chaplin nel suo indimenticabile "Tempi moderni"! La donna, che ha cominciato a reclamare i propri diritti anche nel mondo del lavoro, si è vista togliere l'assistenza post partum (al 3° giorno dal parto SI DEVE tornare a casa), delegando questa assistenza a una famiglia spesso troppo occupata per garantirla, mentre una volta, per 40 giorni, la donna allattava solo il suo bambino e riposava. I bambini sono stati privati del millenario allattamento che durava mesi e mesi, perchè quella classe medica al servizio degli industriali ha stabilito che a 3-4 mesi il bambino può iniziare ad essere svezzato, con tutti i danni che ne seguono (nessun alimento dà al bambino le difese immunitarie del latte materno!) Anche negli ospedali i malati vengono svegliati, visitati e devono assumere i pasti in base ai ritmi lavorativi dei medici e degli infermieri, non certo sui propri. E l'elenco purtroppo potrebbe continuare!
Immaginate invece un mondo costruito sul "tempo delle donne" e non su un sistema economico. Nel tempo delle donne, che non vuol dire unicamente per le donne ma per tutti, non esiste solo il lavoro, la casa, le corse per prendere i figli a scuola, per portarli in piscina, ecc....esistono soprattutto gli umani spazi per gli affetti, la cura dei malati, l'assistenza agli anziani e per se stessi. Il tempo delle donne non contempla corse frenetiche, perchè è a misura d'uomo (stavolta userei "a misura di donne"); non calcola l'utile economico, ma dà grande valore ai veri pricipi di vita, il tempo delle donne non accumula denari, ma è un immenso giardino in cui coltivare tutti i sentimenti, le emozioni, le sensazioni dell'essere e soprattutto per vivere!
Ora che il carico di lavoro delle donne è superiore a quello maschile, l'Unione europea, ormai da anni, indica nelle politiche di conciliazione tra tempi di vita e di lavoro una delle strategie per garantire loro la permanenza nel mercato occupazionale.
Le donne chiedono tempo, non denaro...un valore che non ha prezzo.
Sono state proprio le donne a dar vita alle prime banche del tempo in Italia, una decina di anni fa. Nel '95 a Ivrea, in provincia di Torino, nasceva la prima esperienza regionale all'interno dell'associazione "Donne contro la discriminazione". Lo scopo era promuovere e aiutare le donne a far fronte a impegni spesso difficili da conciliare: la famiglia, il lavoro, la casa, la realtà personale. Due anni dopo, per iniziativa di un gruppo di consigliere comunali, vedeva la luce l'esperienza di Sant'Arcangelo di Romagna, destinata a diventare un esempio per le successive banche del tempo, che prevedono lo scambio di servizi e persino di oggetti su base non monetaria, definita volta per volta. Nelle banche del tempo è valorizzata qualsiasi attività, non conta cosa si scambia, ma come lo si fa: così un'ora di pulizie vale un'ora di lezioni di biochimica, di baby sitting o di conversazione in portoghese.
Questo non è certo il mondo costruito sul tempo delle donne, ma ricava spazi che sfuggono alla logica economica e danno vita a rapporti più umani, nei quali lo scambio non si basa sul denaro, ma sul tempo sottratto al dio denaro.
(segue)