Passeggiando per i vari giornali on line trovo una lettera di un medico neurochirurgo,che fa il bilancio dei suoi 25 anni di professione in modo molto critico.A me ha fatto pensare molto,la posto nel forum,per conoscere anche il vostro pensiero.Io ci vedo tanta amarezza e delusione,alla cui base c'è una forte disillusione sia da parte del medico che da parte dell'un'utenza.Una utenza,che in buona percentuale, ha perduto molto della sua fiducia nella medicina e nei medici,che sulla carta,e tramite i vari mass-Media,ha dispensato successi a destra e manca,ma che nelle realtà dei fatti,sono molti inferiori alle aspettative della media dei pazienti.Internet,e lo dico da tempo,avrebbe portato la crisi di tale categoria,la spiegazione,semplice,si accusano dei sintomi,si gira tra i vari medici,e si ottengono 10 diagnosi diverse e dieci terapie altrettanto diverse,ed io ebbi a dire in tempi lontani,che è finita la riservatezza dei risultati medici,e quindi,il lavoro si è fatto difficile.Prendete me,ho fatto alcuni interventi medici nella mia vita,al naso,occhi e bocca,e quasi in tutti avrei potuto adire le vie legali per negligenza dell'operatore che hanno comportato complicazioni,che rientrano in una casistica dell'1-2%al max,come dire tutto a me.Poi a vedere bene le cose,a girare per i siti specializzati in tali interventi,si capisce che la casistica di problematiche è molto più vasta.Nonostante cio',ritengo che la categoria dei medici è ancora tra le migliori,specialmente tra i giovani medici,che sono quelli più preparati ed aggiornati.Insomma i problemi cognitivi e di abilità avanzano,anche tra i normali senza cfs,ecc.,e ci sono professioni come i medici ed i magistrati,per fare un esempio,che per delicatezza ed importanza,trattandosi di vite umane,non possono permettersi di non essere al top,a costoro si richiede lucidità mentale,memoria,sintesi e velocità di Sinapsi.Ho assistito per via web,ad alcuni processi,nel vedere l'impaccio e la scarsa memoria di quei giudici,avanti negli anni,non sapevo se ridere o piangere,povera utenza.............
Questa è la sua lettera:
Fare i medici fa male alla salute e al portafogliIl bilancio di 25 anni da neurochirugro: tanta fatica per una professione che ormai è tutt'altro che prestigiosa. Il gradimento della categoria è ai minimi. E il rischio di cause da parte dei pazienti impedisce di lavorare.
di Mario Vitale
Da 25 anni sono neurochirurgo; mi sono laureato a 25 anni e con grande entusiasmo ho iniziato la faticosissima carriera del neurochirurgo; prima a Verona, poi come primario presso l’Ospedale regionale di Bolzano, ora come direttore della neurochirurgia di una struttura privata accreditata della Romagna. Ho sempre scelto la strada più faticosa che però mi collocasse nelle strutture di eccellenza del nostro Paese. In 25 anni sono cambiate molte cose, in peggio, tanto da svilire la nostra professione che oggi è senza dubbio la più «sputxxxta». Mai infatti il gradimento della classe medica aveva raggiunto, nella media nazionale, così bassi indici.
Colpa dei medici, colpa della politica, colpa della globalizzazione? Non saprei ma le cause possono essere riassunte spero chiaramente in alcuni punti.
a) La riforma della sanità del 1990 ha dato ampi poteri alla politica di nominare i direttori generali i quali, provenienti da esperienze manageriali le più disparate, e privi di qualsiasi preparazione in ambito medico, hanno ampia facoltà di scelta dei direttori di reparto e dei servizi ospedalieri; oltre ad applicare abbondantemente «la propria pancia» nelle scelte personali dei responsabili sanitari, spesso senza alcuna motivazione scientifica o di referenze.

La sanità pubblica viene oggi amministrata con criteri puramente economici al fine di far quadrare a fine anno il bilancio a scapito della qualità della prestazione sanitaria; noi direttori di reparto, senza alcuna preparazione specifica dobbiamo ogni anno discutere il «budget» di gestione del nostro reparto dovendo anno per anno economizzare la spesa pena la mancata riconferma dell’incarico dopo 5 anni; un anno si deve ridurre la spesa radiologica cioè razionalizzare la richiesta degli esami radiologici; l’anno dopo si devono ridurre del 6% le richieste di farmaci utilizzando farmaci meno specifici e meno costosi con ovvi risultati; l’anno dopo ancora vanno selezionati i tipi di interventi chirurgici e aboliti gli interventi ritenuti onerosi in termini di «manpower» come amano dire i nostri direttori e di spesa di sala operatoria. Un intervento rivoluzionario potrebbe essere bocciato dalla direzione amministrativa perché troppo costoso.
A questo scopo vengono assunte dai nostri direttori delle società di consulenza che affiancano i primari nell’arduo compito e che costano all’anno non meno di 250mila euro. Tutto questo per consentire ai direttori generali di autopromuoversi a fine anno grazie agli obiettivi raggiunti; si tratta di galloni da mettere sulla divisa? No, si tratta di prebende pari all’8/10% del trattamento economico dell’anno precedente (30-40mila euro in più all’anno, oltre ai minimo 200mila euro già accordati).
c) La pletora di avvocati che scorrazzano in Italia ha aperto una nuova stagione, nera, nel campo dei risarcimenti per supposta malasanità. E non mi riferisco a casi eclatanti di pazienti morti per errori marchiani o a vicende sciagurate, ma alle richieste di rimborso per supposti danni materiali e morali che ormai il 25% dei pazienti avanza anche per interventi riusciti ma che hanno in qualche modo lasciato qualche strascico rimediabile. Le richieste di indennizzo sono aumentate del 400% negli ultimi due anni, anche a causa della crisi economica; un po’ come accade per il gioco d’azzardo, in tempi di crisi si cerca di centrare il colpo che ti risolve i problemi. Per esempio un operato per ernia del disco lombare può seguitare a lamentare dolori (veri o falsi) persistenti anche dopo l’intervento tecnicamente riuscito; troverà immediatamente un avvocatucolo di periferia e un prezzolato medico legale che con la promessa di chiedere la parcella solo a processo vinto scatenano una guerra di perizie al fine di concordare con l’assicurazione del medico curante un accordo extragiudiziale. Basta che il consenso informato che il paziente firma prima dell’intervento sia in qualche modo «incompleto» o «mendace». Le assicurazioni pagano senza motivo pur di evitare un processo e poi si rivalgono sui medici che non riescono più a trovare compagnie disposte ad assicurarli. Risultato: oggi ci vediamo costretti come accaduto negli Stati Uniti a ricusare il paziente; in altre parole, se il paziente mi puzza di essere portatore di guai, lo escludo dalla indicazione chirurgica e se questo può portarlo a morte o a disabilità permanente non è più affar mio; tutt’al più mi becco una condanna per imprecisa diagnosi. Oggi tutti gli operatori sanitari stanno riducendo le prestazioni sanitarie o meglio le rendono più blande, non rischiose, non attaccabili con il risultato di abbassare enormemente la qualità.
d)
La sfiducia nei medici apre il grande capitolo del fai da te via internet; la gente si informa sui blog e sui forum, si confronta; discute delle terapie subite e le consiglia o le sconsiglia e vale molto di più un parere di uno sconosciuto su internet che quello del medico specialista in ambulatorio. Drammi umani si consumano su google dove più di un paziente ha interpretato la propria «sclerosi dei piatti vertebrali» (una normale artrosi da consumo) con la sclerosi multipla. E provate voi a convincerlo che ha preso un abbaglio. Sono finiti i tempi romantici della professione medica intesa come modus vivendi e operandi; la missione alta e qualificante. Dico ai giovani, lasciate perdere la professione medica, fate gli avvocati, date la caccia ai medici della malasanità; in fondo non rischierete nulla, al limite di prendervi solo il 70% dell’indennizzo che il povero diavolo di turno avrà ottenuto.*Medico chirurgo, primario di Neurochirurgia

Iosto'conChiara
Quando le voci in te parlano di fine;
quando la mente dice che hai perduto;
quando credi che sia impossibile;
eppure prosegui,ti sollevi sulla tua Spada;
e fai ancora un altro passo;
Lì è dove termina l'Uomo;
Lì è dove comincia Dio.
Mentre si aspettano future ricerche è importante per prima cosa non
nuocere.
Non è vero che i giorni di pioggia sono i più brutti, sono gli unici in cui puoi camminare a testa alta anche se stai piangendo.
"Nessun Medico può dire che una malattia é Incurabile.
Affermarlo é come offendere Dio, la Natura e disprezzare il Creato.
Non esiste malattia, per quanto terribile possa essere,
per la quale Dio non abbia una cura corrispondente".
Paracelso
“Questa realtà è solo un sogno di cui siamo convinti!”

Mio collegamento
Per quanto riguarda l'ipotesi che la CFS possa essere una forma di Depressione Mentale,tutti gli studi hanno contraddetto tale approccio.Per citare un solo ma importante rilievo clinico:i livelli di Cortisolo sono molto bassi nella CFS,al contrario di quelli alterati verso l'alto della Sindrome Depressiva.
Allora, se capiamo che siamo responsabili di ciò che viviamo, già questo cambia del tutto la visione delle cose.
Livello anormalmente alto o basso di cAMP causa difetti di apprendimento e di capacità di memoria,in generale.
Sul cAMP ci sarebbero molte cose da dire al fine di una buona memoria e cognitività,forse lo faro' un giorno sul mio topic,tempo permettendo,ora voglio solo ripetere una verità a cui sono arrivato da qualche anno,aumentare il cAmp nei giovani comporta un miglior apprendimento e memoria,accade l'inverso nelle persone adulte o anziane.Quindi il cervello dei giovani si comporta all'opposto dei cervelli dei vecchi ed anziani questo avviene anche negli animali da laboratorio,questo spiega anche tutta la diatriba sulla Cannabis terapeutica..........negativa nei giovani un toccasana negli anziani,perchè comporta una diminuzione,appunto,del cAmp e quindi potenzia la comunicazione tra neuroni e quindi la memoria,apprendimento e cognitività,mal ridotti nella CFS/ME,fibromialgia,MCS,MBS,ed altre......
https://www.youtube....h?v=ICjFAa2ZbIY
