Ricercatori U.s.a.scoprono Un Retrovirus collegato alla CFS
#1
Inviato 12 novembre 2009 - 01:51:35
di Giada Da Ros – Presidente della CFS Associazione Italiana di Aviano
Una importante scoperta è stata annunciata dal Ministero della Sanità americano insieme ai ricercatori che sono stati artefici della scoperta: ci sono prove di un collegamento fra la CFS e un gammaretrovirus chiamato Xenobiotic Murine Retrovirus (XMRV).
Testo originale: http://www.cancer.gov/newscenter/pressreleases/CFSxmrv
Di seguito trovate la traduzione del comunicato stampa ufficiale del Ministero della Sanità americano:
“Gli scienziati hanno scoperto un potenziale retrovirus collegato alla sindrome da fatica cronica, conosciuta come CFS, una malattia debilitante che colpisce milioni di persone negli Stati Uniti. I ricercatori del Whittemore Peterson Institute (WPI), che si trova presso l’Università del Nevada, Reno, il National Cancer Institute (NCI), parte del National Institutes of Health (il Ministero della Sanità americano) e la Cleveland Clinic riportano la loro scoperta online nel numero di “Science” dell’8 ottobre 2009.
“Abbiamo ora le prove che un retrovirus chiamato XMRV è frequentemente presente nel sangue dei pazienti con la CFS. Questa scoperta può essere un passo significativo nella scoperta di opzioni di trattamento vitali per milioni di pazienti”, dice Judy Mikovits, Ph.D., direttore della ricerca per il WPI e leader del team che ha scoperto questa associazione. I ricercatori hanno tuttavia messo in guardia sul fatto che questa scoperta mostra che c’è un’associazione fra l’XMRV e la CFS, ma non prova che il XMRV causa la CFS.
Gli scienziati forniscono una nuova ipotesi per un collegamento del retrovirus con la CFS. Il virus, XMRV, è stato per la prima volta identificato da Robert H. Silverman, Ph.D., professore nel Dipartimento di Biologia del Cancro, al Cleveland Clinic Lerner Research Institute, in uomini che avevano uno specifico difetto del sistema immunitario che riduceva la loro capacità di combattere le infezioni virali.
“La scoperta dell’XMRV in due importanti malattie, il cancro alla prostata e ora la sindrome da fatica cronica, è molto eccitante. Se viene stabilita una causa-ed-effetto, ci sarebbe una nuova opportunità per la prevenzione e il trattamento di queste malattie”, ha detto Silverman, un coautore dell’articolo sulla CFS.
Una comunanza di un difetto del sistema immunitario nei pazienti con la CFS e con il cancro alla prostata ha portato i ricercatori a cercare il virus nei loro campioni di sangue. In questo studio, gli scienziati del WPI hanno identificato l’XMRV nel sangue di 68 pazienti con la CFS su 101 (il 67 per cento). Al contrario, hanno trovato che otto su 218 delle persone sane (3,7 per cento) contenevano DNA XMRV. La squadra di ricerca non solo ha scoperto che le cellule del sangue contenevano XMRV, ma anche che esprimevano proteine XMRV ad alti livelli e producevano particelle virali infettive. In questo momento si sta sviluppando un test validato clinicamente per individuare gli anticorpi XMRV nel plasma dei pazienti.
Questi risultati sono anche supportati dalle osservazioni delle particelle di retrovirus nei campioni dei pazienti quando vengono esaminate usando la microscopia elettronica a trasmissione. I dati dimostrano il primo isolamento diretto dell’XMRV infettivo negli esseri umani.
“Questi convincenti dati permettono lo sviluppo di una ipotesi che riguarda la causa di questa complessa e incompresa malattia, dal momento che i retrovirus sono casule note di malattie neurodegenerative e del cancro nell’uomo”, dice Francis Ruscetti, Ph.D., del Laboratorio di Immunologia Sperimentale, NCI.
Si è anche dimostrato che i retrovirus come l’XMRV attivano un certo numero di altri virus latenti. Questo potrebbe spiegare perché così tanti differenti virus, come il virus Epstein-Barr, che è stato collegato casualmente al linfoma di Burkitt e ad altri linfomi negli anni Settanta, sono stati associati alla CFS. E’ importante notare che i retrovirus, come l’XMRV, non sono trasportati dall’aria.
“Le prove scientifiche che un retrovirus è implicato nella CFS apre un nuovo mondo di possibilità per così tante persone”, ha detto Annette Whittemore, fondatrice e presidente del WPI e madre di una paziente con la CFS. “Gli scienziati possono ora cominciare l’importante lavoro di tradurre questa scoperta in cure mediche per le persone con malattie collegate all’ XMRV”.
Dan Peterson, M.D., direttore medico del WPI ha aggiuto, “I pazienti con la CFS hanno a che fare con una miriade di problemi di salute mentre la loro qualità delle vita diminuisce. Sono eccitato dalla possibilità di fornire ai pazienti, che risultano positivi all’XMRV, una diagnosi inequivocabile, e, si spera molto presto, una gamma di opzioni di trattamento efficace”.”
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Questo è il comunicato. Un abstract dell’articolo di ricerca è disponibile online sul sito di Science (www.sciencemag.org), mentre l’intero articolo è disponibile per gli abbonati (Reference: Lombardi VC, Ruscetti FW, Gupta JD, Pfost MA, Hagen KS, Peterson DL, Ruscetti SK, Bagni RK, Petrow-Sadowski C, Gold B, Dean M, Silverman RH, and Mikovits JA. Detection of Infectious Retrovirus, XMRV, in Blood Cells of Patients with Chronic Fatigue Syndrome. Online October 8, 2009. Science).
Intervistata telefonicamente da Reuters, la dottoressa Mikovits anticipa che “Si possono immaginare una certo numero di terapie combinate che possono essere piuttosto efficaci e che potrebbero essere usate da subito almeno nei trial clinici”. Anticipa che i pazienti potrebbero ottenere benefici da come quelli usati per l’AIDS, il cancro o le infiammazioni. Alcuni dei medicinali utilizzati per l’AIDS, come gli inibitori non nucleosidici della trascrittasi inversa, potrebbero ad esempio essere usati come potenziali trattamenti per la CFS.
Su NatureNews poi, William Reeves, principale ricercatore del programma di ricerca sulla CFS dei Centers for Disease Control and Prevention (CDC) ammette che la scoperta è “inaspettata e sorprendente” e aggiunge che i CDC stanno già cercando di replicare i dati ottenuti in questi studi. (http://www.nature.com/news/2009/091008/full/news.2009.983.html)
Scarica il documento: Traduzione_Comunicato_Stampa_dei_NIH.pdf
#2
Inviato 26 novembre 2009 - 13:29:47
Sono 8 pagine in formato word e PDF con le 4 traduzioni:
- RICERCATORI SCOPRONO UN RETROVIRUS COLLEGATO ALLA CFS
- RETROVIRUS XMRV: UN TEST DIAGNOSTICO ENTRO L'ANNO
- CFS E XMRV SUL "NEW YORK TIMES": LA DOTT.SSA KLIMAS RISPONDE
- SCOPERTA XMRV: INTERVISTA AD ANNETTE WHITTEMORE E JUDY MIKOVITS
- IL DR. DAVID S. BELL SULL’XMRV: UN “VIRUS BURATTINAIO”
- INCONTRO CFSAC: PRESENTAZIONE DEL DOTTOR DANIEL PETERSON SULL’XMRV
- STUDIO INGLESE NON TROVA COLLEGAMENTO FRA XMRV E CFS/ME
- COMUNICATO STAMPA DEL WPI IN RISPOSTA ALLO STUDIO INGLESE STUDIO INGLESE
- LA DOTT.SSA VERNON RAGIONA SUI RISULTATI PUBBLICATI DA "RETROVIROLOGY"
Scarica l'allegato:
__Scoperta_XMRV.doc
__Scoperta_XMRV.pdf
ULTIMO AGGIORNAMENTO 19 Marzo 2010
#3
Inviato 20 gennaio 2010 - 11:58:19
Il 18 gennaio 2010, l'Associazione ha tenuto la sua prima di una serie di seminari on-line ( "webinar") con 624 preregistrati e 369 partecipanti durante il programma.
XMRV: Implicazioni nella CFS
Speaker: Lucinda Bateman, MD of Fatigue Consultation Clinic in Salt Lake
Moderata da Suzanne D. Vernon, PhD
Dr. Lucinda Bateman, un internista che si dedica alla gestione e la cura della sindrome da fatica cronica (CFS) e alla fibromialgia, ha descritto le nozioni di base delle più recenti ricerche di collegamento XMRV (un retrovirus umano) e CFS. Ha anche condiviso alcune intuizioni che questa scoperta potrebbe significare per il mondo CFS e per i pazienti, così come il suo punto di vista su altre attività di ricerca in corso.
Dr. Suzanne Vernon è direttore scientifico dell'Associazione CFIDS's. Ha conseguito il dottorato in virologia presso l'Università del Wisconsin e aveva 17 anni di esperienza nella ricerca sulla salute pubblica sulle malattie infettive prima di entrare nel personale dell'Associazione nel 2007 per condurre il suo programma di ricerca. Dr. Vernon modererà il programma. Per informazioni più aggiornate su XMRV compresi i link a tre articoli scritti dal Dott. Vernon su studi recenti, visitare il sito dell'Associazione Web all'indirizzo http://www.cfids.org/XMRV/default.asp.
Purtroppo, a causa di un problema tecnico che si è verificato nel corso della presentazione, ci impedisce di avere un video del seminario, come avevamo sperato, ma le slide di presentazione possono essere visualizzati in http://www.cfids.org/webinar/xmrv-slides-jan2010.pdf.
Un partecipante ha registrato il programma, ed è ora disponibile sul nostro YouTube a http://www.youtube.com/solvecfs#p/f.
Inoltre, il Dr. Bateman ha accettato di presentare un programma aggiornato sullo stesso argomento, quando ha ulteriori notizie e dati da condividere.
Potete continuare a leggere il testo al link scritto all'inizio del post.
Dal sito www.prohealth.com
Chiudendo il suo intervento con un positivo "Nello Scenario Peggiore", il dottor Bateman suggerisce:
"Anche se alla fine determiniamo che l’XMRV infetta soltanto un piccolo sottogruppo di pazienti con CFS, e /o che non è la primaria, ma piuttosto una infezione secondaria, per lo meno... Questa importante scoperta è riuscita a portare l'attenzione internazionale sulla CFS nelle comunità medica, farmaceutica e di ricerca, e ai responsabili politici.
"Il nostro compito è quello di contribuire a sostenere questo interesse!"
Link alternativo per vedere il video (diviso in 9 parti) su youtube:
I commenti alla scoperta del retrovirus sono qui: http://www.cfsitalia.it/public/CFSForum/index.php?showtopic=4213
#4
Inviato 17 febbraio 2010 - 15:15:28
October 2009
Prima dichiarazione:
"Failure to Detect the Novel Retrovirus XMRV in Chronic Fatigue Syndrome"
http://www.plosone.org/article/info:doi/10.1371/journal.pone.0008519
La traduzione è sul CFSMagazine: www.CFSMagazine.it
6 Gennaio 2010
Prima replica:
"Comunicato stampa del WPI in risposta allo studio inglese":
http://www.wpinstitute.org/news/docs/WPI_Erlwein_010610.pdf
La traduzione è sul CFSMagazine: www.cfsmagazine.it
------
15 February 2010
Secondo studio che NON trova il retrovirus:
"Absence of xenotropic murine leukaemia virus-related virus in UK patients with chronic fatigue syndrome":
http://www.retrovirology.com/content/7/1/10
18 Febbraio 2010
Replica del WPI:
"WPI is aware of the recent UK study that was unable to detect the presence of XMRV in any CFS patient samples."
http://www.wpinstitute.org/news/news_current.html
25 Febbraio 2010
Terzo studio che NON trova il retrovirus.
Uno studio pubblicato il 25 febbraio 2010, sul British Medical Journal da Frank van Kuppeveld, et al, dei Paesi Bassi non ha trovato prove del virus della leucemia murina xenotropic-virus correlati (XMRV) in 32 pazienti con CFS e 43 controlli appaiati . Questo studio ha usato campioni di sangue raccolti nel periodo 1991-1992 da pazienti CFS definito dai criteri di Oxford. Nessuno dei casi o dei controlli sono risultati positivi per reazione a catena sensibili della polimerasi (PCR).
http://www.cfids.org/xmrv/022510study.asp
#5
Inviato 05 maggio 2011 - 15:01:48
Traduzione automatica
Journal of Virology
Assenza di XMRV e altri virus MLV-correlate nei pazienti con sindrome da affaticamento cronico
1 Dipartimento di patologia, Università dello Utah, Salt lake City, Utah, 84112 2 Fatica consultazione clinica, Salt Lake City, Utah, 84102 3 ARUP laboratori, Salt Lake City, Utah, 84108 4 Dipartimento di anestesiologia, Università dello Utah, Salt Lake City, Utah, 84112
Clifford H. Shin1, Lucinda Bateman2, Robert Schlaberg1, Ashley M. Bunker3, Christopher J. Leonard1, Ronald W. Hughen4, Alan R. Light4, Kathleen C. Light4, and Ila R. Singh1,* 1 Department of Pathology, University of Utah, Salt lake City, Utah, 84112
2 Fatigue Consultation Clinic, Salt Lake City, Utah, 84102
3 ARUP Laboratories, Salt Lake City, Utah, 84108
4 Department of Anesthesiology, University of Utah, Salt Lake City, Utah, 84112
* Corresponding author: Mailing address: Emma Eccles Jones Medical Research Building, Department of Pathology, 15 North Medical Drive East, Suite #2100, Salt Lake City, UT 84112, Phone: (801) 213-3737, Fax: (801) 585-7376, Email: ila.singh@path.utah.edu
ABSTRACT
ABSTRACT
La sindrome da affaticamento cronico (CFS) è una malattia multi-sistema caratterizzato dalla stanchezza prolungata e grave che non è alleviato dal riposo.
I tentativi di curare la CFS sono stati ampiamente inefficace soprattutto perché l'eziologia della malattia è sconosciuta.
Recentemente CFS è stata associata con xenotropic virus della leucemia murina virus-correlate (XMRV), così come altri virus della leucemia murina virus (MLV)-correlati, sebbene non tutti gli studi hanno trovato queste associazioni. Abbiamo raccolto i campioni di sangue di 100 pazienti CFS e 200 volontari sani di auto-riferito dalla stessa area geografica. Abbiamo analizzato queste in modo cieco utilizzando la replica di saggi molecolari, sierologiche e virali. Abbiamo anche analizzato campioni di pazienti nello studio originale che XMRV riportato nella CFS. Non abbiamo trovato MLV XMRV o collegato, sia come sequenze virali o virus infettivi, né abbiamo trovato gli anticorpi a questi virus in uno qualsiasi dei campioni dei pazienti, compresi quelli dello studio originale. Abbiamo dimostrato che almeno una parte della discrepanza con gli studi precedenti è dovuta alla presenza di tracce di DNA di topo nel Taq polimerasi enzimi utilizzati in questi studi precedenti. I nostri risultati non supportano un'associazione tra CFS e virus MLV connessi, compreso l'uso XMRV e off-label dei farmaci antiretrovirali per il trattamento di CFS non sembra giustificata in questo momento.
Zac
Amministrazione
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"In medicina tutto quello che è sconosciuto è malattia mentale" (...)
"Una delle malattie più diffuse è la diagnosi." (Karl Kraus)
La foto di Zac qui: PhotoZac
#6
Inviato 01 giugno 2011 - 23:23:03
'Science' magazine calls for retraction of the original paper on XMRV and CFS.
From the Wall Street Journal health blog, 30 May 2011 (Story by Amy Dockser Marcus.
Editors of the journal Science have asked the co-authors of a 2009 paper that linked chronic fatigue syndrome to a retrovirus called XMRV to voluntarily retract the paper.
But in written response Friday, study co-author Judy A. Mikovits of the Whittemore Peterson Institute for Neuro-Immune Disease said "it is premature to retract our paper." The letter was reviewed by the The Wall Street Journal.
The study raised patients' hopes that if a virus was linked to chronic fatigue syndrome, a treatment might be found. Public-health officials were alarmed by the possibility that supposedly healthy people might unknowingly be infected with a contagious retrovirus. The federal government began an ongoing effort to evaluate whether the nation's blood supply was safe, work that continues.
In the May 26 letter to Dr. Mikovits and her co-authors, also reviewed by the Journal, Science editor-in-chief Bruce Alberts and executive editor Monica Bradford cited concerns about the validity of the findings, saying other scientists hadn't been able to replicate them, among other reasons.
Dr. Mikovits, who confirmed the letters, said she hadn't received a response in return. Dr. Alberts and Ms. Bradford at Science couldn't be reached for comment.
After the 2009 study, other published studies showed that some anti-retrovirals approved for use in HIV might also be effective against XMRV. Some doctors began prescribing anti-retrovirals for chronic fatigue syndrome patients.
The concern about the blood supply led blood banks to bar patients with chronic fatigue syndrome from donating. An advisory committee to the federal Food and Drug Administration recommended last year that the FDA bar people with chronic fatigue syndrome from donating. The FDA hasn't weighed in on the recommendation.
The Centers for Disease Control and Prevention, among other groups, published studies reporting they didn't find XMRV in chronic fatigue syndrome patients. Other papers found that substances used as part of the process to detect XMRV might be contaminated, raising the possibility that this may explain the positive findings in the 2009 Science paper.
In the letter to the study authors, Dr. Alberts and Ms. Bradford suggested the paper be withdrawn "in light of the growing number of research papers from independent investigators who have either failed to replicate your original finding that XMRV is associated with chronic fatigue syndrome and/or who have provided evidence that laboratory reagents are widely contaminated with the virus."
The letter added that two additional papers that "cast further doubt" on the 2009 paper's findings will be published on June 2 in Science, and that Science will be publishing what it called an editorial expression of concern about the 2009 paper. "At this juncture, Science feels that it would be in the best interest of the scientific community" for the co-authors to retract the paper, the letter stated.
An editorial expression of concern, while falling short of the journal outright retracting a paper itself, raises a red flag to the scientific community that serious doubts exist about a paper's findings and can make it harder for researchers to obtain funding or publish papers, says R. Grant Steen, a medical communications consultant. He has published papers analyzing 742 English language research papers that were retracted from the PubMed database from 2000-2010.
The 2009 study in question, led by investigators at Whittemore Peterson in Reno, Nev., and including researchers from the National Cancer Institute and the Cleveland Clinic, generated enormous attention among scientists and patients. The researchers reported they found the retrovirus XMRV in a majority of 101 patients with chronic fatigue syndrome, a debilitating condition that involves cognitive dysfunction and severe pain. The authors also found the virus in nearly 4% of 218 healthy people used as controls in the study.
Dr. Mikovits said it was still too early to know the reasons for the differing results in different labs, and that the Institute was looking forward to participating in a major study under way by the NIH and led by Columbia University scientist Ian Lipkin to help clarify the matter.<br style=""> <br style="">
Write to Amy Dockser Marcus at amy.marcus@wsj.com
Zac
Amministrazione
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#7
Inviato 02 giugno 2011 - 22:35:57
La stanchezza cronica non è causata da un virus
Uno studio del 2009 aveva creato grandi speranze per la terapia della sindrome da fatica cronica: un virus sarebbe stato il responsabile. E i virus si possono combattere. Ora invece su Science arriva la smentita, i risultati erano sbagliati. E infuria la polemica
02 giugno 2011 di Valentina Arcovio
* virus XMRV
virus XMRV
virus XMRV
Potrebbe non esserci nessun virus dietro la sindrome da fatica cronica, una patologia che crea stanchezza e spossatezza grave per periodi di tempo molto lunghi. Gli scienziati che nel 2009 hanno annunciato sulla prestigiosa rivista Science di aver scoperto un legame tra il retrovirus XMRV e i pazienti affetti da questa patologia potrebbero essersi sbagliati e non di poco. Il virus che Judy A. Mikovits del Whittemore Peterson Institute di Reno (Nevada) e i suoi colleghi hanno riferito di aver trovato in alcuni pazienti sarebbe solo frutto di una contaminazione avvenuta in laboratorio. Un brutto colpo questo sia per gli scienziati americani che hanno firmato la ricerca e sia alla reputazione della rivista Science che ha deciso di pubblicare questa settimana due studi e un editoriale per fare chiarezza sulla questione.
Quando due anni fa l’articolo firmato dagli scienziati del laboratorio di Reno ha riportato l’identificazione del virus XMRV, quale possibile responsabile di questa patologia, i pazienti hanno cominciato ad alimentare nuove speranze sull’eventualità di curarsi con terapie specifiche. Infatti, XMRV appartiene alla famiglia dei retrovirus, che comprende anche Hiv-1 e una vasta serie di virus in grado di causare alcuni tipi di tumori negli animali. La replicazione di tutti questi virus è inibita da alcuni dei farmaci che si usano di routine nella terapia dei pazienti con Aids. Alcuni medici, secondo quanto riporta il Wall Street Journal, hanno cominciato a prescrivere trattamenti antiretrovirali ai pazienti affetti dalla sindrome da fatica cronica. Non solo. Le autorità sanitarie americane hanno effettuato un notevole sforzo nel valutare se le forniture di sangue di tutto il paese fossero sicure o meno. Il timore era quello di aver infettato o di poter ancora infettare persone sane. Questo dubbio ha spinto anche le banche del sangue a non utilizzare le provette donate dai pazienti che hanno ricevuto questa diagnosi, così come aveva raccomandato un comitato consultivo della Food and Drug Administration (Fda).
In seguito, però alcuni studi, tra cui uno pubblicato sulla rivista Retrovirology, hanno iniziato a mettere in dubbio questo collegamento tra XMRV e la sindrome da fatica cronica. Nessuna ricerca che ha seguito quella del 2009 ha trovato traccia del virus nei pazienti, sia negli Stati Uniti che in Europa. Gli stessi redattori della rivista Science hanno cominciato ad avere qualche perplessità. Forse lo studio che loro avevano pubblicato solo qualche anno fa con tanto scalpore era soltanto una bufala.
In una lettera datata il 26 maggio a Mikovits e ai suoi coautori, l’editor in chief Bruce Alberts e l’executive editor Monica Bradford, hanno ammesso di avere qualche preoccupazione circa la validità dei risultati, scrivendo che nessun altro scienziato dopo di loro è riuscito fino ad oggi a replicare il risultato.
Alcuni studi hanno concluso che dietro la scoperta del collegamento tra XMRV e la sindrome ci possa esser stata una contaminazione. Così hanno chiesto agli scienziati del laboratorio di Reno di ritrattare volontariamente il paper. Mikovits però ha risposto che rimangiarsi tutto “ è prematuro”.
Nello studio del 2009 i ricercatori hanno riferito di aver trovato il retrovirus XMRV nella maggior parte dei 101 pazienti con fatica cronica. Gli autori hanno trovato il virus anche in quasi il 4 per cento dei 218 soggetti sani utilizzati come gruppo di controllo.
Ma ora Science ha deciso di prendere una posizione pubblicando questa settimana due nuovi studi che confutano il paper del 2009 e un editoriale per esprimere la profonda preoccupazione su quanto è accaduto.
Il primo studio firmato da Tobias Paprotka e colleghi del National Cancer Institute a Frederick, nel Maryland, sostiene la teoria della contaminazione. Secondo questi scienziati XMRV sarebbe risultato dalla ricombinazione di due virus della leucemia del topo in laboratorio durante il passaggio di un tumore alla prostata umano nei topi. I ricercatori hanno confrontato il dna del virus trovato nel topo e quello trovato nei pazienti e dai risultati delle analisi i due virus sono risultati identici. Per cui XMRV, secondo gli scienziati, è quasi sicuramente venuto fuori dalla stessa fonte. Questo dimostrebbe l’ipotesi di una contaminazione dei campioni umani.
Nell’ altro studio pubblicato da Science, coordinato da Konstance Knox del Wisconsin Viral Research Group, sono stati esaminati campioni di sangue di 61 pazienti con sindrome da stanchezza cronica che hanno la stessa provenienza di quelli utilizzati nello studio del 2009 incriminato, inclusi 43 che nella ricerca di Mikovits sono risultati positivi al virus XMRV. Eppure. dalle analisi di Knox non è risultato nulla. I test sensibili al materiale genetico virale, al virus infettivo e agli anticorpi specifici del virus hanno dato esito negativo anche con i campioni che nello studio originario sono risultati positivi.
L’ editoriale di accompagnamento riferisce che il National Institutes of Health sta ora sponsorizzando ulteriori studi sull’argomento. Notizia, questa, confermata da Mikovits che per il momento si è rifiutata di ritrattare il paper del 2009. Secondo la scienziata, è ancora troppo presto per conoscere il perché laboratori diversi hanno dato risultati contrari rispetto a quelli del suo studio. Il laboratorio del Reno è stato chiamato a partecipare a un importante studio proprio per chiarire la situazione.
Zac
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#8
Inviato 21 giugno 2011 - 15:27:43
La sindrome da fatica cronica non e' causata da un virus ma da infezioni del sangue di cui ancora non e' chiara la natura: e' quanto sostengono scienziati olandesi contraddicendo la tesi avanzata qualche anno fa da ricercatori negli Usa.
I sintomi della malattia includono estrema stanchezza e dolori muscolari: chi viene colpito in forma grave e' costretto a passare gran parte del giorno a letto o in sedia a rotelle.
Scrivendo su Lancet Frank van Kuppervald e Jos van der Meer della Radboud University affermano che recenti scoperte hanno creato forte scetticismo sulla teoria del virus: ''Purtroppo dobbiamo concludere che siamo di fronte a un'altra falsa affermazione che ha dato speranza ai pazienti alla ricerca disperata di una causa delle loro sofferenze''.
Zac
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