Intervista all'Architetto Fulvio Bisanti
#1
Inviato 06 ottobre 2008 - 00:17:37
Bioarchitettura, bioedilizia, architettura ecosostenibile, archittettura organica, architettura biocompatibile, architettura naturale, architettura ecologica, arcologia…. per definire un metodo di costruzione che rispetti la salute dell’uomo e dell’ambiente, tanti termini similari?
RISPOSTA: Non proprio, a questi termini corrispondono significati e discipline diversi tra loro, ma complementari, che denotano un modo di operare e di progettare responsabile, che tenga conto, prima di tutto, del “buon vivere” e non limitatamente alle abitazioni private, ma proiettato su grande scala: cittadina, nazionale, planetaria.
Ad esempio: se tutti i nostri edifici fossero per incanto ecosostenibili, sicuramente vivremmo, non solo in spazi abitativi sani (bioedilizia), ma il nostro mondo sarebbe privo di emissioni nocive e l’eventuale smaltimento dei rifiuti di parti di un edificio non sarebbe un problema, in quanto costituite da materiali naturali (biocompatibilità).
E per quanto riguarda la l’architettura bioclimatica?
RISPOSTA: La climatizzazione degli edifici, in questo momento, è la punta di diamante, la frontiera più avanzata della ricerca biodinamica.
La finanziaria del 2007 aveva previsto riduzioni fiscali per coloro che avessero posto in opera impianti a risparmio energetico e quella del 2008 le ha prorogate, quindi l’industria vi ha individuato un interessante bacino di mercato.
La fine delle risorse energetiche sotterranee (il petrolio) è ormai prossima e l’incontrollabilità del mercato che ne regola l’acquisto fungono da motore per investimenti su fonti energetiche alternative.
Si sono così “scoperti” sistemi di climatizzazione antichi di millenni, si è scoperto che l’orientamento di un edificio può essere determinante nell’abbattimento dei picchi di temperatura e si sta cominciando ad applicare la tecnologia avanzata allo studio del clima interno all’edificio, si pone un’attenzione maggiore all’isolamento e all’eliminazione dei “ponti termici”, ma anche questo aspetto fa parte, se affrontato in modo corretto, di quanto sostenuto prima.
Praticamente si torna a costruire con tecniche e concezioni tipiche del passato, abbandonate più o meno negli ultimi 60 anni?
RISPOSTA: Più che di un ritorno al passato si tratta di rielaborare ed attualizzare tecniche costruttive che i nostri antenati conoscevano bene.
La tecnologia del terzo millennio, se si applica alla conoscenza tramandata da coloro che ci hanno preceduto, che avevano elaborato tecniche di costruzione derivate dalle necessità, può essere l’elemento vincente.
Negli ultimi decenni l’uomo ha forzato gli equilibri naturali, ha piegato la natura ai suoi interessi e adesso la natura sta rimettendo il conto ed è un conto salato.
Lo stiamo pagando in termini di salute e di bilanci statali.
Le città che abbiamo costruito somigliano più ad un carcere dal quale non vediamo l’ora di fuggire, che ad un ambiente per vivere.
Il percorso intrapreso verso la metà del secolo scorso ha prodotto infinite aberrazioni. Pareva che le risorse fossero infinite e che la natura avesse potuto assorbire illimitatamente ogni sorta di violenza.
I fatti stanno dimostrando che non è così. Ci rimane quindi una sola opzione: cambiare immediatamente il nostro modello di sviluppo.
Certo che tornare ad utilizzare materiali naturali, anche se sicuramente migliori grazie alla moderna tecnologia, andando a spendere più di quelli sintetici artificiali, senz’altro più complessi nella produzione, sembra un controsenso come nel caso dell’alimentazione biologica: per esempio i prodotti integrali soggetti a meno passaggi di lavorazione si trovano ad un prezzo più alto rispetto a quelli raffinati, elaborati (anche se fortunatamente sembra che ultimamente la differenza si stia assottigliando).
RISPOSTA: Il biologico, come anche la bioedilizia, finché restano prodotti “di nicchia”, non sono in grado di contenere i prezzi.
Non è comunque così automatico che materiali naturali corrispondano a prezzi più alti, molto dipende dalla progettazione e dalla consapevolezza di chi la effettua, ad esempio: una casa in legno a due piani (del tutto identica a quelle in muratura e non, effetto baita), si costruisce in soli nove mesi e si abbattono i prezzi di circa il 30%. La vera difficoltà sta nel trovare imprese che sappiano costruire utilizzando tecnologie troppo nuove o troppo antiche.
Inoltre si può dire che con l’aumento della domanda, stimolata anche dai nuovi regolamenti edilizi, che prestano sempre più attenzione al risparmio energetico e alla bioedilizia, aumenterà certamente anche l’offerta con un contenimento dei prezzi dovuti anche alla concorrenza.
Grazie architetto, approfitteremo della tua disponibilità e torneremo a trattare, approfondire insieme qualche altro aspetto circa questo importante argomento quanto mai attuale e in veloce sviluppo, legato alla nostra salute e a quella dell’ambiente.
A presto.
Vittoria Amministrazione CFSitalia
N.B,
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