Quando Tutto Duole "convivere Con La Fibromialgia"
#1
Inviato 08 febbraio 2008 - 02:39:23
Ringraziamo il Dr.Bettoni per la sua cortese disponibilità
Grazie all'Admin per aver scannerizzato le pagine del giornale e averle trasformate in testo.
Quando tutto duole.
Convivere con la fibromialgia
A volte capita che il nostro corpo ci riservi delle "sorprese", brutte purtroppo, che ci impediscono di vivere bene e spesso è proprio lo stress la causa di tutto. Ma non sempre! Prima di rassegnarsi, prima di rischiare il posto di lavoro o di ridurre al minimo la nostra vita sociale, si può sempre cercare di dare un perché al nostro malessere.
Questa stanchezza non va via... per non parlare del dolore, continuo e dappertutto! Sembra che ogni movimento mi costi una fatica immensa. Non riesco più a lavorare ed ho solo 30 anni. Sono mesi che vado avanti cosi... possibile che sia solo stress?"
I sintomi sopra descritti possono far parte di una sindrome specifica, denominata "Sindrome Fibromialgica" (o Fibromialgia), dove "fibro" sta ad indicare le guaine muscolari, e "mialgia" il dolore muscolare.
Poco conosciuta ma molto diffusa: ecco i sintomi.
La fibromialgia è una malattia diffusa, che colpisce prevalentemente le donne; si calcola, infatti, che una donna su quattro ne soffra, senza contare chi ancora non sa di soffrirne. L'età d'esordio dei primi sintomi, vale a dire principalmente stanchezza e dolore diffuso, è verso i 30 anni. In realtà, i sintomi sono molti, ed altri problemi vanno ad aggiungersi a quelli principali. Infatti, chi soffre di fibromialgia afferma di sentirsi spesso stanco, di avere il sonno leggero, di avere difficoltà a concentrarsi, di soffrire di mal di testa frequenti. Inoltre i fibromialgici possono sentirsi molto rigidi al mattino, come se i muscoli si fossero bloccati durante la notte e non volessero sciogliersi, possono avere sensazione di gonfiore alle mani o problemi intestinali; le donne lamentano spesso un peggioramento dei dolori mestruali.
Da quel che abbiamo detto finora, è evidente che i sintomi sono poco specifici. Chi di noi, infatti, non si è alzato qualche volta con la sensazione di essere passato sotto uno schiacciasassi? Allora, come si può diagnosticare la fibromialgia?
La difficoltà di una diagnosi corretta
Purtroppo, ancora non esistono test specifici per questa malattia. Per ora, la diagnosi si basa su una raccolta molto accurata dei sintomi (anche con il supporto di questionari mirati sulla malattia) e sulla risposta alla pressione dei "tender points".
I tender points sono piccole zone del nostro corpo che corrispondono all'inserzione del muscolo sull'osso, i punti, cioè, dove sono presenti dei tendini, e che, nei soggetti con fibromialgia, se premuti, evocano dolore intenso. Questi punti, descritti dall'American College of Rheumatology, organismo americano che si occupa di questa e di altre malattie d'interesse reumatologico, sono 18; per la diagnosi di fibromialgia, oltre al dolore cronico, deve essere stimolato il dolore alla palpazione di almeno 11 di essi. Inoltre, vanno escluse altre patologie che possono dare quadri simili alla fibromialgia, come ad esempio poliartrite cronica e polimialgia reumatica.
"Credo di essere malato, temo di avere la fibromialgia: a chi posso rivolgermi? Come posso curarmi? E, soprattutto, c'è una cura?" Sono queste le domande che si pone il paziente e che rivolge al suo medico di fiducia.
Quali sono le cause di questo dolore diffuso e continuo?
Le cause alla base di questa patologia sono poco note; l'unica cosa certa, per ora, è che non c'è un'infiammazione dei tessuti coinvolti, come si credeva in pas¬sato e che, probabilmente, i soggetti affetti da fibromialgia hanno una maggiore sensibilità dolorifica, cioè rispondono più facilmente e in modo più intenso a stimoli dolorosi.
Così descritta, la fibromialgia può fare un po' paura, sembra una malattia misteriosa, di cui la medicina conosce poco.
A chi rivolgersi e quali sono le cure
Chi si occupa di fibromialgia è il reumatologo, medico di riferimento in questi casi. Le terapie per la fibromialgia, a tutt'oggi, purtroppo non permettono di guarire, ma sicuramente possono far stare meglio chi ne soffre. Anche se ogni paziente dovrà necessariamente avere una terapia "personalizzata", in generale i farmaci che meglio agiscono sono i comuni antidolorifici, gli antidepressivi (soprattutto quelli che alzano i livelli di serotonina), alcuni antiepilettici (efficaci sul dolore) e gli anti-ossidanti (per contrastare l'eccesso di radicali liberi). Alla terapia farmacologica vanno affiancati la ginnastica, sia attiva (il classico "stretching") che passiva (massaggi), l'uso di impacchi freddi (per dare sollievo ai dolori alla nuca o al mal di testa) o caldi (per aumentare il sangue che va ai muscoli e permettere loro un maggiore rilassamento) e tecniche di rilassamento di vario genere, dallo yoga alla meditazione, alla musicoterapia. In conclusione, quando il dolore diventa compagno di vita e la stanchezza non va più via, a volte, si può trovare una soluzione: l'importante è non arrendersi mai.
Si ringrazia per la consulenza: dottor Lorenzo Bettoni
allergologo, immunologo e reumatologo. Responsabile del servizio ambulatoriale di II livello e del D.H. di Allergologia, Reumatologia ed Immunologia Clinica dell'ospedale di Manerbio (BS).
Il documento è disponibile in formato doc: SaluteOggi_FM.doc
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