PROVA CON UNA POESIA, UNA FAVOLA, UN BRANO......
#211
Inviato 04 maggio 2007 - 17:26:10
Oggi abbiamo edifici molto alti ed autostrade molto corte,
ma anche istinti molto corti e punti di vista molto stretti!
Spendiamo di più, ma gustiamo di meno.
Abbiamo case molto grandi per famiglie molto piccole.
Tante conoscenze ma molto meno criterio!
Abbiamo più medicine ma molta meno salute!
Abbiamo moltiplicato il nostro potere,
ma abbiamo ridotto il nostro valore!
Parliamo molto, amiamo poco ed odiamo troppo...
Abbiamo raggiunto la luna e ne siamo tornati,
ma abbiamo problemi ad attraversare strade
ed a conoscere i nostri vicini!
Abbiamo conquistato lo spazio esterno, ma non quello interiore!
Dimostriamo maggior apertura,
ma abbiamo meno moralità!
Il nostro è un tempo con maggiore libertà...
ma con meno allegria!
Abbiamo più cibo, ma minor nutrimento!
Sono tempi in cui arrivano due stipendi nelle case,
ma aumentano i divorzi.
Sono tempi di case più belle, ma con famiglie distrutte!
Allora forse non é bello ciò che é bello;
allora forse non appaga il denaro, la cultura, il sapere;
allora forse ci sono altri valori importanti nella vita;
allora forse non sono i figli, la moglie, il marito, il lavoro,
gli amici, i parenti, il denaro i veri problemi;
allora, forse, é il momento di guardare in alto
e di farci condurre da chi vuole solo il nostro bene.
Chiediamo a Dio cosa é importante per noi,
e ascoltiamolo indirizzando la nostra vita alla sua volontà.
Questo é bello, questo da gioia, questo da serenità.
#212
Inviato 08 maggio 2007 - 23:55:14
C'è un'ape che se posa
su un bottone de rosa:
lo succhia e se ne va...
Tutto sommato, la felicità
è una piccola cosa.
(TRILUSSA)
Amministrazione CFSitalia
-------------------------------------------------------
"Il Forum ha carattere divulgativo e le informazioni contenute non devono sostituirsi alle visite e alle diagnosi mediche. Ricordate che l'autodiagnosi e l'autoterapia possono essere pericolose"
==============================
"Il senso della vita
è dare senso alla vita”
(R.Steiner)
#213
Inviato 09 maggio 2007 - 09:15:29
Il silenzio è ascolto, è la condizione per ogni tipo di comunicazione. La disponibilità all'ascolto degli altri nasce proprio dalla capacità di ascoltare se stessi, i propri bisogni e ci da' l'opportunità di crescere. Saper ascoltare significa comprendere le esigenze di chi ci sta di fronte, rispettando i sentimenti e le opinioni altrui e considerando la realtà individuale di ciascuno.
Quando non ascolto ma fingo soltanto, preparandomi in realtà a ciò che dirò quando l'altro avrà smesso di parlare la comunicazione è virtuosismo verbale reciproco. Impariamo ad ascoltare cercando punti di silenzio nelle parole dell'altro perché solo quando la mente è in silenzio possiamo recepire senza distorsione ciò che ci viene detto.
Alleniamoci a rispondere solo dopo aver ricreato in noi il silenzio, in modo che le parole che usciranno dalla nostra bocca non siano dette tanto per dire ma autentiche, vibranti, in sintonia con la realtà del momento che stiamo vivendo, così diamo qualità alla nostra comunicazione.
Possiamo imparare ad usare il silenzio come strumento di benessere. Tuffarsi nel silenzio significa imparare a rilassarsi verbalmente, nel silenzio ci carichiamo di nuova vitalità, ringiovaniamo e la nostra comunicazione con noi, il silenzio ci porta direttamente e immediatamente in comunione con la vita così com'è. E' solo nell'assenza di tensione, nella quiete vigile e attenta che comunicare è un movimento semplice come il respiro che si articola in una fase di espansione, la parola, e in una di assorbimento, l'ascolto.
Nell'essenzialità la comunicazione ritrova la propria magia ed esprime il nostro essere e la parola, senza sforzo, viene fuori con le giuste pause, la giusta intonazione, come il fiore della consapevolezza.
Antonella Lucato
#214
Inviato 14 maggio 2007 - 11:06:26
(di Miriam Soter)
Evaristo era un passerotto come tanti altri. Viveva in un bel nido tra le tegole del Tempio di Gerusalemme e ogni mattina si appollaiava fra le travi di cedro del Portico di Salomone per ascoltare Gesù. In quei giorni la città era piena di gente, perché si avvicinava la Pasqua: c’era gran folla anche tra gli uccellini ed Evaristo ogni mattina, al sorgere del sole, volava in picchiata a prendersi il posto in prima fila per poter sentire bene gli insegnamenti del Redentore.
Un venerdì, però, gli uccellini aspettarono tutta la mattinata invano. Un po’ alla volta gli altri se ne tornarono ai loro nidi. Evaristo era preoccupato: «Com’è strano! Di solito è sempre così puntuale! Sarà successo qualcosa?». Poco dopo mezzogiorno decise di andare a cercarlo. Quando giunse nei pressi del Golgota ebbe una terribile sorpresa: Gesù era stato crocifisso. La folla che fino al giorno prima lo acclamava come Messia, ora lo scherniva e insultava. Il suo Corpo era tutto piagato e sul suo capo era stata posta una corona di spine.
Evaristo si accorse subito che una di quelle spine gli causava un particolare dolore e decise di togliergliela. Al volo raggiunse il suo Signore, prese la spina con il becco e con tutte le sue forze cercò di staccarla. Dopo vari tentativi ci riuscì, ma appena si fu allontanato un po’ si accorse di essersi ferito: una piccola spina gli era penetrata nel cuore e gli faceva tanto male. «E' dolorosa, ma non è niente rispetto a quello che soffre Gesù!».
Il tempo passava e quella spina diventava ogni momento più insopportabile. Il fervore iniziale era finito e la generosità veniva soffocata dal dolore. Evaristo si avvicinò alla Madre di Gesù per lamentarsi ed essere liberato da quella spina: «O Signora! Guardatemi come soffro! Nessuno soffre come me e non ce la faccio più!».
L’immacolata lo guardò con mestizia e, senza dir niente, con la mano gli mostrò il suo bel Cuore Immacolato: non una sola spina, ma l’intera corona lo attanagliava, facendolo sanguinare copiosamente.
Evaristo rimase profondamente confuso: lui si era lamentato così tanto per una piccola spina, mentre la Regina stava offrendo, in silenzio e con amore, al Padre il suo immenso dolore. «Oh! Scusatemi! Non voglio più essere liberato dalla mia spina, ma la voglio offrire insieme a Voi!».
Non appena ebbe detto queste parole la spina incominciò a dissolversi, lasciando sul petto una bella impronta rossa come il Sangue del Redentore e della Corredentrice. Da allora Evaristo e i suoi discendenti mostrano, con commozione e gratitudine, il loro petto rosso che ricorda a tutti quelli che lo vedono i dolori immensi di Gesù e del Cuore Immacolato di Maria.
#215
Inviato 18 maggio 2007 - 10:16:22
Giorgio Gaber
L'appartenenza
non è lo sforzo di un civile stare insieme
non è il conforto di un normale voler bene
l'appartenenza è avere gli altri dentro di sé.
L'appartenenza
non è un insieme casuale di persone
non è il consenso a un'apparente aggregazione
l'appartenenza è avere gli altri dentro di sé.
Uomini
uomini del mio passato
che avete la misura del dovere
e il senso collettivo dell'amore
io non pretendo di sembrarvi amico
mi piace immaginare
la forza di un culto così antico
e questa strada non sarebbe disperata
se in ogni uomo ci fosse un po' della mia vita
ma piano piano il mio destino
é andare sempre più verso me stesso
e non trovar nessuno.
L'appartenenza
non è lo sforzo di un civile stare insieme
non è il conforto di un normale voler bene
l'appartenenza
è avere gli altri dentro di sé.
L'appartenenza
è assai di più della salvezza personale
è la speranza di ogni uomo che sta male
e non gli basta esser civile.
E' quel vigore che si sente se fai parte di qualcosa
che in sé travolge ogni egoismo personale
con quell'aria più vitale che è davvero contagiosa.
Uomini
uomini del mio presente
non mi consola l'abitudine
a questa mia forzata solitudine
io non pretendo il mondo intero
vorrei soltanto un luogo un posto più sincero
dove magari un giorno molto presto
io finalmente possa dire questo è il mio posto
dove rinasca non so come e quando
il senso di uno sforzo collettivo per ritrovare il mondo.
L'appartenenza
non è un insieme casuale di persone
non è il consenso a un'apparente aggregazione
l'appartenenza
è avere gli altri dentro di sé.
L'appartenenza
è un'esigenza che si avverte a poco a poco
si fa più forte alla presenza di un nemico, di un obiettivo o di uno scopo
è quella forza che prepara al grande salto decisivo
che ferma i fiumi, sposta i monti con lo slancio di quei magici momenti
in cui ti senti ancora vivo.
Sarei certo di cambiare la mia vita se potessi cominciare a dire noi.
#216
Inviato 21 maggio 2007 - 13:54:59
L'abitudine di un primario cardiologo era quella di vantarsi con i colleghi più giovani delle perfette condizioni del suo cuore; e a riprova di ciò mostrava loro non solo diagrammi ed analisi ma addirittura fotografie che riprendevano un muscolo cardiaco in perfette condizioni. E tutti quanti doverosamente ammiravano, perché lui era comunque un superiore ma anche perché la categoria di solito tende agli strapazzi: notevole quindi trovare qualcuno in età matura che potesse vantare un cuore davvero perfetto, senza alcun minimo difetto, e che lo rendeva capace di performance non comuni. Così tutti erano concordi nell'ammettere che quello era proprio il cuore più brillante ed in salute che avessero mai visto in vita loro.
Ma un giorno nell'usuale crocchio deferente capitò un vecchio collega, che tranquillamente disse: "A dire il vero questo tuo cuore è molto meno bello del mio".
Quando mostrò le sue lastre e diagrammi , aveva puntati addosso gli occhi di tutti. Beh, certamente si trattava di un cuore funzionante, ma aveva un tale aspetto! Più che un cuore sembrava il vestito di Arlecchino, come ricoperto di cicatrici, con zone più o meno scure ed irregolari; sembrava quasi se ne fossero stati asportati dei pezzi e rimpiazzati con altri che però non combaciavano in maniera perfetta. Un organo bitorzoluto come un paesaggio collinare con vari monticelli ed avvallamenti.
Tutti quanti osservarono il vecchio con perplessità e commiserazione.
Solo il luminare guardando com'era ridotto quel povero muscolo cardiaco osò scoppiare a ridere: "Starai scherzando! - disse - Confronta il tuo cuore col mio: il tuo è tutto un rattoppo! E con queste accelerazioni improvvise dei battiti, oltretutto. Ma che dici?"
"E' vero! - ammise il vecchio - Il tuo ha un aspetto assolutamente perfetto, e un andamento di invidiabile regolarità; ma non ne farei mai a cambio con il mio. Vedi: ciascuna ferita rappresenta una persona alla quale ho donato il mio amore. E' come se avessi staccato un pezzo del mio cuore per darlo via, e avessi ricevuto in cambio un pezzo di un cuore altrui, per colmare il vuoto. Ma, certo ciò che dai non è mai esattamente uguale a ciò che ricevi: ed è quella la ragione di questa specie di cicatrici e bitorzoli, a cui però sono affezionato perché ognuna di esse mi ricorda quell'amore condiviso. Altre volte invece ho dato via interi pezzi del mio cuore a persone che non mi hanno corrisposto: e questo spiega certi avvallamenti. Amare è rischioso, certo, e ti provoca anche quelle accelerazioni dei battiti che tu hai notato. Ma per quanto dolorosi siano questi buchi e questi segni che mi rimangono, tutto ciò mi ricorda sempre l'amore che ho provato per tutte quelle persone, anche per chi se ne è andato e, chissà? Forse un giorno taluni ritorneranno, e magari colmeranno lo spazio che ho riservato per loro. Comprendi, adesso? Un cuore esteticamente perfetto, liscio e levigato è soltanto lo specchio della paura di amare. Perché il vero amore traccia sempre un segno; non è qualcosa che possa lasciarti il cuore indenne".
#217
Inviato 26 maggio 2007 - 12:47:46
(tratto dalla rivista "Il Cenacolo" 3/2007)
ll 17 febbraio, un sabato pomeriggio, Benedetto XVI ha visitato il Seminario romano maggiore e ha risposto a braccio alle domande di alcuni semonaristi. E a chi gli chiedeva come é possibile evitare il carrierismo, ricercare una posizione di potere, ha risposto con una storiella:
«Mi viene qui in mente una piccola storia di Santa Bakhita, questa bella Santa africana, che era schiava in Sudan; in Italia ha trovato la fede e si e fatta suora.
Quando era già anziana il vescovo faceva visita al suo monastero, nella sua casa religiosa, e non la conosceva; vide questa piccola Suora africana, tutta curva, e disse a Bakhita: «Ma che cosa fa lei, sorella?» La Bakhita rispose: «Io faccio la stessa cosa che fa anche Lei, Eccellenza».
Il vescovo stupito chiese: «Ma che cosa?» e Bakhita rispose: «Ma Eccellenza, noi due vogliamo fare la stessa cosa, vogliamo fare la volontà di Dio».
Mi sembra una risposta bellissima, riprese il Papa: il Vescovo e la piccola suora, che quasi non poteva più lavorare, facevano, in posizioni diverse, la stessa cosa: cercavano di fare la volontà di Dio e così erano al posto giusto.
Felice week-end a tutti.
#218
Inviato 27 maggio 2007 - 15:05:41
e la gente riscoprirà la devozione filiale
e l'amore materno e paterno.
Abbandona l'astuzia, elimina il profitto
e non ci saranno più ladri ne' briganti.
Queste cose di per se' sono insufficienti.
Ad esse dobbiamo aggiungere:
abbraccia la semplicità e sii come un legno grezzo,
riduci l'egoismo e abbi pochi desideri,
abbandona la sapienza e sgombra l'animo
dalle preoccupazioni.
Lao Tzu
#219
Inviato 29 maggio 2007 - 13:28:02
morbidi e flessibili quando nascono,
duri e rigidi quando muoiono.
Gli alberi e le piante sono teneri e flessibili
quando sono in vita,
secchi e rigidi quando sono morti.
Percio' il duro e il rigido
sono compagni della morte,
il morbido e il flessibile
sono compagni della vita.
Un combattente che non sa arretrare
non puo' vincere;
un albero incapace di piegarsi si spezza.
La rigidità e la forza sono inferiori,
la flessibilità e la morbidezza superiori
Lao Tzu
#220
Inviato 30 maggio 2007 - 12:16:00
Un vento impetuoso non spira tutta la mattina,
una pioggia torrenziale non dura tutta la giornata.
se le manifestazioni del cielo e della terra
non possono durare a lungo,
questo non è ancora più vero per gli esseri umani?
Lao Tzu
#221
Inviato 31 maggio 2007 - 18:37:15
(di Miriam Soter)
Il compito di Vita era quello di ricopiare il Vangelo. Per farlo doveva essere uno strumento docile nelle mani dell’Immacolata. Solo lasciandosi condurre da Lei, infatti, la matita poteva scorrere sulla pergamena riproducendo la vita, gli insegnamenti e le opere di Gesù.
All’inizio tutto sembrava facile: «Che gioia! L’Annuncio dell’Angelo, le lodi di Santa Elisabetta, il Magnifìcat... O Immacolata è proprio bello stare nelle tue mani! E così facile ricopiare la vita di Gesù!». L’immacolata guardava la sua giovane matita e sorrideva. La pergamena era ancora lunga, ma, se Vita fosse stata costante, l’Immacolata avrebbe fatto in fretta.
Arrivarono alla Nascita, ma quando si trattò di scrivere “non c‘era posto per loro” Vita sentì una gran ripugnanza. «Che brutto! Non potremo saltarlo? Questa umiliazione non mi piace!». L’Immacolata si fermò un istante: «Come? Ti sei già stancata di seguirmi?». Vita piena di confusione si vergognò: «Scusami Signora! Sei tu che devi condurmi dove vuoi...», e ricominciarono a scrivere.
Arrivarono agli insegnamenti di Gesù, ma alla frase: “Quando un tuo fratello ti percuote sulla guancia tu porgigli anche l‘altra” Vita disse: «Questo è troppo! Ora ci penso io!», e scivolando dalle mani dell’Immacolata scrisse: “quando ti percuote sulla guancia tu pestagli un piede!”. «Ecco! Ben gli sta!», disse soddisfatta la matita. Ma dopo un po’ si sentì in colpa: «Cos’ho fatto! Nella vita di Gesù questo non c’è! Adesso la mia pergamena non è più una copia del Vangelo: è un apocrifo!».
L’Immacolata si era fermata nell’attesa che la matita ritornasse docile nelle sue mani. «Perdonami Signora: ho sbagliato, ma adesso come faccio? Aiutami tu!». L’immacolata ricominciò a sorridere: «Non preoccuparti: per chi si pente è sempre pronta la gomma!», e subito cancellò l‘errore. Vita si impegnò ad essere sempre più docile. A volte faceva ancora qualche piccolo errore, ma l’Immacolata puntualmente correggeva.
Quando si arrivò all’inizio della Passione ormai la punta di Vita era completamente consumata. «Ormai ho finito il mio compito! Qualcun altro completerà la pergamena al posto mio!». «Come? Non vuoi continuare?», le disse l’Immacolata. «E come faccio? La mia punta è consumata e il pensiero dei dolori di Gesù mi fa paura!», rispose la matita, ma poi subito si pentì: «Perdona la mia poca generosità! Con il tuo aiuto e nelle tue mani sono pronta a continuare, ma come faccio? Sono ormai senza punta...». «Dovrai soffrire un po' ... ma se ti fiderai ti accompagnerò io fino alla Risurrezione!». Vita accettò e l’Immacolata trasse dall’astuccio un temperamatite.
L’operazione fu dolorosa, ma alla fine la matita aveva una bella punta nuova. Grazie a questa sofferenza Vita divenne molto generosa e la sua docilità fu tale che l’Immacolata poté presto arrivare alla fine. Mentre scriveva le ultime frasi Vita contemplava la pergamena: che meraviglia! Solo rimanendo nelle mani dell’Immacolata è possibile ricopiare in tutto la Buona Novella !
#222
Inviato 05 giugno 2007 - 09:40:20
Ci sa portare in terre lontane
Nè corsiero come una pagina
Di scalpitante poesia.
E' un viaggio che anche il più povero può fare
Senza il tormento del pedaggio.
Quanto è frugale la carrozza
Che trasporta l'anima dell'Uomo.
Emily Dickinson
Buongiorno
#223
Inviato 06 giugno 2007 - 10:07:38
dobbiamo anche restituirle qualcosa.
Noi e la Terra dovremmo essere
compagni con uguali diritti.
Quello che noi rendiamo alla Terra
puo' essere una cosa cosi' semplice
e allo stesso tempo cosi' difficile
come il rispetto.
Jimmie Begay (Indiano Navajo)
Buona giornata
Messaggio modificato da lella77, 06 giugno 2007 - 10:08:30
#224
Inviato 17 giugno 2007 - 17:41:46
(Roberto Mazzola)
Brezza delle mia valle che scendi leggera dal passo,
fischiando fra le cime di questi cari monti.
Accarezza dolcemente queste contrade
come una mamma accarezza il suo bambino.
Tu che porti il profumo di valli lontane
fermati un istante sulla mia.
Sole, scintilla di Dio che riscaldi questa valle
tanto amata, le montagne che le fanno scudo,
falle brillare come gemme.
Riscalda le vecchie contrade abbandonate,
dove bambini e vecchi vivevano e morivano insieme.
Quando cantavano e piangevano insieme,
il Campo Santo dove riposano,
il grande castagno dove nascevano i bambini,
le vecchie stalle impregnate di memoria:
storie di “angoane”, “orchi”, “salbanei”,
mentre la “corleta” e la “mulinella ” filava, filava..
Pioggia della mia valle, bagna questa mia terra,
fa che dove le lacrime sono cadute germoglino fiori.
Rendila fertile, lava il sudore di tante fatiche.
E con il torrente, porta i suoi semi
dove più arida è la vita.
Uomo, che cammini per le vie fredde della città
e forse porti sul cuore il deserto
che ti hanno dato gli uomini
con la loro indifferenza i loro egoismi;
fermati un istante su questa valle,
dissetati alle sue sorgenti cristalline e attingi
a questi tesori che ti stanno intorno, inestimabili,
a cui la civiltà delle macchine non darà mai valore,
E’ il tesoro del cuore.
Se saprai comprendere, sarai sereno e felice .
Dio grande ed eterno, benedici
questo piccolo grande mondo,
proteggilo dal male che lo circonda.
Mantieni puri i cuori di quanti vi abitano,
tieni lontano il tempo cattivo,
e quando verrà, rendili pazienti e forti
nell’attesa del giorno che non ha tramonto.
e del sereno che non ha fine.
#225
Inviato 19 giugno 2007 - 15:04:48
compiere lunghi viaggi,
andare lontano
a vedere le grandi montagne,
i grandi fiumi,
le grandi città del mondo,
se non ci accorgiamo
del filo d'erba
bagnato di rugiada
che cresce
davanti alla porta di casa.
Romano Battaglia
#226
Inviato 30 giugno 2007 - 18:09:49
Un giorno un professore universitario chiese ai suoi studenti: "Dio ha creato tutto quello che esiste?" Uno studente si alzò in piedi coraggioso e rispose: "Sì, lo ha fatto!" Il professore domandò di nuovo: "Dio creò tutto?" "Sì professore!" rispose l'altro. Allora gli disse il professore: "Se Dio ha creato tutto, allora Dio ha creato il male; infatti il male esiste, e siccome vale il precetto che le nostre opere sono un riflesso di noi stessi, allora Dio è male".
Lo studente si sedette silenzioso davanti a questa risposta, e il professore si rallegrò che ancora una volta avesse dimostrato che la fede era un'illusione.
Un altro studente alzò la mano e disse: "Posso farle una domanda professore?" e quegli rispose: "Certamente". Il giovane si alzò in piedi e disse: "Professore, esiste il freddo?" "Che domanda è questa? Certo che esiste, per caso lei non ha mai avuto freddo?" gli rispose quello. Gli disse allora il ragazzo: "Di fatto, professore, il freddo non esiste. Secondo le leggi della Fisica, quello che consideriamo freddo, in realtà è l'assenza di calore. Ogni corpo è oggetto di studio quando ha o trasmette energia. Il calore è quello che fa questo corpo quando possiede o trasmette energia. Lo zero assoluto è l'assenza totale e assoluta di calore, quando tutti i corpi diventano inerti, incapaci di reazioni, ma il freddo non esiste. Abbiamo creato questo termine per descrivere quello che sentiamo quando non abbiamo calore.
Ed esiste l'oscurità?" continuò lo studente. "Certamente" rispose il professore. Ed egli disse "Nuovamente si sbaglia, l'oscurità nemmeno esiste. Essa in realtà è l'assenza di luce. La luce si può studiare, l'oscurità no, infatti il prisma di Nichols può scomporre la luce bianca nei suoi vari colori di cui è composto, con le differenti lunghezze d'onda. L'oscurità no. Un semplice raggio di luce irradia le tenebre e illumina la superficie dove termina il fascio luminoso. Come si può sapere quanto scuro è uno spazio determinato? In base alla quantità di luce lì presente, non è così? Oscurità è un termine che l'uomo ha inventato per descrivere quello che succede quando non c'è luce presente".
Finalmente il giovane chiese al professore: "Esiste il male?" Ed egli rispose "Certo che esiste, come ho detto all'inizio. Ogni giorno vediamo violenza, crimini e violazioni in tutto il mondo, questo cose sono male" Allora quello studente disse: "Il male non esiste, o almeno non esiste per sé stesso. Il male è semplicemente l'assenza di Dio, è come le cose di prima, un termine che l'uomo ha creato per descrivere questa assenza di Dio. Dio non ha creato il male. Non è come la fede o l'amore, che esistono come il calore e la luce. Il male è il risultato che l'umanità non ha presente Dio nel suo cuore. E' come il freddo, quando non c'è calore, o l'oscurità quando non c'è luce."
Allora il professore, annuendo con il capo, si sedette, in silenzio. Il giovane si chiamava Albert Einstein.
Messaggio modificato da Marco, 27 agosto 2007 - 13:10:54
#227
Inviato 04 luglio 2007 - 17:13:21
Sfera d'umile verde
Per allevare farfalle
E trastullare api.
Muoversi tutto il giorno
A melodie di brezza,
Tenere in grembo il sole
Ed inchinarsi a tutto.
Infilare rugiada
La notte come perle,
E farsi così bella
Da offuscare duchesse.
Quando muore, svanire
In odori divini
Come dormienti spezie
E amuleti di pino.
Ed abitando nei granai sovrani
I suoi giorni trascorrere nel sogno.
L'erba ha poco da fare
Ed io vorrei esser fieno!
Emily Dickinson
#228
Inviato 13 luglio 2007 - 13:41:36
Oggi ho detto una preghiera per te
e so che il Signore mi ha ascolato
ho sentito la risposta nel mio cuore
anche se tu non mi hai parlato.
Non ho chiesto fama o ricchezza
che per te non contano tanto
ma un tesoro duraturo,
ho chiesto a Dio
di starti accanto.
Di svegliarti sempre accanto a Lui ogni mattino
ed il dono di veri amici
con cui dividere il cammino,
Ho chiesto per te felicità
in ogni aspetto della vita
e che sia sempre colma
della sua gioia infinita
#229
Inviato 13 luglio 2007 - 17:55:01
nessuno mi fermerà.
Illusione sono le gioie e i dolori.
Senza casa sempre camminerò;
la zavorra che mi trae in basso
cadrà dispersa in terra.
Sono un viandante.
Per la strada canto a piena voce,
a cuore aperto,
libero dalle catene dei desideri;
attraverso il bene e il male
camminerò tra gli uomini.
Sono un viandante.
Svanirà ogni fatica.
Un canto sconosciuto
dal cielo lontano mi chiama;
una soave voce di flauto
mattina e sera incanta l’Anima.
Sono un viandante
un mattino sono uscito ch’era ancor buoio,
ancor prima del canto degli uccelli.
Sopra l’oscurità, immobile
vegliava una pupilla.
Sono un viandante.
Una sera arriverò
dove brillano nuove stelle,
dove olezza un nuovo profumo;
dove due occhi sempre
mi guardano dolcemente.
Tagore
#230
Inviato 16 luglio 2007 - 07:55:22
In un comune mattino d'estate,
Un fiasco di rugiada, un'ape o due,
Una brezza,
Un frullo in mezzo agli alberi
Ed io sono una rosa
Emily Dickinson
#231
Inviato 20 luglio 2007 - 12:19:39
Un re si innamorò follemente di una povera ma attraente popolana e ordinò che la portassero nel palazzo reale. Era seriamente intenzionato a sposarla e a farne la regina. Ma, in modo misterioso, la giovane si ammalò gravemente il giorno stesso in cui mise piede nel palazzo reale. Peggiorò rapidamente.
Furono chiamati i più celebri medici e guaritori del regno. Non riuscirono a far niente. La povera ragazza si dibatteva ormai tra la morte e la vita. Disperato, il re offrì la metà del suo regno a chi fosse stato capace di curarla. Ma nessuno si fece avanti.
Si presentò soltanto un vecchio saggio che chiese il permesso di parlare da solo con la ragazza. Dopo il colloquio fu ricevuto dal re che si tormentava nell'attesa. «Maestà», disse il saggio, «ho il rimedio infallibile per la vostra promessa sposa. È un rimedio molto doloroso... non per la ragazza, ma per vostra maestà». «Dimmi qual è!» gridò il re. «Sarà applicato, costi quel che costi!». Il saggio fissò gli occhi del re e disse: «La ragazza è innamorata di uno dei vostri soldati. Datele il permesso di sposarlo e guarirà immediatamente».
Il re rimase silenzioso. Amava troppo la ragazza per lasciarla morire. Acconsentì alle nozze tra la ragazza e il suo soldato. La ragazza naturalmente guarì. Ma il re divenne ogni giorno più triste, cominciò a deperire e si aggravò fino ad essere in punto di morte.
Fu chiamato il saggio che aveva guarito la ragazza. L'anziano venne al capezzale del re, ma poi scosse tristemente il capo e mormorò: «Povero re! Non c'è rimedio per lui. Perché nessuno lo ama come lui ama».
Dio vuole l'uomo felice.
Per questa felicità Dio sulla terra ha dovuto morire.
E nessuno ama l'uomo come lo ama Lui...
#232
Inviato 21 luglio 2007 - 15:21:31
un caro saluto carmen
#233
Inviato 22 luglio 2007 - 10:58:33
Io non faccio piani, non faccio progetti.
Vado avanti a fare ciò che accade nel momento.
E ciò che accade va assolutamente bene, perché non c'è modo di giudicare, non c'è criterio, né pietra di paragone.
Questa è la sua bellezza. E questa è libertà.
Osho
#234
Inviato 23 luglio 2007 - 07:12:41
e nella terra,
che l'uomo
spinga
come l'albero, realizzi,
come il fiume, la sua via,
libertà, umano tesoro,
prima ed ultima
conquista della luce, dì e diadema
del mondo.
Blas de Otero
#235
Inviato 23 luglio 2007 - 13:26:29
La domanda è rivolta a me?
Se è rivolta a me ti dico che le storie che posto, la maggior parte mi vengono inviate da un unica persona, una persona molto pia e credente. Da quali fonti poi lui le tragga, questo non lo so neppure io..... a volte c'è scritta la fonte, altre volte no. Personalmente trovo che siano molto belle e mi piace pensare che possano piacere anche a voi.
Per quanto riguarda la mia fede, ti rispondo di.... sì. Sono cristiano e credo in Dio e in Gesù Cristo, Figlio di Dio e Parola del Padre, morto e Risorto per la Salvezza degli uomini.
Un abbraccio.
P.S. Oltre alle bellissime foto che posti, aspetto di leggere anche una tua bella storia o qualche citazione che ti piace.
#236
Inviato 23 luglio 2007 - 17:53:08
carmen
#237
Inviato 27 luglio 2007 - 16:30:00
Quei cani affamati, bastonati, abbandonati...
Ci sarà, certo un paradiso,
perché nell'inferno ci sono già stati:
qui sulla terra.
Ci deve essere il paradiso
per chi non ha mai incontrato
di un padrone il sorriso
ma anche per chi, fortunato,
nella vita è stato amato;
esisterà di certo il loro paradiso,
con tanti angeli a cui donare
un amore assoluto e infinito
come il mare,
un tesoro che l'uomo ha rifiutato.
Sarà bello quel paradiso
dove correre liberi da catene,
su e giù nell'immensità.
E amare, senza essere mai più traditi,
da qui all'Eternità.
#238
Inviato 30 luglio 2007 - 10:39:58
Un uomo, il suo cavallo ed il suo cane camminavano lungo una strada.
Mentre passavano vicino ad un albero gigantesco, un fulmine li colpì, uccidendoli all'istante.
Ma il viandante non si accorse di aver lasciato questo mondo e continuò a camminare, accompagnato dai suoi animali. A volte, i morti impiegano qualche tempo per rendersi conto della loro nuova condizione...
Il cammino era molto lungo; dovevano salire una collina, il sole picchiava forte ed erano sudati e assetati. A una curva della strada, videro un portone magnifico, di marmo, che conduceva a una piazza pavimentata con blocchi d'oro, al centro della quale s'innalzava una fontana da cui sgorgava dell'acqua cristallina.
Il viandante si rivolse all'uomo che sorvegliava l'entrata.
"Buongiorno"
"Buongiorno" rispose il guardiano.
"Che luogo è mai questo, tanto bello?"
"E' il cielo"
"Che bello essere arrivati in cielo, abbiamo tanta sete!"
"Puoi entrare e bere a volontà".
Il guardiano indicò la fontana.
"Anche il mio cavallo ed il mio cane hanno sete"
"Mi dispiace molto", disse il guardiano, "ma qui non è permesso l'entrata agli animali".
L'uomo fu molto deluso: la sua sete era grande, ma non avrebbe mai bevuto da solo.
Ringraziò il guardiano e proseguì.
Dopo avere camminato a lungo su per la collina, il viandante e gli animali giunsero in un luogo il cui ingresso era costituito da una vecchia porta, che si apriva su un sentiero di terra battuta, fiancheggiato da alberi.
All'ombra di uno di essi era sdraiato un uomo che portava un cappello; probabilmente era addormentato.
"Buongiorno" disse il viandante.
L'uomo fece un cenno con il capo.
"Io, il mio cavallo ed il mio cane abbiamo molta sete".
"C'è una fonte fra quei massi", disse l'uomo, indicando il luogo, e aggiunse: "Potete bere a volontà". L'uomo, il cavallo ed il cane si avvicinarono alla fonte e si dissetarono.
Il viandante andò a ringraziare.
"Tornate quando volete", rispose l'uomo.
"A proposito, come si chiama questo posto?"
"Cielo"
"Cielo? Ma il guardiano del portone di marmo ha detto che il cielo era quello là!"
"Quello non è il cielo, è l'inferno".
Il viandante rimase perplesso.
"Dovreste proibire loro di utilizzare il vostro nome! Di certo, questa falsa informazione causa grandi confusioni!"
"Assolutamente no. In realtà, ci fanno un grande favore. Perché là si fermano tutti quelli che non esitano ad abbandonare i loro migliori amici...."
#239
Inviato 30 luglio 2007 - 22:04:50
Nei momenti di stanchezza
quando sarei tentato di abbandonare tutto,
fammi perseverare, Signore, con pazienza,
perchè finisca umilmente
ciò che ho cominciato.
Quando la stanchezza
mi rende più vulnerabile a tutte le scosse,
proteggi il mio cuore dall'irritazione,
mettilo al riparo dalle brusche reazioni.
Quando sento il sovraccarico
di lavori impegnativi
e ho l'impressione
di non riuscire nel compito affidatomi,
preservami dall'ansia e dal nervosismo.
Quando, sotto il peso della giornata,
le mie forze esauste reclamano il riposo,
rendimi capace di accogliere pazientemente
chi ancora mi chiede un servizio, uno sforzo.
Un tempo, affaticato,
hai aperto il cuore alla samaritana.
Anche se stanco, fa' che il mio cuore
si apra agli altri con più pazienza,
con più bontà.
Jean Galot
#240
Inviato 12 agosto 2007 - 19:12:17
ed aspettare....é Dio che fa il resto!
Tu non puoi obbligare una persona ad amarti: tu puoi solamente amare, essere dolce,
coccolare....é Dio che fa nascere l'Amore!
Tu non puoi obbligare un'anima a credere: tu puoi solo annunciare, testimoniare,
lavorare e sperare...é Dio che dona la fede!
Non cercare di metterti al posto di Dio: lavora, aiuta, ama e prega...
e Dio farà il resto!"
Messaggio modificato da Marco, 15 agosto 2007 - 11:53:42
2 utente(i) stanno leggendo questa discussione
0 utenti, 2 ospiti, 0 utenti anonimi
Tutti i testi degli articoli e la veste grafica sono proprietà esclusiva di CFSItalia.it e ne è vietata la riproduzione, totale o parziale,
senza esplicita autorizzazione da parte degli amministratori.
Le informazioni fornite in questo Forum non intendono sostituirsi né implicitamente né esplicitamente al parere professionale di un medico né a diagnosi, trattamento o prevenzione di qualsivoglia malattia e/o disturbo. CFSItalia.it non ha alcun controllo sul contenuto di siti terzi ai quali sia collegato tramite link e non potrà essere ritenuto responsabile per qualsivoglia danno causato da quei contenuti. Gli amministratori e moderatori non sono responsabili dei messaggi scritti dagli utenti sul forum.