PROVA CON UNA POESIA, UNA FAVOLA, UN BRANO......
#121
Posted 27 December 2006 - 08:41:29
Nei momenti più difficili mi sono creata un mondo fantastico in cui vivere, o meglio, un modo per viaggiare con la mente.
Il mezzo era un treno, il treno della felicità:
Sul treno della felicità, non occorre portar bagagli perchè tutto ciò che occorre è là
Per viaggiare, non serve il biglietto
Non importa se la tua destidazine è diversa da quella del tuo vicino,
perchè non sei tu che ti rechi nei posti più belli,
ma sono loro che vengono da te.
Sul treno della felicità, c'è sempre posto per tutti, vicino ai finestrini.
Ci puoi trovare tutte le persone che ami
Sul treno della felicità, si è tutti sereni, non si ha fretta,
non fà freddo e nemmeno caldo.
Il treno della felicità è sempre pronto a partire, non ha orari.
.....................
Vi viene in mente qualcosa da aggiungere??
#122
Posted 27 December 2006 - 20:44:05
potrei non seguirti;
non camminare dietro di me,
non saprei dove condurti;
cammina al mio fianco
e saremo sempre amici.
#123
Posted 28 December 2006 - 16:21:25
Fulvio fin da ragazzo di tredici anni, in casa sua cominciò a ripetere sbuffando: “Ma chi me lo fa fare?”, quando doveva svolgere qualche servizio che gli veniva richiesto da suo padre. Di solito lo eseguiva con slancio e scioltezza. Ma il lamento era immancabile quando il rapporto con suo padre non era sereno e di conseguenza si faceva sentire la pesantezza dell’incarico.
Da adulto trovò un mestiere ben retribuito. Anche se il lavoro risultava molto pesante, nessuno lo sentì mai lamentarsi. Neppure lo sfiorava il pensiero del “chi me lo fa fare !?” La coscienza di una buona paga gli toglieva ogni irritazione.
Più tardi sentì la vocazione al convento dove la regola gli chiedeva qualche ora di impegno abbastanza gravoso. Fatica non solo mentale, ma anche di muscoli. Curioso, ma anche in convento, in contrasto con lo slancio degli amici, gli usciva lo sbuffo: “Ma chi me lo fa fare !?” Finché le parole dello strano lamento giunsero alle orecchie del responsabile della sua vita religiosa, il quale giudicò necessario, urgente, un momento serio e delicato di verifica delicata e seria sulla vocazione del novizio e sulla profondità del suo rapporto con Dio. In convento si entra per servire solo Dio e non per simpatie umane o per altre motivazioni.
Gli fu quindi suggerito un periodo in cui ripensare la sua vocazione e il motivo per cui era entrato in convento. Gli si chiese di meditare le parole di Gesù riguardanti i superiori e riportate nella regola: “Chi ascolta voi ascolta me” e “ il religioso sappia che obbedendo ai suoi superiori, obbedisce a Dio” e di viverle di conseguenza.
Da questo periodo di riesame di vita e di vocazione cristiana, il giovane uscì perfettamente convinto, direi gioiosamente convertito. "Non ho più motivo di sbuffare – confidava – perché ora so perfettamente “chi me lo fa fare”. Io ho scelto e riscelto il mio datore di lavoro, Dio. Lui solo col centuplo in questa vita mi paga profumatamente, ma soprattutto mi riempie il cuore di pace, gioia e serenità."
C’è chi vive con fatica fra le vicende di questo mondo per la mancanza di rapporti cristiani e forse ancora è tentato di ripetersi: “Ma chi me lo fa fare?”. Questo rivedere e risanare i propri rapporti con Dio può diventare un segnale forte per una luminosa e gioiosa speranza.
#124
Posted 28 December 2006 - 18:18:56
Matthew Scully
#125
Posted 29 December 2006 - 22:44:33
vive il vittorioso sole dello spirito;
le rette forze dell'anima possono sentirlo
nell'interiore vita invernale,
nell'impulso di speranza del cuore:
esso vede la vittoria del sole spirituale
nella luce benedicente della notte santa,
quale simbolo della vita superiore
nella profonda notte dell'inverno.
Rudolf Steiner
Amministrazione CFSitalia
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"Il Forum ha carattere divulgativo e le informazioni contenute non devono sostituirsi alle visite e alle diagnosi mediche. Ricordate che l'autodiagnosi e l'autoterapia possono essere pericolose"
==============================
"Il senso della vita
è dare senso alla vita”
(R.Steiner)
#126
Posted 30 December 2006 - 10:28:35
per fuggire la memoria
molti volerebbero.
Abituati a esseri più lenti
gli uccelli con sgomento
scruterebbero la folla
di persone in fuga
dalla mente dell'uomo.
Emily Dykinson
#127
Posted 01 January 2007 - 11:24:55
Buddha Sakyamuni
#128
Posted 02 January 2007 - 10:14:48
Io non ho bisogno di denaro.
Ho bisogno di sentimenti,
di parole, di parole scelte sapientemente,
di fiori detti pensieri,
di rose dette presenze,
di sogni che abitino gli alberi,
di canzoni che facciano danzare le statue,
di stelle che mormorino all'orecchio degli amanti....
Ho bisogno di poesia,
questa magia che brucia la pesantezza delle parole,
che risveglia le emozioni e dà colori nuovi.
ALDA MERINI
#129
Posted 03 January 2007 - 09:05:39
per dolcissima muovermi ferita:
voglio spazio per cantare crescere
errare e saltare il fosso
della divina sapienza.
Spazio datemi spazio
ch’io lanci un urlo inumano,
quell’urlo di silenzio negli anni
che ho toccato con mano.
Alda Merini
#130
Posted 04 January 2007 - 11:29:38
Bambino, se trovi l'aquilone della tua fantasia
legalo con l'intelligenza del cuore.
Vedrai sorgere giardini incantati
e tua madre diventerà una pianta
che ti coprirà con le sue foglie.
Fa delle tue mani due bianche colombe
che portino la pace ovunque
e l'ordine delle cose.
Ma prima di imparare a scrivere
guardati nell'acqua del sentimento.
ALDA MERINI
#131
Posted 05 January 2007 - 09:01:04
Amala pienamente,senza pretese;
amala quando ti amano o quando ti odiano,
amala quando nessuno ti capisce,
o quando tutti ti comprendono.
Amala quando tutti ti abbandonano,
o quando ti esaltano come un re.
Amala quando ti rubano tutto,
o quando te lo regalano.
Amala quando ha senso
o quando sembra non averlo nemmeno un pò.
Amala nella piena felicità,
o nella solitudine assoluta.
Amala quando sei forte,
o quando ti senti debole.
Amala quando hai paura,
o quando hai una montagna di coraggio.
Amala non soltanto per i grandi piaceri
e le enormi soddisfazioni;
amala anche per le piccolissime gioie.
Amala seppure non ti dà ciò che potrebbe,
amala anche se non è come la vorresti.
Amala ogni volta che nasci
ed ogni volta che stai per morire.
Ma non amare mai senza amore.
Non vivere mai senza vita!
MADRE TERESA DI CALCUTTA
#132
Posted 06 January 2007 - 09:40:48
rispetto a ciò che la bocca pronuncia.
Il silenzio illumina l'anima,
sussurra ai cuori e li unisce.
Il silenzio ci porta lontano da noi stessi,
ci fa veleggiare
nel firmamento dello spirito,
ci avvicina la cielo;
ci fa sentire che il corpo
è nulla più che una prigione,
e questo mondo è un luogo d'esilio.
Khalil Gibran
#133
Posted 07 January 2007 - 09:40:15
Ogni essere umano ha dentro un fanciullino,e quella creatura sublime vive dentro di noi fino a che non la uccidiamo con le nostre falsità, con il nostro egoismo e con la nostra indifferenza.
Romano Battaglia
#134
Posted 09 January 2007 - 09:20:24
La viola ambiziosa
C'era una bella viola profumata che viveva tranquilla insieme alle sue amiche e ondeggiava felice tra gli altri fiori in un
giardino solitario. Una mattina, con la corolla ancora abbellita da stille di rugiada, sollevò il capo, si guardò attorno e
vide una rosa alta e avvenente che si ergeva superba nello spazio, come una torcia ardente su una lampada di smeraldo.
La viola schiuse le labbra blu e disse: «Quanto sono sfortunata tra questi fiori, e com'è umile la posizione che occupo
rispetto a loro! La natura mi ha fatto piccola e povera... Vivo vicinissima alla terra senza poter levare la testa verso il
cielo blu, o girare il viso verso il sole come fanno le rose.»
La rosa udì le parole della sua vicina, scoppiò a ridere e commentò: «Che strano discorso il tuo! Sei fortunata, e non
riesci a rendertene conto. La natura ti ha voluto conferire un profumo e una bellezza che non ha concesso a nessun
altro... Lascia perdere questi pensieri e accontentati, e ricorda che chi si umilia sarà esaltato, e chi si esalta sarà
schiacciato.»
La viola rispose: «Tu mi consoli perché possiedi ciò che io desidero ardentemente... E tenti di amareggiarmi facendo la
magnanima... Come suona dolorosa la predica del fortunato al cuore dell'infelice! E com'è spietato il potente quando si
erge a consigliere del debole!»
La Natura udì la conversazione tra la viola e la rosa, si avvicinò e disse: «Che cosa ti è successo, viola, figlia mia? Le
tue parole e le tue azioni sono sempre state umili e dolci. Forse la Cupidigia ti è entrata nel cuore e ti ha intorpidito i
sensi?» La viola rispose con voce supplichevole: «Madre grande e misericordiosa, piena d'amore e di comprensione, ti
prego con tutto il cuore e con tutta l'anima, accogli la mia richiesta e consentimi di essere una rosa per un giorno.»
La Natura rispose: «Tu non sai quello che vuoi; non ti rendi conto della sventura che si nasconde dietro la tua cieca
ambizione. Se tu fossi una rosa ne avresti solo dispiaceri e te ne pentiresti, ma non servirebbe a niente.» Ma la viola
insisté: «Trasformami in una rosa alta, perché voglio poter sollevare la testa con fierezza. Me ne assumo la
responsabilità, non importa quale sarà la mia sorte.» La Natura acconsentì, dicendo: «Esaudirò la tua richiesta, viola
ribelle e ignorante. Ma se ti colpirà la sventura, la colpa sarà solo tua.»
E la Natura allungò le sue dita magiche e misteriose e toccò le radici della viola, la quale si trasformò immediatamente
in un'alta rosa, svettante su tutti gli altri fiori del giardino.
Quella sera il cielo si gonfiò di nuvole nere, la furia degli elementi sconvolse il silenzio dell'esistenza col fragore del
tuono e cominciò ad attaccare il giardino facendosi precedere da una fitta pioggia e da forti venti. La tempesta squarciò i
rami, sradicò le piante e ruppe gli steli dei fiori più alti, risparmiando solo quelli piccoli che crescevano vicini alla terra
amica. Il giardino solitario risentì particolarmente di quel clima belligerante, e quando la tempesta si placò e il cielo si
schiarì tutti i fiori erano stati devastati: nessuno era sfuggito alla furia della Natura tranne la famiglia delle piccole viole,
nascoste accanto al muro del giardino.
Alzata la testa e vista la tragedia abbattutasi sui fiori e sugli alberi, una giovane viola sorrise felice e chiamò le sue
compagne, dicendo: «Guardate cosa ha fatto la tempesta ai fiori altezzosi!» Un'altra viola disse: «siamo piccole e
viviamo vicino alla terra, ma siamo al riparo dalla collera del clima.»
E una terza aggiunse: «La nostra statura limitata non permette alla tempesta di sottometterci.»
A quel punto la regina delle viole vide accanto a sé la viola trasformata in rosa, scagliata a terra dalla tempesta e
deturpata sull'erba fradicia come un soldato esausto sul campo di battaglia. La regina delle viole sollevò la testa e
chiamò a raccolta la sua famiglia, dicendo: «Guardate, figlie mie e meditate su ciò che la Cupidigia ha fatto alla viola
trasformata per un'ora in una rosa superba. Che il ricordo di questa scena vi rammenti sempre la vostra buona sorte.»
La rosa morente sussultò, e facendo appello alle forze residue disse, con tono pacato: «Siete mansuete e soddisfatte
della vostra ottusità: io non ho mai avuto paura della tempesta. Fino a ieri anch'io ero soddisfatta e appagata dalla Vita,
ma l'Appagamento è stato come una barriera tra la mia esistenza e la tempesta della Vita, confinandomi in una pace
malsana e indolente e in una stasi mentale. Avrei potuto vivere la stessa vita che vivete voi ora, solo che fossi rimasta
attaccata alla terra per paura... Avrei potuto attendere che l'inverno mi ricoprisse di neve e mi consegnasse alla Morte,
che certamente rivendicherà tutte le viole... Ma ora io sono felice perché mi sono spinta fuori dal mio piccolo mondo fin
nei misteri dell'Universo... Una cosa che voi non avete ancora fatto. Avrei potuto guardare dall'alto la Cupidigia, la cui
indole è superiore alla mia, ma prestando ascolto al silenzio della notte udii il mondo celeste parlare al mondo terreno e
dire: «L'ambizione che va oltre l'esistenza è lo scopo essenziale del nostro esistere.» In quel momento il mio spirito si
ribellò e il mio cuore cominciò a desiderare una posizione più elevata rispetto a quella della mia limitata esistenza. Mi
resi conto che l'abisso non può udire il canto delle stelle, e in quel momento presi a combattere contro la mia piccolezza
e a desiderare ardentemente ciò che non mi apparteneva, finché il mio spirito di rivolta si trasformò in una grande forza,
e il mio desiderio in volontà creatrice... La Natura, che è il grande oggetto dei nostri sogni più profondi, accolse la mia
richiesta e con le sue dita magiche mi trasformò in una rosa.»
La rosa tacque per un istante poi, con voce flebile, mista di compiacimento e fierezza disse: «Ho vissuto un'ora come
una rosa altera; per una frazione di tempo sono stata simile a una regina: ho visto l'Universo con gli occhi di una rosa;
ho udito il mormorio del firmamento con le orecchie della rosa e ho toccato i lembi della veste della Luce con i petali
della rosa. C'è qualcun altro, qui, che può rivendicare un simile onore?»
Ciò detto, chinò il capo e, con voce soffocata, disse: «Ora posso anche morire, poiché la mia anima ha conseguito il suo
scopo. Finalmente ho esteso la mia conoscenza a un mondo che è al di là dell'angusta caverna della mia nascita. É
questo il disegno della Vita... É questo il segreto dell'Esistenza»
La rosa fu scossa da un fremito, ripiegò lentamente i petali ed esalò l'ultimo respiro con un sorriso celestiale sulle
labbra... un sorriso d'appagamento, di speranza e di fiducia nella vita... un sorriso di vittoria... un sorriso simile a quello
di Dio.
#135
Posted 09 January 2007 - 16:23:19
che raccoglie conchiglie
e pietruzze colorate
lungo la spiaggia del tempo..
sono terribilmente soddisfatto,
infinitamente appagato, felice:
non so chi sono, perchè non sono
Osho
#136
Posted 10 January 2007 - 10:22:07
Italo Calvino
#137
Posted 11 January 2007 - 20:41:16
Una madre e suo figlio stanno camminando sulla spiaggia.
Ad un certo punto il bambino dice: "Mamma come si fa a mantenere un’amicizia?"
La madre guarda il figlio sorridendo e poi gli dice: "Raccogli un po’ di sabbia."
Il ragazzo si china e raccoglie una manciata di sabbia finissima.
La madre allora, sempre sorridendo: "Ora stringi il pugno…"
Il ragazzo stringe la mano attorno alla sabbia e vede che, più stringe,più la sabbia gli esce dalla mano.
"Mamma, la sabbia se ne scappa…"
"Lo so, caro… Ora tieni la mano completamente aperta…"
Il ragazzo ubbidisce, ma una folata di vento porta via parte della rimanente.
"Anche così non riesco a tenerla…"
E la madre, sempre sorridendo:
"Adesso raccogline un altro po’, e tienila con la mano aperta a cucchiaio…così.. abbastanza chiusa per custodire, e abbastanza aperta per la libertà".
Il ragazzo riprova, e questa volta la sabbia non sfugge dalla mano, ed è protetta dal vento.
"Ecco come far durare un’amicizia…"
Kherydan
#138
Posted 12 January 2007 - 13:16:08
Non importa che amiamo una, due, dieci volte nella vita:
ci troviamo sempre davanti a una situazione che non conosciamo.
L'amore può condurci all'inferno o in paradiso,
comunque ci porta sempre in qualche luogo.
E' necessario accettarlo,
perchè esso è ciò che alimenta la nostra esistenza.
Se non lo accettiamo, moriremo di fame
pur vedendo i rami dell'albero della vita carichi di frutti:
non avremo il coraggio di tendere la mano e di coglierli.
E' necessario ricercare l'amore là dove si trova,
anche se ciò potrebbe significare ore, giorni,
settimane di delusione e di tristezza.
Perchè, nel momento in cui partiamo in cerca dell'amore,
anche l'amore muove per venirci incontro, e ci salva...
Paulo Coelho
#139
Posted 13 January 2007 - 09:42:01
Questa volta lasciate che sia felice,
non è successo nulla a nessuno,
non sono da nessuna parte,
succede solo che sono felice
fino all’ultimo profondo angolino del cuore.
Camminando,dormendo o scrivendo,
che posso farci, sono felice.
sono più sterminato dell’erba nelle praterie,
sento la pelle come un albero raggrinzito,
e l’acqua sotto,gli uccelli in cima,
il mare come un anello intorno alla mia vita,
fatta di pane e pietra la terra
l’aria canta come una chitarra.
Tu al mio fianco sulla sabbia, sei sabbia,
tu canti e sei canto,
Il mondo è oggi la mia anima
canto e sabbia,il mondo oggi è la tua bocca,
lasciatemi sulla tua bocca e sulla sabbia
essere felice,
essere felice perché si,
perché respiro e perché respiri,
essere felice perché tocco il tuo ginocchio
ed è come se toccassi la pelle azzurra del cielo
e la sua freschezza.
Oggi lasciate che sia felice, io e basta,
con o senza tutti, essere felice con l’erba
e la sabbia essere felice con l’aria e la terra,
essere felice con te,con la tua bocca,
essere felice.
Pablo Neruda
#140
Posted 14 January 2007 - 09:44:37
la semplice conoscenza dell'amicizia rende possibile resistere,
anche se l'amico non ha il potere di aiutarci.
È sufficiente che esista.
L'amicizia non è diminuita dalla distanza o dal tempo,
dalla prigionia o dalla guerra, dalla sofferenza o dal silenzio.
È in queste cose che essa mette più profonde radici.
È da queste cose che essa fiorisce.
Pam Brown
#141
Posted 16 January 2007 - 08:17:48
non è la mano tesa
né il sorriso gentile
né la gioia della compagnia:
è l'ispirazione spirituale
quando scopriamo
che qualcuno crede in noi
ed è disposto a fidarsi di noi.
R.W.Emerson
#142
Posted 17 January 2007 - 12:45:53
dalla nascita fino alla morte:
pietre su cui inciampiamo…
pietre che bloccano il nostro cammino…
pietre che usiamo
per costruire muri attorno a noi
e soffocare i nostri sogni…
…ma ci sono anche pietre speciali…
Lastricano i pensieri che portano al cuore…
aprono le porte del nostro spirito
e costruiscono porti sicuri per i nostri sogni…
A te che mi hai insegnato a scegliere
le pietre colorate della vita e dei ricordi…
che mi hai insegnato come metterle insieme
in un variopinto arcobaleno…
a te il dono di queste pietre…
che ormai sono tutto ciò che mi rimane
del mio spirito bambino…
assieme ai frammenti del mio cuore
che pur divisi
continuano a battere.
Eugenia de Bella
#143
Posted 18 January 2007 - 03:20:14
QUELLO CHE METTI NELLA VITA DEGLI ALTRI TORNERA' A RIEMPIRE LA TUA
Un giorno un'insegnante chiese ai suoi studenti di fare una lista dei nomi
degli altri studenti nella stanza su dei fogli di carta, lasciando un po' di
spazio sotto ogni nome. Poi disse loro di pensare la cosa più bella che
potevano dire su ciascuno dei loro compagni di classe e scriverla.
Ci volle tutto il resto dell'ora per finire il lavoro, ma all'uscita ciascuno degli
studenti consegnò il suo foglio. Quel sabato l'insegnante scrisse il nome di
ognuno su un foglio separato, e vi aggiunse la lista di tutto ciò che gli
altri avevano detto su di lui/lei.
Il lunedì successivo diede ad ogni studente la propria lista. Poco dopo, l'intera classe stava sorridendo. "Davvero?" sentì sussurrare. "Non sapevo di contare così tanto per qualcuno!" e "Non pensavo di piacere tanto agli altri" erano le frasi più
pronunciate. Nessuno parlò più di quei fogli in classe, e la prof non seppe
se i ragazzi l'avessero discussa dopo le lezioni o con i genitori, ma non
aveva importanza: l'esercizio era servito al suo scopo. Gli studenti erano
felici di se stessi e divennero sempre più uniti.
Molti anni più tardi, uno degli studenti venne ucciso in Vietnam e la sua insegnante partecipò al funerale. Non aveva mai visto un soldato nella bara prima di quel momento: sembrava così bello e così maturo... La chiesa era riempita dai suoi amici. Uno ad uno quelli che lo amavano si avvicinarono alla bara, e l'insegnante
fu l'ultima a salutare la salma.
Mentre stava lì, uno dei soldati presenti le domandò "Lei era l'insegnante di matematica di Mark?". Lei annuì, dopodiché lui le disse "Mark parlava di lei spessissimo"
Dopo il funerale, molti degli ex compagni di classe di Mark andarono insieme al rinfresco. I genitori di Mark stavano lì, ovviamente in attesa di parlare con la sua
insegnante. "Vogliamo mostrarle una cosa", disse il padre, estraendo un
portafoglio dalla sua tasca. "Lo hanno trovato nella sua giacca quando venne
ucciso. Pensiamo che possa riconoscerlo" Aprendo il portafoglio, estrasse
con attenzione due pezzi di carta che erano stati ovviamente piegati, aperti
e ripiegati molte volte. L'insegnante seppe ancora prima di guardare che
quei fogli erano quelli in cui lei aveva scritto tutti i complimenti che i
compagni di classe di Mark avevano scritto su di lui. Grazie mille per
averlo fatto", disse la madre di Mark. "Come può vedere, Mark lo conservò
come un tesoro".
Tutti gli ex compagni di classe di Mark iniziarono ad avvicinarsi. Charly sorrise timidamente e disse "Io ho ancora la mia lista. E' nel primo cassetto della mia scrivania a casa". La moglie di Chuck disse che il marito le aveva chiesto di metterla nell'album di nozze, e Marilyn aggiunse che la sua era conservata nel suo diario. Poi Vicky, un'altra compagna, aprì la sua agenda e tirò fuori la sua lista un po' consumata, mostrandola al gruppo. "La porto sempre con me, penso che tutti l'abbiamo conservata".
In quel momento l'insegnante si sedette e pianse. Pianse per Mark e per tutti i suoi amici che non l'avrebbero più rivisto.
Ci sono così tante persone al mondo che spesso dimentichiamo che la vita finirà un giorno o l'altro. E non sappiamo quando accadrà. Perciò dite alle persone che le amate e che vi importa di loro, che sono speciali e importanti. Diteglielo
prima che sia troppo tardi.
Ricorda, "chi semina raccoglie". Quello che metti nella vita degli altri tornerà a riempire la tua.
Un caro abbraccio a tutti.
#144
Posted 18 January 2007 - 09:40:04
Lentamente muore
chi diventa schiavo dell'abitudine,
ripetendo ogni giorno gli stessi percorsi,
chi non cambia la marcia,
chi non rischia e cambia colore dei vestiti,
chi non parla a chi non conosce.
Muore lentamente chi evita una passione,
chi preferisce il nero su bianco
e i puntini sulle "i"
piuttosto che un insieme di emozioni,
proprio quelle che fanno brillare gli occhi,
quelle che fanno
di uno sbadiglio un sorriso,
quelle che fanno battere il cuore
davanti all'errore e ai sentimenti.
Lentamente muore
chi non capovolge il tavolo,
chi e' infelice sul lavoro,
chi non rischia la certezza
per l'incertezza per inseguire un sogno,
chi non si permette almeno una volta nella vita
di fuggire ai consigli sensati.
Lentamente muore chi non viaggia,
chi non legge, chi non ascolta musica,
chi non trova grazia in se stesso.
Muore lentamente
chi distrugge l'amor proprio,
chi non si lascia aiutare;
chi passa i giorni a lamentarsi
della propria sfortuna o della pioggia incessante.
Lentamente muore
chi abbandona un progetto prima di iniziarlo,
chi non fa domande
sugli argomenti che non conosce,
chi non risponde
quando gli chiedono qualcosa che conosce.
Evitiamo la morte a piccole dosi,
ricordando sempre che essere vivo
richiede uno sforzo di gran lunga maggiore
del semplice fatto di respirare.
Soltanto l'ardente pazienza porterà
al raggiungimento
di una
splendida felicita'.
Pablo Neruda
#145
Posted 19 January 2007 - 15:56:11
che costruiscono enormi castelli,
nelle nostre anime scosse;
e noi raccogliamo in essi
bauli di parole, di emozioni,
di doni mai offerti,
che finiscono
o con l'incenerirsi
al primo fuoco,
o con l'ammuffire,
e coinvolgere
nel loro decadimento
le mura intere.
Carlo Bramanti
#146
Posted 20 January 2007 - 10:17:42
Il tuo dolore è lo spezzarsi del guscio
che racchiude la tua capacità di comprendere.
E se potessi manterener il cuore
sospeso in costante stupore
ai quotidiani miracoli della vita,
il dolore non ti sembrerebbe
meno meraviglioso della gioia;
e accetteresti le stagioni del tuo cuore,
come hai sempre accettato
le stagioni che passano sui tuoi campi.
Khalil Gibran
#147
Posted 21 January 2007 - 14:20:47
Ho ritrovato
il libretto di istruzioni
per l'uso della vita
tra le nuvole più soffici
del mio cassetto ...
mille pensieri
e un numero crescente di fate ,
oltre il giardino .
Ero nato
su un letto di emozioni
con quel dono
d'infinita pace in mano
ma non so come
e per colpa di chi l'avevo perso ...
In ogni pagina dorata
nulla di diverso,
le stesse , identiche parole :
"Non allentar mai la corda ,
non c'è nulla che pesa e vale
ricorda ...
la vita è uno stato mentale .
Carlo Bramanti
#148
Posted 23 January 2007 - 13:23:20
Ci sono momenti
che passano in fretta
e il tempo che vola
sa di sigaretta
Ci sono momenti
che pensi alla vita
ed altri in cui credi
che è proprio finita
E ti viene da vivere
e ti viene da piangere
e ti viene da prendere un treno
andare affanculo e lasciare tutto com’è
che qui non è facile
e ti senti fragile
eh qui dove tutto quello che conta è quello che senti
e sentire com’è, sentire com’è…
Com’è straordinaria la vita
com’è, coi suoi segreti, i sorrisi, gli inganni
Com’è straordinaria la vita
che un giorno ti senti come in un sogno
e poi ti ritrovi all’inferno
Com’è straordinaria la vita
che non si ferma mai
si! Non si ferma mai!
E ti viene da vivere
e ti viene da credere
e ti viene da provarci ancora
continuare a lottare e dare il meglio di te
che qui non è facile
e ti senti fragile
eh qui dove tutto quello che conta è quello che senti
e sentire com’è, sentire com’è…
Com’è straordinaria la vita
com’è che ti fa credere, amare e gridare
Com’è straordinaria la vita
che non si ferma mai
si! Non si ferma mai!
Eh eh eh
eh eh eh
Com’è straordinaria la vita
che un giorno ti senti come in un sogno
e poi ti ritrovi all’inferno
Com’è straordinaria la vita
che non si ferma mai
si! Non si ferma mai!
E mi viene da ridere
e mi viene da vivere!
#149
Posted 25 January 2007 - 16:42:05
Che è il paradiso di ogni multinazionale
E un domani state pur tranquilli
Ci saranno sempre più poveri e più ricchi
Ma tutti più imbecilli.
E immagino un futuro
Senza alcun rimedio
Una specie di massa
Senza più individuo
E vedo il nostro Stato
Che è pavido e impotente
È sempre più allo sfascio
E non gliene frega niente
Giorgio Gaber
#150
Posted 26 January 2007 - 17:33:30
fallo ora,
ora che il mondo è intento
a contrastare ciò che faccio,
unisciti all'ostilità della fortuna,
piegami
non essere l'ultimo colpo
che arriva all'improvviso
Ah quando il mio cuore
avrà superato questa tristezza.
Non essere la retroguardia di un dolore ormai vinto
non far seguire ad una notte ventosa
un piovoso mattino
non far indugiare un rigetto già deciso.
Se vuoi lasciarmi
non lasciarmi per ultimo
quando altri dolori meschini
avran fatto il loro danno
ma vieni per primo
così che io assaggi fin dall'inizio
il peggio della forza del destino
e le altri dolenti note
che ora sembrano dolenti
smetteranno di esserlo
di fronte la tua perdita.
William Shakespeare
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