PROVA CON UNA POESIA, UNA FAVOLA, UN BRANO......
#61
Inviato 05 marzo 2006 - 02:52:15
Per gli adulti dall'animo fanciullesco: cliccare qui per leggerla con sottofondo musicale http://digilander.li...e/aquilone.html
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"Il Forum ha carattere divulgativo e le informazioni contenute non devono sostituirsi alle visite e alle diagnosi mediche. Ricordate che l'autodiagnosi e l'autoterapia possono essere pericolose"
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"Il senso della vita
è dare senso alla vita”
(R.Steiner)
#62
Inviato 13 marzo 2006 - 01:59:20
"Il lupo, nell'inghiottire, si era conficcato un osso in gola; non potendone più dal dolore, si mise ad adescare, col miraggio di una ricompensa, gli animali, a uno a uno, perché gli cavassero quel tormento.
Alla fine la gru si lasciò persuadere a forza di giuramenti e, affidando alla gola del lupo l'intera lunghezza del suo collo, gli fece la pericolosa operazione.
Alla pretesa del premio pattuito il lupo disse:
"Sei proprio un'ingrata; sei riuscita a portare in salvo dalla mia bocca la testa e vieni ancora a chiedere l'onorario".
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(R.Steiner)
#63
Inviato 21 marzo 2006 - 16:27:58
Così scrive una tredicenne nel suo diario personale.
"Il mio papà dice che sono enormemente magnifica. lo mi chiedo se lo sono davvero.Per essere enormemente magnifica...
Sara dice che bisogna avere bellissimi, lunghi capelli ricci come i suoi. lo non li ho.
Per essere enormemente magnifica...Gianni dice che bisogna avere denti bianchi e perfettamente dritti come i suoi. lo non li ho.
Per essere enormemente magnifica...Jessica dice che non devi avere quelle piccole macchie marroni sulla faccia che si chiamano lentiggini. lo le ho.
Per essere enormemente magnifica...Marco dice che bisogna essere la più intelligente della classe. lo non lo sono.
Per essere enormemente magnifica...Stefano dice che bisogna saper dire le battute più buffe della scuola. lo non lo so fare.
Per essere enormemente magnifica...Laura dice che bisogna vivere nel quartiere più carino della città e nella casa più graziosa. lo abito in periferia e in una vecchia casa.
Per essere enormemente magnifica...Mattia dice che bisogna indossare solo i vestiti più carini e le scarpe più alla moda. lo non li indosso.
Per essere enormemente magnifica...Samantha dice che bisogna provenire da una famiglia perfetta. Non è il mio caso.
Ma ogni sera, quand'è ora di dormire, papà mi abbraccia forte e dice: «Tu sei enormemente magnifica e io ti voglio bene!» Papà deve sapere qualcosa che i miei amici non sanno..."
Anche Dio, in ogni istante, ti abbraccia forte e dice:
"Tu sei enormemente magnifica/o e io ti voglio bene!"...
...Dio deve sapere qualcosa di te che gli altri non sanno.
#64
Inviato 22 marzo 2006 - 01:47:40
Iosto'conChiara
Quando le voci in te parlano di fine;
quando la mente dice che hai perduto;
quando credi che sia impossibile;
eppure prosegui,ti sollevi sulla tua Spada;
e fai ancora un altro passo;
Lì è dove termina l'Uomo;
Lì è dove comincia Dio.
Mentre si aspettano future ricerche è importante per prima cosa non
nuocere.
Non è vero che i giorni di pioggia sono i più brutti, sono gli unici in cui puoi camminare a testa alta anche se stai piangendo.
"Nessun Medico può dire che una malattia é Incurabile.
Affermarlo é come offendere Dio, la Natura e disprezzare il Creato.
Non esiste malattia, per quanto terribile possa essere,
per la quale Dio non abbia una cura corrispondente".
Paracelso
“Questa realtà è solo un sogno di cui siamo convinti!”
Mio collegamento
Per quanto riguarda l'ipotesi che la CFS possa essere una forma di Depressione Mentale,tutti gli studi hanno contraddetto tale approccio.Per citare un solo ma importante rilievo clinico:i livelli di Cortisolo sono molto bassi nella CFS,al contrario di quelli alterati verso l'alto della Sindrome Depressiva.
Allora, se capiamo che siamo responsabili di ciò che viviamo, già questo cambia del tutto la visione delle cose.
Livello anormalmente alto o basso di cAMP causa difetti di apprendimento e di capacità di memoria,in generale.
Sul cAMP ci sarebbero molte cose da dire al fine di una buona memoria e cognitività,forse lo faro' un giorno sul mio topic,tempo permettendo,ora voglio solo ripetere una verità a cui sono arrivato da qualche anno,aumentare il cAmp nei giovani comporta un miglior apprendimento e memoria,accade l'inverso nelle persone adulte o anziane.Quindi il cervello dei giovani si comporta all'opposto dei cervelli dei vecchi ed anziani questo avviene anche negli animali da laboratorio,questo spiega anche tutta la diatriba sulla Cannabis terapeutica..........negativa nei giovani un toccasana negli anziani,perchè comporta una diminuzione,appunto,del cAmp e quindi potenzia la comunicazione tra neuroni e quindi la memoria,apprendimento e cognitività,mal ridotti nella CFS/ME,fibromialgia,MCS,MBS,ed altre......
https://www.youtube....h?v=ICjFAa2ZbIY
#65
Inviato 23 marzo 2006 - 23:10:16
(William Shakespeare)
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(R.Steiner)
#66
Inviato 26 marzo 2006 - 19:39:48
(dal film Proof-La prova)
#67
Inviato 29 marzo 2006 - 21:01:50
In una calda notte di luglio di tanto tempo fa un lupo, seduto sulla cima di un monte, ululava a più non posso.
In cielo splendeva una sottile falce di luna che ogni tanto giocava a nascondersi dietro soffici trine di nuvole, o danzava tra esse, armoniosa e lieve. Gli ululati del lupo erano lunghi, ripetuti, disperati.
In breve arrivarono fino all’argentea regina della notte che, alquanto infastidita da tutto quel baccano, gli chiese:- Cos’hai da urlare tanto? Perché non la smetti almeno per un po’?-- Ho perso uno dei miei figli, il lupacchiotto più piccolo della mia cucciolata. Sono disperato… aiutami! - rispose il lupo.
La luna, allora, cominciò lentamente a gonfiarsi. E si gonfio, si gonfiò, si gonfiò, fino a diventare una grossa, luminosissima palla.
- Guarda se riesci ora a ritrovare il tuo lupacchiotto - disse, dolcemente partecipe, al lupo in pena.Il piccolo fu trovato, tremante di freddo e di paura, sull’orlo di un precipizio. Con un gran balzo il padre afferrò il figlio, lo strinse forte forte a sé e, felice ed emozionato, ma non senza aver mille e mille volte ringraziato la luna.
Poi sparì tra il folto della vegetazione.
Per premiare la bontà della luna, le fate dei boschi le fecero un bellissimo regalo: ogni trenta giorni può ridiventare tonda, grossa, luminosa, e i cuccioli del mondo intero, alzando nella notte gli occhi al cielo, possono ammirarla in tutto il suo splendore.
I lupi lo sanno… E ululano festosi alla luna piena....
http://www.oasidelpe.../luna_piena.htm
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(R.Steiner)
#68
Inviato 13 aprile 2006 - 23:39:34
Una donna infagottata in abiti fuori misura entrò nel negozio di alimentari. Si avvicinò al gestore del negozio e umilmente a voce bassa gli chiese se poteva avere una certa quantità di alimenti a credito. Spiegò che suo marito si era ammalato in modo serio e non poteva più lavorare e i loro quattro figli avevano bisogno di cibo.
L'uomo sbuffò e le intimò di togliersi dai piedi. Dolorosamente la donna supplicò: «Per favore, signore! Le porterò il denaro più in fretta che posso!» Il padrone del negozio ribadì duramente che lui non faceva credito e che lei poteva trovare un altro negozio nel quartiere.
Un cliente che aveva assistito alla scena si avvicinò al padrone e gli chiese di tentare almeno di accontentare la povera donna. Il droghiere, con voce riluttante, chiese alla donna: «Ha la lista della spesa?» Con un filo di speranza nella voce la donna rispose: «Sì, signore». «Bene!» disse l'uomo. «Metta la sua lista sulla bilancia. Le darò tanta merce quanto pesa la sua lista».
La donna esitò un attimo con la testa china, estrasse dalla borsa un pezzo di carta e scarabocchiò qualcosa in fretta, poi posò il foglietto con cautela su un piatto della bilancia, sempre a testa bassa.
Gli occhi del droghiere e del cliente si dilatarono per la meraviglia quando videro il piatto della bilancia abbassarsi di colpo e rimanere abbassato. Il droghiere, fissando la bilancia, brontolò: «È incredibile!». Il cliente sorrise e il droghiere cominciò a mettere sacchetti di alimenti sull'altro piatto della bilancia. Sbatteva sul piatto scatole e lattine, ma la bilancia non si muoveva.
Così continuò e continuò, con una smorfia di disgusto sempre più marcata. Alla fine, afferrò il foglietto di carta e lo fissò, livido e confuso. Non era una lista della spesa. Era una preghiera: "Mio Dio, tu conosci la mia situazione e sai ciò di cui ho bisogno: metto tutto nelle tue mani"
Il droghiere consegnò alla donna tutto ciò che le serviva, in un silenzio imbarazzato. La donna ringraziò e lasciò il negozio.
Solo Dio conosce il "peso" della tua preghiera...
#69 Visitatore_XXXXXXXXXXXX_*
Inviato 14 aprile 2006 - 00:31:35
Hai perfettamente ragione: solo Dio conosce il peso e, direi, il valore delle nostre preghiere.
Un abbraccio
#70 Visitatore_XXXXXXXXXXXX_*
Inviato 20 aprile 2006 - 01:31:26
Generale, il tuo carro armato è una macchina potente
Spiana un bosco e sfracella cento uomini.
Ma ha un difetto:
ha bisogno di un carrista.
Generale, il tuo bombardiere è potente.
Vola più rapido d'una tempesta e porta più di un elefante.
Ma ha un difetto:
ha bisogno di un meccanico.
Generale, l'uomo fa di tutto.
Può volare e può uccidere.
Ma ha un difetto:
può pensare.
"Mio fratello faceva l’aviatore"
Mio fratello faceva l’aviatore,
gli diedero un giorno una carta .
Egli ha fatto i suoi bagagli.
La rotta verso Sud era segnata.
Mio fratello è un conquistatore.
Il nostro popolo ha bisogno
di spazio. E procurarsi delle terre
è per noi un vecchio sogno.
Mio fratello ha conquistato lo spazio
nel massiccio del Guadarrama:
è lungo un metro e ottanta,
è fondo un metro e cinquanta.
Bertolt BRECHT
#71
Inviato 30 aprile 2006 - 14:27:45
e non solo il senso delle cose.
Allungare gli attimi, quelli più densi d’emozione,
diffondere silenzi d’amore
e nuotare nel mare dei sorrisi.
(Dott. Nicolò Schepis )
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(R.Steiner)
#72
Inviato 03 maggio 2006 - 16:03:28
Chi più amata di te,
dolce Speranza,
tu detieni il primato
dell'amore
e le chiavi segrete
d'ogni cuore.
Non v'è di te più caro
sentimento
nè fonte di coraggio
o ispirazione
per affrontare
la costernazione.
Tu fiducia,
tu attesa, tu riparo,
nelle tempeste
risplendente faro!
Spesso celando
i tuoi preziosi doni,
ci sorgi accanto
e mai ci abbandoni.
Anche ridotta
a un filo solamente,
come l'acciaio
diventi resistente
pur se ridotta
a un fioco lumicino,
risorgi come il sole
nel mattino
perchè c'è in te
qualcosa di divino.
#73
Inviato 19 maggio 2006 - 00:40:20
nascono da un granello di sabbia,
solidificano nel tempo
e diventano un tesoro.
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(R.Steiner)
#74
Inviato 24 maggio 2006 - 15:30:41
C’era una volta una piccola goccia d’acqua che si chiamava Cristallina.
Era caduta da un grande nuvolone nero, dopo un terribile temporale, e si era all’improvviso ritrovata, senza sapere come, su una nuda roccia.
“Cosa sarà di me – pensava la piccola goccia – così piccola e sola mi perderò, non riuscirò a restare in vita”. Ma mentre si agitava dentro di sé con questi tristi pensieri, ecco che un soffio di vento la spinse e la fece scivolare leggera lungo la roccia, finché finì nella cavità di una rupe. Qui si ritrovò insieme ad altre mille piccole goccioline che la salutarono festose in coro: “Ciao! Benvenuta!”.
“Chi siete?” chiese la piccola goccia.
Le mille piccole goccioline risposero: “Siamo mille piccole goccioline cadute dal cielo, in una fredda notte e siamo state raccolte dalla fenditura di questa roccia. Eravamo mille goccioline povere e disperse, ma nel cavo di questa roccia, nel nascondiglio del dirupo, formiamo una piccola pozza e siamo diventate importanti”.
La piccola goccia le guardò stupite. L’idea di trovarsi al riparo nella fenditura di una roccia, le piaceva molto, ma voleva saperne di più. Allora, prendendo un po’ di coraggio, chiese: “Perché importanti?”.
“Possiamo dissetare gli uccellini, dare ospitalità e ristoro alle tortore, alle colombe, e… far sognare gli innamorati…”.
“Che bello – disse la gocciolina – sono così contenta di avervi incontrato”.
“Ora sei anche tu una di noi”, le risposero.
Mentre Cristallina godeva di questa bella condizione, durante un acquazzone, la forte pioggia la fece precipitare nella nuda terra. Dopo la veloce e violenta caduta, Cristallina aprì gli occhi e si ritrovò insieme a tante altre piccole gocce. “Dove sono?” domandò, ancora intontita e spaventata per la caduta.
“Siamo goccioline d’acqua, raccolte da questo fosso” risposero tutte in coro.
“Una pozzanghera? – rispose la piccola goccia piangendo – Una pozza melmosa e fangosa? Pensate che io venivo dalla fenditura della roccia, dal nascondiglio dei dirupi e ora sono qui nel fango e nella melma”.
“Non ti agitare – le disse la goccia più anziana – non sei affatto nella situazione in cui credi. Domani, allo spuntare del sole sarai quell’acqua di nube/ che oggi rispecchia nei fossi/ più azzurro il suo pezzo di cielo (S.Quasimodo)… vedrai”.
“Come sei poetica!”, risposero in coro le altre gocce.
“Sì, in effetti è una poesia che ho letto, – ammise imbarazzata la goccia più anziana – quella che si chiama pozzanghera con tanto disprezzo è uno specchio d’acqua, vedrai!”.
“Uno specchio d’acqua… che bello”, ripeté la piccola Cristallina.
E così avvenne. Il mattino seguente Cristallina, insieme alle altre gocce, rispecchiò il sole, il cielo azzurro e persino l’arcobaleno. Chi l’avrebbe mai detto? E pensare che era solo una povera gocciolina, ma accolta da un fosso, racchiusa nel suo spazio, nella sua cavità, aveva fatto risplendere l’arcobaleno sulla terra.
Mentre l’azzurro ancora si rispecchiava, un’ombra minacciosa si avvicinò, oscurò la pozzanghera, ruppe lo specchio d’acqua, agitandola e poi la raccolse tenendola nelle mani, delle piccole manine.
“Lascia stare – urlò la mamma – non vedi che è acqua sporca!”.
E allora il piccolo, spaventato per essere stato sorpreso, lasciò cadere l’acqua nella terra. Le goccioline, cadute dalle mani del bimbo toccarono la superficie e poi, raccolte da un raggio di sole, ritornarono a quel cielo da cui un giorno erano cadute.
L’ultima cosa che Cristallina vide furono gli occhi di un bimbo che, divertito, giocava con l’acqua della pozza. In un attimo si ritrovò dinanzi al suo Signore, Colui che crea il firmamento, le galassie e le piccole goccioline d’acqua.
"Come è andato il tuo viaggio?”, le chiese il Signore.
E Cristallina, dopo avergli fatto cenno di avvicinarsi, gli disse in un orecchio: “Il cavo di una rupe mi ha accolto e ho fatto sognare le tortore innamorate, un fosso mi ha preso dentro sé e ho fatto sorridere un bimbo, ho fatto risplendere l’arcobaleno. Sono solo una piccola gocciolina… e se ora Tu mi accogli tra le tue mani, farò brillare l’universo della Tua luce”.
#75 Visitatore_XXXXXXXXXXXX_*
Inviato 09 giugno 2006 - 00:23:06
(del filosofo greco Plotino)
"Come si può vedere la bellezza dell'anima buona?
Ritorna in te stesso e guarda: se non ti vedi ancora interiormente bello, fa
come lo scultore di una statua che deve diventar bella. Egli toglie,
raschia, liscia, ripulisce finché nel marmo appaia la bella immagine: come
lui, leva tu il superfluo, raddrizza ciò che è obliquo, purifica ciò che è
fosco e rendilo brillante e non smettere di scolpire la tua propria statua
interiore, finchè non ti si manifesti lo splendore divino della virtù e non
veda la temperanza sedere su un trono sacro.
... Se tu sei diventato completamente una luce vera, non una luce di
grandezza o di forma misurabile che può diminuire o aumentare
indefinitamente, ma una luce del tutto senza misura, perché superiore a ogni
misura e a ogni qualità; se ti vedi in questo modo, tu sei diventato ormai
una potenza veggente e puoi confidare in te stesso.
Anche rimanendo quaggiù tu sei salito, né più hai bisogno di chi ti guidi;
fissa lo sguardo e guarda: questo soltanto è l'occhio che vede la grande
bellezza.
Ma se tu vieni a contemplare lordo di cattiveria e non ancora purificato,
oppure debole, per la tua poca forza non puoi guardare gli oggetti assai
brillanti e non vedi nulla, anche se ti sia posto innanzi un oggetto che può
essere veduto. È necessario, infatti, che l'occhio si faccia uguale e simile
all'oggetto per accostarsi a contemplarlo. L'occhio non vedrebbe mai il sole
se non fosse già simile al sole, né un'anima vedrebbe il bello se non fosse
bella.
Ognuno diventi dunque anzitutto deiforme e bello, se vuole contemplare Dio e
la Bellezza" (Enneadi I, 6, 9).
#76 Visitatore_XXXXXXXXXXXX_*
Inviato 09 giugno 2006 - 00:27:59
autore sconosciuto
La vita umana si differenzia da tutte le altre forme di vita in virtù di un maggiore sviluppo della coscienza che permette di porre domande come "Chi sono?", "Da dove vengo?" o "Qual è lo scopo della vita?"
Attraverso il processo della Coscienza di Krishna possiamo esplorare questo potenziale umano al più alto livello.
Se facessimo un sondaggio chiedendo "Chi sei?" otterremmo risposte tipo "Sono il signor Rossi", "Sono un uomo", "Sono una donna", "Sono un americano", "Sono un cristiano", "Sono un carpentiere", "Sono nero", "Sono comunista" e così via. Sebbene le persone si identifichino in molti modi differenti, nessuna di queste etichette risponde alla domanda "Chi sono?". Perché? Perché si riferiscono solamente al corpo.
Proprio come il corpo necessita di cibo materiale, così l'anima necessita di cibo spirituale. Fino a che le persone fanno morire di fame la loro anima, dovranno tollerare le conseguenze sotto forma di rabbia, frustrazione, invidia, lussuria, avarizia e odio. Questi sono tutti sintomi dell'identificazione con il corpo.
Se l'autista riempie sempre il serbatoio dell'automobile, controlla l'olio, la lucida e la pulisce bene, ma trascura di mangiare, presto i suoi sforzi verso la macchina saranno inutili. Che valore ha l'automobile senza l'autista! Entrambi, l'automobile e l'autista, devono essere mantenuti bene. Ma fra i due, l'autista è più importante. Sfortunatamente, non solo la nostra società materialista non riesce a mantenere l'autista in modo appropriato, ma non sa neppure che esiste!
Da un punto di vista spirituale una cosiddetta persona normale che si identifica con il corpo materiale è pazza come è pazza una persona che crede di essere Napoleone o Hitler. Nessuno di loro conosce la propria identità.
L'unica persona di buon senso è quella che conosce la propria vera identità di anima spirituale e comprende la differenza tra materia e spirito. La conoscenza del nostro vero sé è già presente. E' una parte intrinseca dell'anima. Non è qualcosa che si debba acquisire.
Dobbiamo semplicemente scoprirla all' interno di noi stessi, proprio come volessimo pulire uno specchio impolverato per vederci di nuovo.
Possiamo guardare il nostro corpo e cercare di determinare con quale parte ci possiamo identificare. Siamo le mani? Bene, ci sono molte persone senza mani che tuttavia mantengono la propria identità. La stessa cosa è vera per le braccia, i piedi e le gambe. Allora forse siamo il cuore? Ma che cosa si può dire in merito a tutte le persone che hanno ricevuto un cuore nuovo? Sembrano essere gli stessi dopo il trapianto. E il cervello? Ci sono persone che subiscono gravi lesioni alla testa, compromettendo così l'integrità del proprio cervello, eppure la loro identità non cambia. Le nostre ricerche sono a un vicolo cieco.
Qual è la nostra vera identità, quella che differenzia te e me in modo evidente uno dall'altro anche se possiamo sembrare uguali, abbiamo lo stesso nome, peso, altezza o carnagione?
La scienza materialista non ha dato risposta a questa domanda. Ma i più antichi libri di conoscenza del mondo , i Veda, definiscono la nostra identità in questo modo: aham brahmasmi , io sono spirito. Sono un'anima spirituale eterna, distinta dalla materia e dal corpo.
La Bhagavad-gita (2.20) spiega:
Per l'anima non c'è né nascita né morte. Esiste e non smette mai di esistere. Non nasce, non muore, è eterna, originale, non ebbe mai inizio e non avrà mai fine. Non muore quando il corpo muore.
Questa affermazione provoca generalmente reazioni da parte di materialisti incalliti. Quindi tratteremo alcune delle più frequenti obiezioni seguendo questa discussione ipotetica.
Obiezione: Questa non è forse solo l'opinione obsoleta di un libro fuori moda e dell' immaginazione di gente primitiva e rozza?
Risposta: Tutte le scritture autentiche - (hindu, cristiane, buddiste, musulmane...) - proclamano l'eternità dell'anima. E un'analisi obiettiva rivela che i Veda contengono la conoscenza più completa in materia spirituale. La maggioranza dei popoli del mondo crede fermamente nell 'esistenza dell'anima.
Obiezione: Nessuno ha mai visto l'anima!
Risposta: Se pensi che solo ciò che può essere visto esista, come puoi provare di avere intelligenza, sentimenti, amore, pensieri, ecc.? Nessuno ha mai visto queste cose.
Obiezione: Ma possono essere percepite attraverso le attività che generano.
Risposta: Sì, e l'esistenza dell' anima può essere percepita attraverso la coscienza, il sintomo dell'anima. La materia morta non ha coscienza perché l'anima non è presente.
Obiezione: Ma la coscienza è semplicemente prodotta dalle reazioni chimiche del cervello e prova ne è che non appena il cervello smette di funzionare non c'è più coscienza.
Risposta: Questo è un argomento senza senso. Per esempio, se guardi una partita di calcio in TV e la TV si guasta, la partita scompare dallo schermo. Secondo la tua logica, questa sarebbe la prova che la partita di calcio è prodotta dalla TV. In realtà, una macchina trasmette la partita che si sta svolgendo indipendentemente dalla TV. Allo stesso modo, la coscienza è trasmessa dal cervello ma non è prodotta da lui.
Obiezione: Ma il concetto di "anima" non è per nulla scientifico.
Risposta: Che cosa significa scienza? Formuli una teoria, fai esperimenti e, secondo i risultati, provi o confuti la tua teoria. Se vuoi la prova dell'esistenza dell'anima, perché non fai un esperimento con la scienza spirituale? Ci sono un sacco di persone che hanno ottenuto il risultato in forma di realizzazione. Anche così si può verificare l'esistenza dell'anima. Ma se rifiuti la teoria anche senza aver cercato di verificarla, non sei affatto scientifico.
Obiezione: Ma io non credo proprio nell'anima.
Risposta: Puoi senz'altro credere in ciò che vuoi, ma non promuovere le tue opinioni atee a verità scientifica. L'esistenza dell'anima può essere verificata attraverso un processo appropriato cioè la Coscienza di Krishna.
Si può osservare che tutte le designazioni legate al corpo sono in costante cambiamento. Per esempio, ci si può identificare ragazzi, cristiani, carpentieri, socialisti. Ma trent'anni dopo la stessa persona può identificarsi come vecchio ateo agente immobiliare con ambizioni capitaliste. Persino il sesso si può cambiare. La scienza moderna può tramutare un uomo in una donna e viceversa. Inoltre, le cellule del nostro corpo cambiano costantemente, per cui la nostra identità fisica cambia di attimo in attimo.
Così si può stabilire una reale, permanente identità inerente il corpo fisico. Solo una cosa rimane costante: l'osservatore consapevole nel corpo, che è conscio dei cambiamenti fisici. Ed è anche più chiaro esaminando il modo in cui noi parliamo del corpo. "Il mio corpo", "il mio braccio", "il mio piede". Ma chi è 1"'Io", possessore e controllore del corpo? E' la cosciente anima spirituale. Il corpo è una macchina fatta di materia.
La materia viene dalla natura inerte e ha bisogno dell'energia vivente superiore per essere manipolata. Ogni macchina necessita di un operatore. Il corpo è costituito da elementi chimici e non può muoversi senza la presenza dell'anima. La miglior prova di ciò è che quando una persona muore, tutte le funzioni del corpo si fermano.
Naturalmente qualcuno dice che ciò è dovuto alla mancanza di alcuni elementi chimici. Ma se qualcuno è morto si possono iniettare elementi chimici quanto si vuole, ma egli non si sveglierà. Quando l'anima se n'è andata gli elementi chimici cominciano a disintegrarsi e nessuno scienziato può fermare questo processo. Quindi la differenza tra un corpo vivo e un corpo morto sta nella presenza dell'anima.
#77
Inviato 09 giugno 2006 - 20:49:16
Leggendo le vostre frasi ho pianto e sorriso al tempo stesso.
In questa triste sera mi avete aiutato a ricordare che la vita è bella, anche quando qualcuno che amiamo ci lascia per sempre.
Un forte abbraccio a tutti
#78
Inviato 11 giugno 2006 - 11:32:04
Ineffabile Trinità,
se a te piacesse chiederci una sola cosa in tutta la nostra vita,
noi ne rimarremmo meravigliati
e l’aver compiuto questa sola volta la tua volontà
sarebbe "l’avvenimento" del nostro destino.
Ma poiché ogni giorno, ogni ora, ogni minuto
tu metti nelle nostre mani tanto onore,
noi lo troviamo così naturale da essere stanchi, da esserne annoiati.
Tuttavia, se comprendessimo quanto inscrutabile è il tuo mistero,
noi rimarremmo stupefatti di poter captare queste scintille del tuo volere che sono i nostri microscopici doveri.
Noi saremmo abbagliati nel conoscere,
in questa tenebra immensa che ci avvolge,
le innumerevoli, precise, personali, luci della tua volontà.
Il giorno che noi comprendessimo questo,
andremmo nella vita come profeti,
come veggenti delle tue piccole provvidenze,
come mediatori dei tuoi interventi.
Nulla sarebbe mediocre, perché tutto sarebbe voluto da te.
Nulla sarebbe troppo pesante, perché tutto avrebbe radice in te.
Nulla sarebbe triste, perché tutto sarebbe voluto da te.
Nulla sarebbe tedioso, perché tutto sarebbe amore di te.
Noi siamo tutti dei predestinati all’estasi,
tutti chiamati ad uscire dai nostri poveri programmi
per approdare, di ora in ora, ai tuoi piani.
Noi non siamo mai dei miserabili lasciati a far numero,
ma dei felici eletti chiamati a sapere ciò che vuoi fare,
chiamati a sapere ciò che attendi, istante per istante, da noi.
Persone che ti sono un poco necessarie,
persone i cui gesti ti mancherebbero, se rifiutassero di farli.
Il gomitolo di cotone da rammendare, la lettera da scrivere,
il bambino da alzare, il marito da rasserenare, la porta da aprire,
il microfono da staccare, l’emicrania da sopportare:
altrettanti trampolini per l’estasi,
altrettanti ponti per passare dalla nostra povera volontà,
dalla nostra cattiva volontà, alla riva serena del tuo beneplacito.
Insegnaci, o Trinità, ad unire tempo ed eterno, la radice e l’ala.
FELICE E SANTA DOMENICA A TUTTI.
Cara Doretta, un forte e grande abbraccio a te !
#79
Inviato 11 giugno 2006 - 20:36:44
"Il problema, sinora taciuto, è come vivere in un corpo danneggiato
in un mondo in cui si deve imbavagliare il dolore
con nessuna cura nessun cordoglio
Il problema è collegare, senza isterismi, il dolore del corpo di qualcuno
al dolore del mondo del corpo
perchè è il mondo del corpo
che tentano di distruggere per sempre
Il mondo migliore è il mondo del corpo
pieno di creature...pieno di terrore
così malformato eppure il migliore che abbiamo
la nostra zattera tra i mondi astratti
e quanto ho desiderato vivere su questa terra
percorrerne i confini mai considerandone il costo"
Adrienne Rich 1986
#80
Inviato 19 giugno 2006 - 08:10:02
Un giorno l'asino di un contadino cadde in un pozzo.
Non si era fatto male, ma non poteva più uscirne.
L'asino continuò a ragliare sonoramente per ore, mentre il proprietario
pensava al da farsi.
Finalmente il contadino prese una decisione crudele: concluse che
l'asino era ormai
molto vecchio e che non serviva più a nulla, che il pozzo era ormai
secco e che in qualche modo bisognava chiuderlo.
Non valeva pertanto la pena di sforzarsi per tirare fuori l'animale dal
pozzo.
Al contrario chiamò i suoi vicini perché lo aiutassero a seppellire vivo
l'asino.
Ognuno di loro prese un badile e cominciò a buttare palate di terra dentro
al pozzo.
L'asino non tardò a rendersi conto di quello che stavano facendo con
lui e pianse disperatamente.
Poi, con gran sorpresa di tutti, dopo un certo numero di palate di terra,
l'asino rimase quieto.
Il contadino alla fine guardò verso il fondo del pozzo e rimase sorpreso
da quello che vide.
Ad ogni palata di terra che gli cadeva addosso, l'asino se ne liberava,
scrollandosela dalla groppa,
facendola cadere e salendoci sopra.
In questo modo, in poco tempo, tutti videro come l'asino riuscì ad
arrivare
fino all'imboccatura del pozzo, oltrepassare il bordo e uscirne
trottando.
La vita andrà a buttarti addosso molta terra, ogni tipo di terra.
Principalmente se sarai dentro un pozzo.
Il segreto per uscire dal pozzo consiste semplicemente nello scuotersi di
dosso la terra che si riceve
e nel salirci sopra.
Ricorda le cinque regole per essere felice:
1- Libera il tuo cuore dall'odio.
2- Libera la tua mente dalle preoccupazioni.
3- Semplifica la tua vita.
4- Da' di più e aspettati meno.
5- Ama di più e... accetta la terra che ti tirano addosso, poiché
essa può costituire la soluzione e non il problema !!
#81 Visitatore_XXXXXXXXXXXX_*
Inviato 28 giugno 2006 - 20:49:00
Vivere è la cosa più rara del mondo.
Molta gente esiste: ecco tutto.
Oscar Wilde
Non si può trovare una soluzione razionale, perché la fonte del problema è la razionalità stessa.
Robert Pirsig
Gli uomini hanno paura di dimenticare la propria mente,
temendo di precipitare nel Vuoto senza qualcosa che ne arresti la caduta.
Huang-Po
La non-violenza e' la più grande forza a disposizione dell'umanità,
e' la più potente fra tutte le armi distruttive che l'ingegno
dell'uomo ha inventato.
Ghandi
Se le parole provengono dal cuore, entreranno nel cuore, ma se vengono dalla lingua, non passeranno oltre le orecchie.
Tutto ciò che fa il Potere del Mondo lo fa in cerchio.
Il cielo è rotondo, e ho sentito dire che la terra è rotonda come una palla, e così le stelle.
Il vento, nella sua forma più potente, turbina.
Gli uccelli fanno il nido in un cerchio, poiché la loro religione è uguale alla nostra.
Il sole sorge e tramonta in un cerchio. La luna fa lo stesso, ed entrambi sono rotondi.
Persino le stagioni formano un grande cerchio nel loro trascorrere, e tornano sempre al punto di partenza.
La vita di un uomo è un cerchio, dall’infanzia all’infanzia.
E così è tutto ciò in cui si muove il potere.
Alce Nero, Oglala Sioux (1863-1950)
Al-Suhrawardi
#82
Inviato 10 luglio 2006 - 16:26:31
CELEBRA TE STESSO
Tu meriti di essere celebrato.
Tu sei unico, irripetibile.
In tutto il mondo non esiste un altro come te.
La tua esperienza, i tuoi doni sono unici.
Nessuno può prendere il tuo posto.
In ciò che tu sei.
Dio ha creato solo te così come sei.
Prezioso ai Suoi occhi.
Tu hai un'immensa potenzialità d'amore,
Di dedizione, di creatività, di crescita, di sacrificio.
Se tu credi in te stesso.
Non ha importanza la tua età, o la tua cultura,
O se i tuoi genitori ti hanno amato o no
(Può darsi che abbiano voluto, ma non abbiamo potuto).
Lascia perdere.
Appartiene al passato.
Tu appartieni al presente.
Non ha importanza che cosa sei stato,
Le cose che hai fatto, gli errori che hai combinato.
Le persone che hai ferito.
Tu sei perdonato, tu sei accettato.
Tu sei buono. Tu sei amato nonostante tutto.
E quindi ama te stesso, e sviluppa i segni che sono dentro di te.
Celebra te stesso!
Comincia ora, parti di nuovo.
Dà a te stesso una nuova nascita oggi.
Tu sei tu, e questo è tutto quello che devi essere.
Tu sei temporaneo, Sei qui oggi e domani non ci sei più.
Ma oggi, oggi può essere un nuovo inizio.
Una nuova cosa. una nuova vita.
Tu non hai il dovere di meritare questa nuova vita.
Ti viene donata gratuitamente;
Questo è il miracolo chiamato Dio.
E quindi celebra il miracolo: celebra te stesso! Ama adesso!
Non aspettare la partenza
Per dire: "Ti amo".
Non aspettare la lontananza
Per scrivere: "Ti amo".
Non aspettare la morte
Per esprimere con le lacrime: "Ti amo".
Valentino Salvoldi (Missionario)
#83
Inviato 01 agosto 2006 - 01:07:35
Un piccolo bruco camminava verso la grande montagna. Incontrò un grillo che gli chiese dove andasse. Senza smettere di camminare, il bruco rispose: "Ieri sera ho fatto un sogno: sognai che ero sulla cima della montagna e da lì potevo guardare tutta la valle. Mi è piaciuto quello che ho visto e così voglio realizzare il mio sogno." Sorpreso, il grillo disse al bruco che si allontanava: "Devi essere pazzo! Come farai ad arrivare fin là???? Tu, un piccolo bruco?? Per te, una pietra sarà una montagna, una piccola pozzanghera sarà un mare, e qualsiasi ramo sarà una barriera impossibile da oltrepassare." Ma il piccolo bruco era gia lontano e non lo sentì nemmeno.
I suoi piccoli piedi non smettevano di muoversi. Poi sentì la voce dello scarafaggio: "Dove vai con tanto sforzo?" Già sudato fradicio, il piccolo bruco rispose: "Ieri sera ho fatto un sogno: sognai che ero sulla cima della montagna e da lì potevo guardare tutta la valle. Mi è piaciuto quello che ho visto e così voglio realizzare il mio sogno." Lo scarafaggio si mise a ridere, e disse: "Ma se neanche io con le mie grandi zampe comincerei un'impresa così difficile! E rimase a ridere del bruco, mentre questi, incurante, continuava la sua strada.
E così ugualmente il dialogo fu lo stesso con vari personaggi che il bruco incontrava nel suo cammino: col topo, il ragno, la rana e il fiore. Tutti gli consigliavano di smettere. "Non arriverai mai..!", gli dicevano.
Ma il piccolo bruco continuava a camminare, perché dentro di sé sentiva che doveva farlo. Stanco e senza forze, sentendosi sul punto di morire, decise di fermarsi per riposare e costruire, con un ultimo immane sforzo, un posto per dormire quella notte. "Cosi mi sentirò meglio." pensò tra sé.
Ma quella notte morì.
Per giorni, gli animali si avvicinarono a vedere i suoi resti. Lì c'era l'animale più pazzo del mondo, che aveva costruito la sua tomba come un monumento alla mancanza di buon senso. Lì c'era l'ultimo rifugio di uno che rincorreva un sogno.
Giorni dopo, in una mattina di splendido sole, mentre tutti gli animali si riunirono intorno a quello che era diventato un monito per tutti loro, all'improvviso, successe un fatto che lasciò tutti a bocca aperta: quel bocciolo grigiastro comincio a rompersi e con meraviglia videro spuntare un paio di occhi e due antenne.........
A poco a poco, videro anche spuntare due bellissime ali dai colori stupendi. Era una farfalla! Nessuno disse niente perché già sapevano cosa avrebbe fatto quella farfalla: sarebbe volata in cima alla montagna a contemplare, da lassù, tutta la valle, e così realizzare il suo sogno, il sogno per il quale era vissuta e s'era sforzata fino a morire ed a rinascere per realizzarlo.
Tutti s'erano sbagliati, ma il bruco era certo che ce l'avrebbe fatta!
#84 Visitatore_XXXXXXXXXXXX_*
#85
Inviato 03 settembre 2006 - 13:51:32
("Ogni passo é regalato")
Eravamo un bel gruppetto, affiatati, organizzati, decisi a trascorrere una decina di giorni facendo lunghe camminate in alta montagna, passando di rifugio in rifugio. Era una bellissima occasione per godersi le vacanze estive al fresco e contemporaneamente nella contemplazione di panorami, tramonti e aurore quali solo la montagna sa regalare. Ci eravamo proposti di percorrere le "Alte vie" delle Dolomiti.
Di tanto in tanto ci concedevamo qualche digressione, qualche "ferrata" per dare un po’ di sapore alle quotidiane attraversate. Su una di queste ferrate, si è presentata una inaspettata difficoltà. Uno di noi, Tino, soggetto alle vertigini, si sentì mancare le forze proprio là dove bisognava chiamarle tutte a raccolta. Rimase immobile, bloccato, paralizzato dalla paura che gli suggeriva urli, pianti, isterismi e parole tutt'altro che carine nei confronti di chi aveva organizzato la passeggiata.
Lo prendiamo, e, attraverso un ghiaione, lo portiamo di peso fino al rifugio sottostante, dove continua la sua filippica: "Voglio tornare a casa, non verrò più con voi. Questa è l'ultima che mi fate!" Ormai la vacanza sembrava compromessa per tutto il gruppo. Passiamo la notte al rifugio. Il giorno dopo, una resurrezione: Tino riparte con noi pronto ad affrontare ogni ostacolo. Ma ad ogni passo, dopo la paura provata, gli sembrava fin troppo bello poter ancora camminare e ripeteva, ridendo: "Ogni passo l'è regalà".
Anche a me è accaduta una cosa simile: dopo una meravigliosa arrampicata oltre i tremila metri, tornavo a casa soddisfatto per l'abilità di cui avevo dato prova nei passaggi più difficili. A tutti quelli che incontravo raccontavo, con un certo autocompiacimento che mi sembravano normali le difficoltà superate, i ghiaioni, i nevai, i ghiacciai attraversati, e in tutti scorgevo una discreta ammirazione per le mie capacità.
Appena entrato in casa, però, inciampai e caddi pesantemente sbattendo il fianco su un gradino. Salvai per un pelo la testa da una sporgenza a pochi centimetri, ma mi fratturai tre costole. Portato immediatamente all'ospedale, per tre giorni rimasi immobile con la assoluta proibizione di mettere i piedi per terra.
Dopo questa immobilità forzata, il medico mi concesse di fare tre passi dal letto al tavolino... Quei tre passi li ho gustati più di tutte le scorribande sulle montagne. E spontanea mi sorse questa riflessione: Ho tanto corso e camminato e di questo, forse, non ho mai coscientemente ringraziato Dio. Questo incidente mi ha insegnato la debita riconoscenza per ogni pur piccolo movimento che mi è concesso.
Aveva ragione l'amico Tino: "Ogni passo l'è proprio regalà".
Vorrei allora che l'eco di ogni respiro, di ogni battito del cuore, d'ogni passo…fosse un "Grazie, mio Dio."
Felice domenica a tutti !
#86
Inviato 07 settembre 2006 - 01:28:25
(dalla biografia di madre Teresa di Calcutta)
C'è un episodio, nella vita di madre Teresa, che sconvolge molte convinzioni e lascia pensosi, forse uno degli episodi-chiave per capire questa figura. Lo raccontò lei stessa.
<Durante una notte passata nella stazione di Howrah, a Calcutta, verso mezzanotte quando i treni sono tutti fermi per qualche ora, arrivò una poverissima famiglia che veniva di solito a dormire alla stazione. Erano una madre e quattro figli, dai cinque agli undici anni.
La madre era una buffa, piccola cosa avvolta in un sari bianco di cotone, sottile per quella notte di novembre, con i capelli rasi a zero, stranamente per una donna. Aveva con sé dei recipienti di latta, qualche straccetto e dei pezzi di pane, tutto quanto possedeva per sé e per i suoi figli. Erano mendicanti. La stazione era la loro casa. I bambini, tre ragazze e un bimbo che era il più piccolo, erano come la madre pieni di vivacità.
A quell'ora, in piena notte, sedettero tutti su un marciapiede della stazione presso le rotaie, vicino ad altre innumerevoli famiglie e mendicanti solitari che già dormivano tutt'intorno, e fecero il loro pasto serale di pane secco, probabilmente quanto era avanzato a un rivenditore che verso sera lo aveva ceduto a un prezzo bassissimo. Ma non fu un pasto triste. Essi parlavano, ridevano e scherzavano. Sarebbe difficile trovare una riunione di famiglia più felice di quella.
Quando il breve pasto fu finito, andarono tutti a una pompa con grande allegria, si lavarono, bevettero e lavarono i loro recipienti di latta. Poi stesero con cura i loro stracci per dormire vicini, e un pezzo di lenzuolo per coprirsi tutti. E fu allora che il ragazzino fece qualcosa di assolutamente meraviglioso: si mise a danzare. Saltava e rideva fra i binari, rideva e cantava sommesso con incontenibile gioia. Una simile danza, in una simile ora, in così assoluta miseria!.>
Madre Teresa affermò tante volte che per noi occidentali, tristi nella nostra ricchezza, rintanati nelle nostre lussuose caverne, il povero è un «profeta».
Pur nella miseria dove la nostra economia scaltra l'ha esiliato, egli ci insegna dei valori grandi che noi abbiamo dimenticato: l'amore per gli altri, la gioia che nasce dal gustare le piccole cose, l'amicizia, la capacità di entusiasmarsi per qualche cosa.
«Noi lo aiutiamo ad uscire dalla miseria. Ma lui ci regala qualcosa di più: ci insegna una maniera diversa di vivere: servirsi delle cose, ma non diventare prigionieri delle cose, credere che ci sono valori assai più importanti del denaro: l'amore, il calore della famiglia, il sorriso dei bambini, l'amicizia, la gioia...».
#87
Inviato 14 settembre 2006 - 10:42:55
Il signore di un castello diede una gran festa,
a cui invitò tutti gli abitanti del villaggio.
Ma le cantine del nobiluomo, pur essendo generose,
non avrebbero potuto soddisfare la prevedibile
e robusta sete di una schiera così folta di invitati.
Il signore chiese un favore agli abitanti del villaggio:
"Metteremo al centro del cortile
dove si terrà il banchetto un capiente barile.
Ciascuno porti il vino che può e lo versi nel barile.
Tutti poi vi potranno attingere e ci sarà da bere per tutti".
Un uomo del villaggio (che si credeva furbo),
prima di partire per il castello si procurò
una borraccia e la riempì d'acqua pensando:
"Un pò d'acqua nel barile passerà inosservata...
nessuno se ne accorgerà!".
Arrivato alla festa, versò il contenuto della sua borraccia
nel barile comune e poi si sedette a tavola.
Quando i primi andarono ad attingere,
dallo spinotto del barile uscì solo acqua.
Tutti avevano pensato allo stesso modo.
Se siamo scontenti del nostro mondo,
è perché troppi portano solo acqua.
E' vero, non tutto il bene che c'è da fare
a questo mondo devi farlo tu.
Ma il bene che devi fare tu,
non puoi pensare che lo facciano gli altri.
Riempi la tua borraccia di bene e versala
nel barile di questo mondo... il resto viene da sé!
#88
Inviato 20 settembre 2006 - 11:39:18
(G. Kahlil Gibran)
Ci sono quelli
che danno poco del molto che hanno
e lo danno per ottenere riconoscenza,
ma questo segreto desiderio
guasta i loro doni.
E ci sono quelli
che hanno poco e danno molto.
Sono proprio loro quelli
che credono nella vita e nella generosità della vita
e il loro scrigno non è mai vuoto.
Ci sono quelli che danno con gioia,
e questa gioia è la loro ricompensa.
E ci sono quelli che danno con dolore,
e questo dolore è il loro battesimo.
E' bene dare quando si è richiesti,
ma è meglio dare quando,
pur non essendo richiesti,
si comprendono i bisogni degli altri.
Tutto ciò che hai,
un giorno o l'altro sarà dato via.
Perciò da' adesso,
così che la stagione del dare sia la tua,
non quella dei tuoi eredi.
#89
Inviato 29 settembre 2006 - 11:25:41
Due boscaioli lavoravano nella stessa foresta ad abbattere alberi. I tronchi erano imponenti, solidi e tenaci.
I due boscaioli usavano le loro asce con identica bravura, ma con una diversa tecnica: il primo colpiva il suo albero con incredibile costanza, un colpo dietro l’altro, senza fermarsi se non per riprendere fiato per rari secondi. Il secondo boscaiolo faceva una discreta sosta ogni ora di lavoro.
Al tramonto il primo boscaiolo era a metà del suo lavoro. Aveva sudato sangue e lacrime e non avrebbe resistito 5 minuti di più. Il secondo era incredibilmente al termine del suo tronco. Avevano cominciato insieme e i due alberi erano uguali!
Il primo boscaiolo non credeva ai suoi occhi. “Non ci capisco niente! Come hai fatto ad andare così veloce se ti fermavi tutte le ore?” L’altro sorrise. “Hai visto che mi fermavo ogni ora: Ma quello che non hai visto è che approfittavo della sosta per affilare la mia ascia”.
#90
Inviato 17 ottobre 2006 - 13:10:01
C'era una volta un celebre funambolo. Tutti riconoscevano la sua stupefacente abilità: nessuno ricordava di averlo mai visto vacillare o cadere.
Un giorno, il circo dove il funambolo lavorava si trovò in serie difficoltà finanziarie. Il direttore propose al funambolo di alzare il filo e di aumentare la distanza del percorso per attirare più gente. I lavoratori del circo avevano posto tutta la loro fiducia nel loro funambolo ed erano sicuri di ottenere un successo strepitoso. Rivolgendosi ai suoi compagni di lavoro, il funambolo chiese loro: «Siete sicuri che ci riuscirò?». Tutti risposero: «Abbiamo fiducia in te e siamo assolutamente certi che ci riuscirai».
L'esibizione del funambolo fu un grande successo. Ogni giorno la gente faceva la coda al botteghino del circo per assistere allo straordinario spettacolo di abilità e di coraggio.
Dopo un anno di successo, il direttore volle procurare al circo una maggiore risonanza e propose al funambolo una prestazione eccezionale per attirare ancora più gente. Propose di sistemare un cavo d'acciaio da una riva all'altra di una cascata vertiginosa e di invitare tutta la gente della regione, i giornalisti e le televisioni per quella esibizione senza precedenti.
Tutti i membri del circo rinnovarono la loro fiducia al funambolo. Questi non esitò e accettò la sfida. Già pronto per la pericolosissima traversata sull'esile filo, chiese ancora una volta a tutti i compagni se erano sinceri nell'affermare una fiducia illimitata in lui. «Sì!», gridarono tutti senza eccezione. Il funambolo partì e l'impresa riuscì perfettamente, con tutti gli spettatori in delirio.
Improvvisamente il funambolo alzò una mano e chiese di parlare: «La vostra fiducia in me è grandissima», disse. «Certo», proclamò uno del circo a nome di tutti. «Allora, vi voglio proporre una prodezza ancora più straordinaria!». «Magnifico! Dicci che cos'è. La nostra fiducia in te è sconfinata: qualunque cosa proponi, accetteremo!». «Propongo di camminare con una carriola su questo cavo d'acciaio e di fare il viaggio di andata e ritorno. Siccome la vostra fiducia nella mia abilità è senza limiti, chiedo a uno di voi di salire sulla carriola per fare con me la traversata».
Nessuno volle salire.
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