i testi originali:
http://molecular.bio.../pall_fibro.htm
Il Dottor. Pall si interessa da lungo tempo ai meccanismi della regolazione biologica. La sua ricerca corrente è focalizzata su una teoria che ha sviluppato sulla causa (eziologia) della sindrome della stanchezza cronica e le sovrapposte e correlate condizioni di sensibilità chimica multipla, fibromialgia e disordine post-traumatico. Secondo questa teoria, ognuna di queste è iniziata da stress che inducono livelli maggiori di ossido nitrico e del suo prodotto ossidante perossinitrite, seguito da ciclo biochimico viziato associato all’incremento cronico di questi due componenti. I sintomi di queste condizioni sono prodotti sia dall’ossido nitrico sia dalla perossinitrite e il trattamento deve focalizzarsi sulla regolarizzazione in basso di questo meccanismo di circolo vizioso. Le iniezioni di Vitamina B-12 comunemente usate per trattare queste sindromi sono proposte per agire attraverso l’azione di una forma di B-12 (l’idrossicobalamina) che è un potente ripulitore dell’ossido nitrico. Dozzine di osservazioni biochimiche e fisiologiche supportano questa teoria.
FIBROMIALGIA, ECCESSO DI OSSIDO NITRICO/PEROSSINITRITE ED ECCESSO DELL’ATTIVITA’ NMDA.
Molte caratteristiche del ciclo del NO/ONOO combaciano abbastanza con le caratteristiche della Fibromialgia (FM). Casi di FM sono scoppiati a causa di agenti stressanti comprese infezioni virali, traumi fisici (specialmente traumi cranici o del collo), infezioni batteriche, gravi stress psicologici e malattie autoimmuni (specialmente lupus e artrite reumatoide). Ognuno di questi può dare inizio alle sequenze che incrementano l’ossido nitrico, sia attraverso iNOS induzione (infezione) sia attraverso la stimolazione del NMDA seguita dalla attivazione del nNOS (e probabilmente eNOS) (stress psicologico, trauma fisico). Perciò due o tre distinte sintesi di ossido nitrico possono avere ruoli apparenti nell’insorgenza della malattia.
Molti degli elementi del ciclo NO/ONOO sono stati studiati nella FM ed ognuno di questi è stato trovato elevato. Questi incrementi nella FM comprendono:
•Otto studi che hanno riscontrato stress ossidativo nella FM
•Dieci studi che hanno riscontrato disfunzione mitocondriale e del metabolismo energetico
•Sei studi che hanno riscontrato elevati livelli di citochine infiammatorie
•Nove studi che hanno riscontrato o arguito elevati livelli di attività del NMDA
•Due studi che hanno riscontrato elevati livelli di ossido nitrico
•Tre studi che hanno riscontrato elevati livelli dell’attività del vanilloid
Da ciò si può vedere che questi risultati sono conformi ad una predizione di cambiamenti nella fase cronica nella FM.
Come considerato nel mio sito web, le osservazioni sulla terapia sono conformi con questo meccanismo, così come sono possibili meccanismi per la generazione di sintomi e segnali comuni tra FM e le altre malattie multisistemiche (CFS, MCS e PTSD).
COME IL DOLORE CRONICO DIFFUSO PUO' ESSERE GENERATO DAL MECCANISMO DEL CICLO NO-ONOO
La sfida più difficile per questo modello nella FM è come spiegare il diffuso dolore cronico che è l’elemento caratteristico della FM. La ragione per cui sia una sfida così difficile è dovuta alla natura locale del ciclo di NO/ONOO. É davvero improbabile che il dolore nella FM sia generato localmente nei tessuti dolenti perchè se questo fosse il caso ci aspetteremmo che molti pazienti avessero dolore su certe localizzate regioni del loro corpo, ma non il dolore diffuso che è caratteristico della FM. Tale dolore localizzato è presente in altre malattie multisistemiche e può essere spiegato dal meccanismo di iperlagesia locale, ma il dolore diffuso nella FM è improbabile che sia generato semplicemente da una combinazione di molti effetti locali. Infatti, molti scienziati hanno suggerito che la generazione del dolore nella FM sia dovuta a cambiamenti del sistema nervoso centrale nel processo del dolore ma la questione è quale regione può essere coinvolta e come può questa disfunzione generare tale dolore cronico diffuso?
Gli studi di Staud e collaboratori che mostrano la UP-regolazione del processo del dolore diffuso, nelle varie regioni dorsali su è giù nel midollo spinale, forniscono un’altra sfida per il modello del ciclo NO/ONOO. Come possiamo generare tale cambiamento nel meccanismo del dolore diffuso attraverso un meccanismo locale?
Una spiegazione di queste sfide viene dal riscontrato coinvolgimento dei cambiamenti del talamo nella FM. Questo coinvolgimento del Talamo nella FM è stato proposto da Larson e Kovacs, da Henriksson e a anche da Staud. Il talamo ha neuroni discendenti, conosciuti come neuroni Lamina I, che agiscono primariamente per inibire il processo del dolore nelle varie regioni dorsali del midollo spinale. Conseguentemente, si può prevedere che la disfunzione talamica possa up-regolare il processo del dolore regioni dorsali attraverso il midollo spinale , come relazionato da Staud e collaboratori, producendo così la percezione diffusa di un dolore eccessivo che è il sintomo cardine della FM. Questa deficienza nella inibizione del dolore discendente nella FM è stata recentemente osservata.
Molti studi di scansione del cervello di FM hanno riscontrato un comune coinvolgimento del talamo. Il coinvolgimento talamico è anche suggerito dalle osservazioni di Larson e collaboratori, che hanno riscontrato l’attivazione dei mastociti del talamo nella FM.
[I mastociti sono cellule immunitarie note soprattutto per i loro effetti indesiderati: causano infatti allergie, asma, eczemi, febbre e, in alcuni casi, letali shock anafilattici. Ma ora, un team di ricercatori della Scuola di Medicina dell’Università di Stanford ha scoperto che queste cellule possiedono anche alcuni effetti benefici.
Stephen Galli e colleghi hanno dimostrato per la prima volta che i mastociti possono fornire protezione dalla sepsi, una condizione potenzialmente letale, distruggendo una molecola che contribuisce alla patologia e alla morte associata a questa infezione batterica.]
L’attivazione dei mastociti è eccitata sia dalla stimolazione del recettore vanilloid sia anche dall’ossido nitrico, entrambi elementi della biochimica del ciclo NO/ONOO.
Secondo questo punto di vista, le persone con diagnosi di FM differiscono dagli altri all’interno dello spettro delle malattie multisistemiche per l’impatto talamico della biochimica del loro ciclo NO/ONOO. Una più bassa attività talamica conduce ad una bassa inibizione del processo del dolore attraverso i neuroni lamina I, conducendo, in cambio, all’eccessivo dolore diffuso tipico della FM.
SINDROME DELL'AFFATICAMENTO CRONICO COME MALATTIA DEL CICLO NO-ONOO.
La sindrome della Fatica Cronica (CFS) è stata il primo di questi disturbi multisistemici ad essere visto come causato da un ciclo viziato che è stato recentemente chiamato il ciclo NO/ONOO (no, oh no!) ed è ancora quello dove possono essere fatti studi sempre più stringenti per questa eziologia.
La CFS sembra avere il più grande gruppo di stressors iniziali a breve-termine descritti nella letteratura di tutte le malattie multisistemiche, stressors dove ci si aspetta che ognuno agisca per incrementare i livelli di ossido nitrico. La maggior parte di questi sono documentati in una recente ricerca e questi e altri tre sono documentati nel mio libro e altrove. Gli stressor iniziali implicati nei casi di CFS sono i seguenti:
1.Infezioni virali
2.infezioni batteriche
3.una infezione da protozoi, la toxoplasmosi
4.esposizione al monossido di carbonio
5.Trauma fisico
6.avvelenamento organofosforoso
7.grave stress psicologico
8.avvelenamento da ciguatera
9.esposizione alle radiazioni ionizzanti
Mentre i primi due di questi sono implicati molto comunemente nell’insorgenza dei casi di CFS, necessitiamo di spiegazioni per gli apparenti ruoli di tutti e nove.
Il fatto che tutti e nove possano inziare una sequenza di eventi che conducono all’incremento delle sintesi dell’ossido nitrico deve essere considerato una coincidenza stringente che fornisce la chiave per l’eziologia della CFS. Infatti, la prova genetica che conivolge il gene della transcortina (una alfa-globulina) e il gene del transporter della serotonina per determinare la suscettibilità alla CFS, fornisce anche supporto per un ruolo dell’ossido nitrico nell’insorgenza della CFS perchè entrambi questi geni possono agire per determinare la funzione del cortisolo ed è noto che il cortisolo abbassa l’induzione dell’inducibile ossido nitrico sintase (iNOS) e quindi determina parzialmente i livelli di ossido nitrico.
Dei nove stressors elencati sopra, i primi tre agiscono primariamente inducendo iNOS, come fa lo stressor 9. La maggior parte degli altri agisce, almeno in parte, incrementando l’attività dell’NMDA che agisce, in cambio, attraverso gli altri due ossido nitrico sintase, nNOS e probabilmente eNOS. Quindi l’elemento comune è l’aumento dell’ossido nitrico, non la forma o le forme specifiche dell’ossido nitrico sintase coinvolte.
La connessione tra ognuno dei primi sei e l’ossido nitrico è molto chiara. Mi piacerebbe discutere gli ultimi tre.
Il numero sette, il grave stress psicologico, è stato principalmente legato alla sintesi dell’ossido nitrico attraverso modelli animali di disordine post-traumatico, dove è stato dimostrato incrementare l’attività dell’NMDA e conseguentemente i livelli di ossido nitrico.
L’esposizione alla Ciguatossina è nota per ritardare enormemente certi canali del sodio e questo è noto, invece, per esser capace di stimolare l’attività dell’ NMDA. Il ruolo della Ciguatossina nell’incremento dei livelli di ossido nitrico è dedotto, comunque, dal noto ruolo dei recettori dell’attività di NMDA nell’incrementare l’ossido nitrico e il suo prodotto ossidante, il perossinitrito.
Le radiazioni ionizzanti fanno insorgere casi di sindrome post-radioattiva, una malattia simile alla CFS. La radiazione ionizzante è conosciuta come agente stimolatore della trascrizione del fattore NF-kB, che conduce ad incrementare l’attività dell’iNOS e conseguentemente l’ossido nitrico.
Può essere notato, da ciò di cui sopra, come gli elementi di prova che coinvolgono l’elevata attività di sintesi dell’ossido nitrico nell’insorgenza dei casi di CFS siano abbastanza stringenti. Come può l’ossido nitrico agire per innescare queste malattie? Agendo principalmente attraverso il suo prodotto ossidante, il perossinitrito, per iniziare il meccanismo del ciclo viziato, il ciclo NO/ONOO, che è responsabile delle malattie croniche. IL meccanismo del ciclo NO/ONOO, fornito prima nella pagina principale del mio sito, nel libro e anche altrove è quello presentato nella figura 1.
Fig.1 Legenda: Diagramma del ciclo vizioso NO/ONOO. Ogni freccia rappresenta uno o più meccanismi attraverso i quali la variabile ai piedi della freccia può stimolare il livello della variabile alla testa della freccia. Può essere notato che queste frecce formano una serie di circoli che possono potenzialmente continuare a stimolarsi l’un l’altro. Un esempio potrebbe essere l’ossido nitrico che può accrescere il perossinitrito che può stimolare lo stress ossidativo che può stimolare l’NF-k B che può incrementare la produzione di iNOS che può, in cambio, aumentare l’ossido nitrico. Questo circolo da solo costituisce un potenziale ciclo vizioso e ci sono molti altri anelli, raffigurati nel diagramma, che collettivamente possono dar luogo a un più grande ciclo vizioso. Secondo questa teoria, la sfida in queste malattie è di abbassare tutti questi elementi di innalzamento per tornare ad un range normale. Noterete che il ciclo non include soltanto composti ossido nitrico, superossido e perossinitrito ma una serie di altri elementi, compresi il fattore di trascrizione NF-k B, lo stress ossidativo, cinque citochine infiammatorie (nel box, in alto a destra), tutte e tre le differenti forme di ossido nitrico sintase (iNOs, nNOS e eNOS), e due recettori neurologici, il recettore vanilloid e il recettore NMDA.
GLI ELEMENTI DEL CICLO NO-ONOO SONO ELEVATO NELLA FASE CRONICA DELLA CFS?
I meccanismi coinvolti nel ciclo NO/ONOO sono in discussione in molti miei documenti e sintetizzati più completamente nel mio libro. Una delle questioni più importanti è, nel determinare se ogni specifico disordine/malattia sia un disordine del ciclo NO/ONOO, se gli elementi del ciclo siano elevati nella fase cronica della malattia. La risposta, nella CFS come è vero anche in altre malattie multisistemiche, MCS, FM e PTSD dove sono stati analizzati, è: essi sono elevati!
Alcune delle prove specifiche nella CFS sono le seguenti:
1.Lo stress ossidativo è stato riscontrato in 13 studi di CFS, pubblicati da diversi gruppi di ricerca nei 4 continenti. Questo stress ossidativo è anche supportato dalle relazioni sulla deplezione del glutatione e della cisteina nella CFS e dalla riscontrata deplezione di acidi grassi essenziali nella CFS. Ci si aspetta che lo stress ossidativo conduca sia alla deplezione glutatione/cisteina sia alla deplezione degli acidi grassi essenziali, come ho proposto precedentemente. Quindi lo stress ossidativo è probabilmente il meglio documentato cambiamento nella CFS. Ciò detto, non c’è una risposta specifica alla CFS! Molti disagi infiammatori condurranno all’incremento dei markers dello stress ossidativo e, in più, molti casi di CFS (presumibilmente tra quelli con effetti più modesti) ricadono nel range “normale” di questi markers. La stessa cosa avviene con molti altri cambiamenti che sono riscontrati nella CFS, dove in media ci sono cambiamenti statisticamente significativi ma molti casi individuali di CFS ben ricadono all’interno del range normale.
2.La Disfunzione del metabolismo mitocondriale/dell’energia è parte del meccanismo del ciclo NO/ONOO perchè il perossinitrito attacca una parte dei componenti dei mitocondri, e l’ossido nitrico e il superossido inibiscono anche certe funzioni mitocondriali. 18 diversi studi forniscono prove per una disfunzione del metabolismo mitocondriale e/o dell’energia. Questo di nuovo fornisce una estesa prova a supporto della biochimica del ciclo NO/ONOO nella CFS. Tra questi ci sono studi che dimostrano che gli agenti preposti al miglioramento della funzione mitocondriale, come carnitina/acetil carnitina, coenzima Q10 e lipidi designati ad aiutare a rigenerare la membrana interna mitocondriale, sono tutti utili nel trattamento della CFS. Questi dimostrano che non solo c’è una disfunzione mitocondriale ma che contribuisce anche nella patofisiologia della CFS.
3.Due studi riportano livelli di ossido nitrico aumentati. In più, studi sui livelli di neopterin, un marker degli alti livelli dell’induzione di iNOS trovata aumentata in modo statisticamente significativo in 3 su cinque studi sulla CFS, suggeriscono che l’induzione dell’iNOs contribuisce all’aumento dell’ossido nitrico. La forma idrossicobalamina della vitamina B12, un potente scavenger dell’ossido nitrico è stato dimostrato statisticamente che porti miglioramenti significativi in pazienti simil-CFs in un esperimento con controllo a placebo. L’idrossicobalamina è stata usata clinicamente per trattare malattie simil-CFS per più di 60 anni, essendo usata in almeno 9 paesi su tre continenti, principalmente per iniezioni intramuscolari. I pazienti riportano rapidi miglioramenti dell’intero spettro dei sintomi in risposta alla iniezione di idrossicobalamina. L’elemento di apparente efficacia suggerisce che l’ossido nitrico non soltanto è elevato nella CFS ma che contribuisce in un modo maggiore alla sua eziologia.
4.Ci sono 10 studi che riportano che una o più delle citochine infiammatorie nell’angolo in alto a destra della Fig.1 sono elevate nella CFS. Questi aumenti sono relativamente modesti e questo suggerisce che loro contribuiscono ma non sono dominanti nella eziologia della CFS.
5.Due medici e un gruppo di ricerca riportano osservazioni cliniche che supportano un aumento dell’attività del NMDA nella CFS, di nuovo supportando l’eziologia dovuta al ciclo NO/ONOO.
Mentre ci sono le più importanti osservazioni a suppporto di una eziologia dovuta al ciclo NO/ONOO, ci sono alcune ulteriori osservazioni cliniche delle terapie che suggeriscono anche un aumento dei componenti del ciclo. Per esempio, alcuni medici hanno usato agenti che si sa che abbassano l’attività del NF-k B come parte del loro protocollo di trattamento per la CFS e altri hanno usato il farmaco Guaifenesin, un farmaco noto per abbassare la risposta alla capsaicina e quindi all’azione del recettore di vanilloid. Tarello ha riscontrato che il farmaco Tiacetarsamide produce grandi miglioramenti nei modelli animali di CFS ed io ho riscontrato che sia uno scavenger sia dell’ossido nitrico sia del perossinitrito. Questi studi suggeriscono ma non danno prove dell’aumento degli elementi del ciclo NO/ONOO e suggeriscono anche che abbassare questi elementi produce miglioramenti che potrebbero contribuire, quindi, alla eziologia della CFS.
La ricerca di specifici biomarkers per malattie multisistemiche specifiche dovrebbe focalizzarsi, secondo il modello del ciclo NO/ONOO, sugli effetti dell’impatto di quel ciclo su qualsiasi tessuto l’impatto sia il più caratteristico di una particolare malattia. Nel caso di MCS, FM e PSTD, il tessuto di specificità è prontamente visibile perchè i più caratteristici sintomi o segni della malattia sono prontamente visibili. Nel caso della CFS, non lo sono. Comunque le recenti valutazioni sulla CFS sono focalizzate sul sintomo del malessere post-esercizio come il sintomo più caratteristico ed è qui che dovremmo focalizzare la nostra ricerca di uno specifico biomarker, a mio avviso.
Il malessere post-esercizio è un fenomeno dove l’esercizio nei pazienti con CFS produce una esarcebazione dell’intero spettro dei sintomi, una esarcebazione che il modello del ciclo NO/ONOO mostra come probabilmente dovuto alla up-regolazione della biochimica del ciclo NO/ONOO. Il punto di vista che l’esercizio eccessivo nella CFS possa up-regolare il meccanismo causale di base è supportata da alcune osservazioni pioneristiche del Dr. Melvin Ramsay. Ramsay osservò che i malati di CFs che continuavamo a lavorare a lungo prima di crollare avevano una prognosi molto peggiore di quelli ai quali la diagnosi era stata fatta presto ed avevano osservato un prolungato riposo a letto.
Come si può utilizzare il fenomeno del malessere post-esercizio per sviluppare uno speficico biomarker per la MCS?
Quando discussi questo punto con il dottor Paul Cheney, suggerendo che questo sia ciò su cui dobbiamo focalizzare i nostri sforzi per sviluppare uno specifico biomarker per la CFS, mi disse che i suoi pazienti con CFS mostrano una caratteristica differenza dai normali controlli- i normali controlli mostrano un aumento nei livelli di cortisolo dopo l’esercizio, i suoi pazienti con CFS no. Il concetto che la risposta del cortisolo possa causare il malessere post-esercizio è attraente. Si sa che il cortisolo (e altri glucocorticoidi) abbassano l’induzione dell’inducibile ossido nitrico sintase (iNOS) e possono avere un ruolo sostanziale, quindi, nel controllo dei livelli di ossido nitrico. Una risposta di cortisolo insufficiente all’esercizio può condurre, quindi, ad incrementare i livelli di ossido nitrico dopo l’esercizio nei pazienti con CFS, al contrario dei controlli, portando, in cambio, alla up-regolazione del ciclo di NO/ONOO.
C’è quindi una prova che supporta una specifica carenza di cortisolo nella CFS? Dopo tutto, il controllo dell’asse Ipotalamo-Ipofisi-Surrenali (HPA) controlla la produzione di cortisolo e si sa che la disfunzione nell’asse HPA avviene in tutte le malattie multisistemiche. Due ricerche suggeriscono che il controllo dell’asse HPA nella CFS è diverso da quello nella FM, conforme con tale specifictà. Ottenweller e altri hanno riportato cambiamenti nel controllo di cortisolo nella risposta all’esercizio in pazienti con CFS, simile a quelli trovati da Cheney. Dinan e collaboratori, hanno riportato che le ghiandole surrenali dei pazienti con CFS sono sostanzialmente più piccole di quelle dei controlli, conformi con l’alterazione del controllo dell’asse HPA. Certi altri studi forniscono altro supporto.
Altri hanno espresso punti di vista simili a quelli di cui scrivo qui. Torpy ha descritto pazienti CFS con “ risposte dinamiche alterate allo stress, specialmente del cortisolo agli stimoli.” Neeck e Crofford hanno rilevato “anormalità dei componenti centrali dell’asse HPA” nella CFS.
L’ipotesi, allora, è che l’esercizio, agendo in parte o per intero attraverso un alterato controllo del cortisolo, agirebbe nei pazienti CFS per up-regolare la biochimica del ciclo NO/ONOO in una reazione che non sarebbe riscontrata nei controlli normali. C’è qualche prova di questo? Jammes e coll. hanno riferito di grandi aumenti nei marker dello stress ossidativi nei pazienti CFS dopo l’esercizio, mentre sono stati visti solo piccoli aumenti nei controlli. La Manca e coll. hanno riferito di deficit cognitivi molto più ampi dopo l’esercizio nei pazienti CFS in confronto a quelli dei controlli., conformi con la teoria che tali deficit cognitivi siano causati dalla biochimica del ciclo NO/ONOO.
Persino gli importanti cambiamenti nella funzione cardiaca trovati nei pazienti CFS da Peckerman e coll. e da Cheney possono essere causati da ridotti livelli di cortisolo poichè la disfunzione cardiaca negli uomini e negli animali può essere causata da ridotti livelli di cortisolo.
Il concetto che il controllo disfunzionale del cortisolo in risposta all’esercizio stia dietro il fenomeno del malessere post-esercizio nella CFS dovrebbe permettere di usare il test dell’esercizio di almeno alcuni, facilmente misurabili, elementi del ciclo NO/ONOO per sviluppare uno specifico biomarker per la CFS. La mia personale opinione è che dovremmo usare i marker della produzione dell’ossido nitrico prima e dopo l’esercizio, ma sicuramente altri potrebbero avere altri parametri di misurazione che potrebbero preferire.
LA CFS E IL CICLO NO-ONOO
Importanti rilevanti prove che supportano una eziologia dovuta al ciclo NO/ONOO della CFS sono a disposizione nelle pagine principali del mio sito web e del mio libro, così come sopra. La prova per un presunto meccanismo dell’ossido nitrico nell’insorgenza è forte per la CFS, anche più forte di come sia per le altre malattie multisistemiche.
L’innalzamento degli elementi del ciclo NO/ONOO è supportata dove essi siano stati studiati, ma molti non sono stati studiati direttamente. Per esempio, non c’è evidenza dell’innalzamento dell’attività del vanilloid nella CFS, diversamente che nella FM e nella MCS dove questo è stato studiato. I livelli del perossinitrito non sono stati studiati così l’unica prova evidente deriva dalla evidenza dell’innalzamento dell’ossido nitrico e dall’innalzamento dei parametri che aumentano l’ossido nitrico (attività delle citochine infiammatorie e del NMDA) e anche dall’evidenza dello stress ossidativi. Similmente, l’innalzamento della attività del NF-k B non è stata studiata direttamente ma può essere dedotto dagli elevati livelli sia delle citochine infiammatorie sia dell’ iNOS, entrambi probabilmente prodotti come conseguenza dell’elevato NF-k B.
L’importanza del modello del ciclo NO/ONOO della CFS non è soltanto dovuto al fatto che sia supportato dalla diversità delle osservazioni sperimentali. Che è importante, ovviamente, ma è soltanto l’inizio di ciò che ci occorre. La necessità è quella di un modello esplicativo di grande portata, uno che spieghi non solo due o tre delle sconcertanti caratteristiche di questa malattia, ma ognuna delle sue importanti caratteristiche, e le caratteristiche, sia simili che distintive, di questo intero gruppo di malattie multisistemiche. E’ stata la percepita carenza di un tale modello che ha portato la CFS e questo gruppo di malattie ad essere ripetutamente descritte come inspiegabili. Ora possiamo dire che l’intero gruppo di malattie è spiegato. Sulla homepage del mio sito web, elenco 12 rebus derivati dal mio libro riguardo a questo gruppo di malattie che noi ora possiamo, per la prima volta, spiegare. Alcuni di questi hanno una particolare rilevanza per la CFS.
Abbiamo la lista di nove distinti stressor a breve-termine tutti che possono apparentemente dare il via a casi di CFS, tutti possono agire per attivare una sequenza, portando ad aumentare i livelli di ossido nitrico. Abbiamo, per la prima volta, una spiegazione di come questi differenti stressor possano portare ad una risposta comune- l’inizio di condizioni di CFS.
La CFS è cronica a causa dell’azione del meccanismo del ciclo NO/ONOO. Possiamo spiegare la genesi sia dei sintomi e dei segni non specifici sia di quelli specifici della CFS, gli ultimi discussi qui e i primi discussi nel mio libro. Possiamo spiegare la compresenza con altre malattie multisistemiche e di altri malesseri come l’emicrania e l’asma ormai accettati come dovuti ad ognuna di queste malattie, avendo simili meccanismi causali.
Possiamo spiegare l’azione di certi agenti e di interi protocolli di trattamento che sembrano essere efficaci nel trattamento della CFS, alcuni discussi sopra e altri discussi sulla mia homepage e nel mio libro. Infatti è la grande promessa di questo meccanismo visto come predittivo di approcci terapeutici che è la caratteristica più importante caratteristica per i molti che soffrono di CFS e di malattie correlate.
Possiamo spiegare la sensazionale variazione, sia quantitativa sia qualitativa nei sintomi e nei segni della malattia tra i pazienti CFS e tra i pazienti dell’intero gruppo delle malattie multisistemiche.
Sono state le molte, prima inspiegabili, caratteristiche della CFS e di queste malattie multisistemiche che hanno portato altri a considerare il fatto che abbiamo bisogno di un nuovo paradigma delle malattie umane in modo da poterle spiegare. Che è esattamente quello che noi abbiamo.
Edited by danis, 04 August 2007 - 09:35:01.