Tre ragazzi neri si siedono sotto un grande albero, da sempre luogo di ricreazione dei ragazzi bianchi della scuola.
la sera compaiono tre cappi attaccati ai rami dell'albero.
I colpevoli vengono identificati, il preside chiede l'espulsione ma il consiglio decide di sospenderli per tre giorni: è una ragazzata.
Gli studenti neri fanno un sit-in di protesta sotto l'albero. Vengono minacciati dal procuratore distrettuale e costretti a ritirarsi.
Pochi giorni dopo, uno studente nero che compare ad una festa di bianchi viene picchiato.
Il giorno dopo un ragazzo bianco minaccia con un fucile tre ragazzi neri, loro gli tolgono il fucile e scappano, vengono rintracciati e accusati di furto di arma, per il ragazzo bianco nessuna imputazione.
Ancora pochi giorni ed un ragazzo bianco che sostiene gli autori dei cappi, provoca degli studenti afro americani chiamandoli tra l’altro “nigger”, viene picchiato. Trasportato all’ospedale viene dimesso dopo tre ore. I sei studenti assalitori vengono accusati di tentato omicidio ed espulsi da scuola. Uno dei sei, Mychal Bell, 17 anni, è uno studente modello, campione dello sport.
Le loro cauzioni sono altissime, loro abitano in roulotte e baracche, molti rimarranno in prigione sino al processo.
A Bell viene chiesto ripetutamente di dichiararsi colpevole, lui rifiuta.
Viene giudicato da una giuria composta esclusivamente di bianchi, bianco il giudice, bianco il procuratore. Il suo avvocato d’ufficio è nero, non fa testimoniare Bell, non chiama testimoni a difesa.
Bell viene condannato.
Niente di nuovo, vero?
Sappiamo tutti che cosa è stata la segregazione razziale negli stati uniti e soprattutto nel profondo sud.
Peccato soltanto che i fatti in questione siano accaduti nell’anno di grazia 2006, che il processo si sia svolto in questi giorni e che Bell stia aspettando ora, per il 30 di luglio, la sentenza del giudice che potrebbe condannarlo a 22 anni.
Niente di nuovo: il medioevo è qui e ora.
Non mi abituerò mai: sempre più good night and good luck
