"Che cos’è la Chronic Fatigue Syndrome?"
#1
Inviato 01 febbraio 2007 - 14:34:18
del Dott. Lorenzo Bettoni
Dirigente medico dell'U.O. di Reumatologia, Allergologia e Medicina trasfusionale, presso il presidio ospedaliero di Gavardo (BS)
Sito web: www.lorenzobettoni.it
La “Chronic Fatigue Syndrome” (nota anche come sindrome da stanchezza cronica o sindrome da fatica cronica o, in breve, CFS) è una patologia di recente definizione, nosologicamente identificata nell’ambito delle malattie immuno-reumatologiche.
La difficoltà a riconoscere una patologia il cui sintomo predominante è la stanchezza persistente e lo scetticismo che aleggia attorno alla sua stessa identità clinica, provocano spesso pesanti ritardi diagnostici con gravi disagi per i pazienti che lamentano per anni un pessimo livello della qualità di vita.
La stanchezza cronica, inspiegabile ed invalidante rappresenta ovviamente il sintomo principale ma ad essa si associa una sintomatologia alquanto varia e talora di severa entità.
L’eterogeneità dei sintomi e le molteplici ipotesi eziopatogenetiche finora proposte (infettiva, immunologia, neurologica) unitamente agli scarsi risultati ottenibili con terapie farmacologiche, e non farmacologiche, costituiscono un grande ed ancora irrisolto problema. Grazie però alle numerose ricerche in atto ed agli studi clinici controllati, molte aspettative dei pazienti affetti da Cfs saranno sicuramente soddisfatte.
Esistono dei criteri in grado di permettere una corretta diagnosi di CFS?
Certamente sì. Nello schema sono riportati i due principali criteri diagnostici.
Chi sono i pazienti affetti da Chronic Fatigue Syndrome?
La CFS è una malattia che colpisce prevalentemente soggetti in età lavorativa.
Rari sono i casi segnalati in età pediatrica, eccezionali quelli nella senilità.
Dai dati pubblicati (peraltro incompleti e quindi considerabili come sottostima) pare che i pazienti con fatica cronica rappresentino circa lo 0,4% della popolazione generale.
Come si cura un paziente con CFS oggi?
Le scarse conoscenze patogenetiche, associate alla scarsa considerazione della
malattia ed ai risultati spesso poco soddisfacenti dei vari approcci terapeutici,
determinano un’impostazione assai polimorfa dell’attuale trattamento dei pazienti con CFS.
Si spazia da terapie cognitivo-comportamentali a esercizi aerobici, a tecniche di
rilassamento, fino a terapie farmacologiche basate principalmente su prodotti
polivitaminici e/o integratori ma che comprendono anche una vasta gamma di
farmaci tra i quali antidepressivi, cortisonici, antidolorifici, antinevralgici….
I risultati delle diverse terapie sono poco prevedibili e variabili da soggetto a soggetto e, persino, nello stesso soggetto, da periodo a periodo.
Cosa si sta facendo per i pazienti con CFS?
Numerosi sono gli studi in corso finalizzati a comprendere i meccanismi patogenetici che determinano lo stato di profonda e persistente prostrazione nel quale sono costretti a vivere i pazienti con sindrome da stanchezza cronica.
Meno numerosi sono, invece, gli studi clinici randomizzati, controllati, in cieco o
caso-controllo finalizzati alla valutazione dei diversi approcci terapeutici possibili.
Tale condizione è, in parte, legata anche al fatto che spesso i pazienti con CFS hanno alle spalle innumerevoli esperienze terapeutiche negative che li rende talvolta demotivati.
Importante, anzi determinante, è al contrario la loro attiva partecipazione ai diversi trials, nella convinzione che solo l’unione delle forze di medici e pazienti rappresenta il mezzo per poter vincere, o almeno gestire al meglio, la malattia.
Fonte: http://www.lorenzobe...ia&malattia=139
Amministrazione CFSitalia
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