Romy
Acc! Argomento si cui parlerei per ore...Te ne racconoto un po'.
Non so cosa ha portato te al "Pensavo,all'inizio,si potesse trattare di una marcia in più nel rapporto medico-paziente".
Da bambina avevo parenti stretti legati alle professioni mediche, per cui quando mi portavano dal medico era un po' come assistere a un incontro cordiale tipo aperitivo da amici... E i medici trattavano i miei come "amici alla pari" spiegavano tutto chiedevano dei parenti, e io bevevo come una spugna da un mondo curioso e interessante. Piccola peste di 7 o 8 anni rompi che faceva "domande tecniche specifiche" sulla malattia dei fratellini. A 8 anni sapevo che le analisi si leggono non solo in senso orizzontale ma anche in senso verticale, e che tanti medici non lo fanno, ma i bravi patologi sì. Mai averei pensato che un giorno quel mondo sarebbe diventato un terreno infido per me!
I guai sono iniziati quando arrivavo dal medico con i primi sintomi da FM, da ragazza, senza i genitori, e da medici di una nuova generazione, negli anni '70.
Prima avevo conosciuto una medicina che metteva assieme i pezzi, dopo ho trovato una medicina che se non capiva eri tu ad avere un problema, e che insisteva a persuaderti che i tuoi dubbi su una interpretazione di sintomi erano mal piazzati... Tolto poi scoprire che avevo ragione io (parlo di sintomi ben precisi, che una volta proposti o accaduti davanti al medico competente in materia avevano immediatamente un nome e una causa, non parlo di sintomi fumosi da FM). (per capire cosa intendo tra medicina che cerca di capire e mettere assieme i pezzi, bisognerebbe sfogliare un po' un Larousse medico degli anni '50 e uno degli anni 2000)
Lentamente ho scoperto pure che una donna sola (non sposata e senza figli) NON PUÒ presentarsi dal medico con sintomi strani, sconosciuti al medico, senza beccarsi una diagnosi vagamente o chiaramente psico.
Non so in Italia, ma qua, finché non ho cominciato ad arrivare dal medico con mio marito, tutti, nessuno escluso, dei medici generici che ho frequentato, alla prima visita mi han fatto il test dell Artiglio del diavolo (col manico del martelletto usato per testare i riflessi, ti fanno due strisciamenti ai lati della spina dorsale, se si sbiancano e poi si arrossano hai dermografismo. Poco male se serve a dedurne come sta il tuo sistema simpatico. Il problema è che lo stesso test veniva usato per "diagnosticare" le streghe da mandare al rogo.) Io ho dermografismo da decenni, Per sapere a che servisse nelle teste dei miei medici quel test, basta vedere il loro comportamento: Prima visita:,medici determinati a non essere come il medico precedente, sinceramente motivati a trovare il bandolo della matassa, attenti a ogni sintomo/segno durante l'anamnesi, ipotizzando campi di indagine relativi. Poi passano all'esame fisico, e lo concludono con il "test dell'artiglio del diavolo", io divento rossa e loro non ti ascoltano più! I sintomi che prima meritavano indagini vengono messi in discussione, e così via... Quindi???
Il medico più sincero che ho conosciuto mi ha detto chiaramente "Signorina ma con questi segni anni fa l'avrebbero mandata al rogo! Non ha pensato a vedere un buon psichiatra?"
Poi poi è arrivato il periodo dei medici che, se per caso ti sentivano usare un termine anatomico o clinico esatto (alle medie mi piaceva anatomia accidenti!), immediatamente partiva la diagnosi ipocondria. (troppo interessato all'argomento per essere sano)
E quindi la nuova generazione che se ti sente usate un termine tecnico, immediatamente lo prende per buono, si aggancia al discorso e continua a parlarti da pari, senza chiedersi se non è che il termine lo conosci in modo errato. Questo lo trovo pericoloso!
Sarà anche che i pazienti sono più informati, vedo qua persone che si documentano tantissimo e sanno cose che io neanche provo a capire... vedi te Romeo!
Ma ATTENZIONE! 2 gravi rischi:
- Il paziente che crede di sapere e il medico che ci crede. Tra anziani, bambini e fratture mie, ho passato varie ore nei pronti soccorsi. È incredibile e allucinante cosa senti negli altri box, non ci giurerei che la gente essendo più documentata ne sappia davvero abbastanza da confrontarsi col medico! x es: magari sanno quali devono essere i valori giusti della pressione sistolica/diastolica, ma poi credono che una sia la pressione arteriosa e l'altra quella venosa... :-/
Per non parlare dei medici sconsolati che vanno a prendere un'immagine per spiegare al paziente dov'è lo stomaco e dove l'intestino.
- Il medico che crede che davvero tu sappia, ti tratta da pari e beve le tue informazioni.
Sono finita in triage per dolori anginosi, e stavo veramente male a tutti gli altri livelli. Confusione estrema e memoria breve in tilt...mi chiedono cos'è l'encefalomielite mialgica... Caaaavoli! manco lo so io! Che gli ho detto non lo so, ho parlato di SNC, di mitocondri, e che altro non so... E quello, carino, ascoltava rapito!
E infine c'è il bubbone culturale in cui tutto il mondo dei pazienti e parenti relativi ha buttato sul medico:
un'autorità da riverire e ossequiare, che se parla sa sicuramente quel che dice, a cui si deve rispetto... che con l'evoluzione culturale senza dio e col rifiuto della morte, praticamente gli si chiede di essere dio, e poi ci arrabbiamo quando scopriamo che non lo è.
Ma questo ha plasmato anche loro! da qualche parte tutto questo se lo aspettano.
Sottolineo che non in tutto il mondo è così! Conosco paesi dove il medico è trattato come un fornitore di servizi qualunque, né più né meno di altri, dal quale puoi pretendere un servizio corretto esattamente come col meccanico, e ti comporti di conseguenza se il servizio non c'è.
Non vorrei essere un medico oggi, pressato tra minacce di denunce per cattiva sanità che li obbliga a pararsi con analisi strumentali che mettano nero su bianco quel che han fatto e che hanno/non hanno trovato, pazienti che sanno/credono di sapere e comunque parlano e giudicano come se sapessero, pazienti competentissimi e pazienti che non sanno neanche se sono anticoagulati o no, o che, a tutt'oggi, non sanno come assumere una supposta... E lo stress degli orari di ospedale, o quello dei pazienti che non migliorano. Aggiungo una frase di una dottoressa che stimo molto: "Kio, ricorda sempre che l'80% dei medici ha paura della morte".
Ok, ti ho fatto un brodo...